A Castello di Annone, più precisamente nella zona di "Monte Colombo", si sta cercando di realizzare un progetto di coltivazione di cava. Questo progetto, voluto fortemente dall'attuale amministrazione comunale, si scontra con molteplici problemi, che attualmente non hanno avuto risposta. La cava avrà una quantità estrattiva di circa 200.000m³, per una durata di 5 anni, salvo proroghe; viene stimato un passaggio di circa 18 camion al giorno; interesserà una ampia area, zona sulla quale pendono alcuni vincoli, di tipo ambientale, idrogeologico e militare ...
La zona sorge in prossimità dei pozzi in Località Fontana Santa, erano i pozzi di adduzione di acqua potabile al servizio dell’acquedotto comunale di Castello di Annone fino all’inizio del 1990, poi sostituiti con gli attuali pozzi in frazione Bordoni. Per tali pozzi fu deliberato che fossero considerati come di riserva per l’acquedotto.
I pozzi della località Fontana Santa non sono mai stati considerati chiusi,quindi un bene pubblico da preservare e non distruggerne le falde con interventi invasivi come una cava di prestito. Questa poca attenzione è maggiormente grave alla luce della conservazione delle fonti di approvvigionamento delle acque, sempre più preziose.
La zona insiste nella parte di territorio soggetta a vincolo di rispetto di in edificabilità e modificazione dei suoli, imposto dal Ministero della Difesa, Aeronautica Militare, nel 1986 ad ampliamento del vincolo precedente, per cui l’attività di cava risulterebbe problematica anche per la possibile presenza di strutture sotterranee a servizio ed uso della stessa Aeronautica Militare.
La viabilità di collegamento della cava in progetto con le arterie viarie principali della S.R. 10 risulta molto problematica ed impraticabile per i seguenti motivi:
a) Il tracciato corre per circa 830 metri su di una strada vicinale sterrata e debolmente inghiaiata, senza il necessario sottofondo necessario per sopportare un intenso traffico di mezzi pesanti di cava.
b) I proprietari della strada vicinale di Campanella hanno già espresso anche pubblicamente l’intenzione di opporsi ed impedire l’uso della loro strada per il traffico di cava.
c) In seguito, la strada comunale di Campanella corre per 400 metri circa costeggiando diverse abitazioni di cittadini, con evidente pericolo e disagio per le strutture e per i cittadini. La stessa strada comunale di Campanella nel recente passato è stata interessata da movimenti franosi, per i quali è stato necessario ricostruirla traslandone il tracciato per decine di metri, oggi sono già presenti forti segni di cedimento del sedime stradale, che si aggraverebbe con un sovraccarico di traffico pesante di cava.
d) La strada Comunale del Marrone, che dall’incrocio con la strada comunale di Campanella conduce alla S.R. 10 per una lunghezza di circa 1560 metri con un’ampiezza inferiore a 5 metri, con un tracciato tortuoso (3 tornanti e 3 curve) evidenzia problematiche per gli incroci con un flusso veicolare, in alcune ore della giornata, intenso.
e) L’innesto con la Strada Regionale n° 10 è inadeguato e pericoloso, in quanto si immette in un lungo rettilineo ove la velocità degli autoveicoli è notoriamente elevata nonostante il vigente limite di velocità di 90, kmh, basta vedere il lungo elenco di incidenti, anche mortali, avvenuti in quell’incrocio negli ultimi anni.
f) Il progetto di cava non prevede la costruzione di corsie di accelerazione per i veicoli in direzione di Asti, né tantomeno in direzione di Alessandria, quindi totalmente inadeguato al traffico che deve sostenere.
Il procedimento è viziato già all’inizio dalla non avvenuta comunicazione ai soggetti che erano interessati - diretti ed indiretti - dall’inizio dell’attività amministrativa riguardante il progetto di attività estrattiva in quella località, poiché a norma della Legge 241\90 come modificata dalla Legge 11.02.2005 n° 15, art. 7 ed art. 8, pertanto il procedimento può essere considerato illegittimo.
I residenti hanno già espresso anche in forma pubblica la volontà di mobilitazione in tutte le sue forme per difendere una zona che verrebbe stravolta per i 5 anni di vita della cava in esame e che potrebbe, a fronte di richieste di proroghe, proiettarsi in ulteriori 5 anni di attività.