di Alessandro Mortarino.
Il nostro lavoro di informazione e “Movimento”, lentamente, continua ad ottenere qualche risultato. Nei giorni scorsi l’Assessore provinciale all’ambiente Ferraris ha pubblicamente affermato che nell’astigiano non si correrà più il rischio di installare pannelli fotovoltaici in aree agricole e di pregio paesaggistico; se ci avesse ascoltati un anno fa, forse avremmo evitato scempi (in corso) come a Canelli o a Cortiglione ! Per l’Agrivillage, invece, abbiamo un’altra novità …
Le informazioni che abbiamo fornito la settimana scorsa hanno trovato alcuni interessanti tam-tam a livello nazionale: il sito di Eddyburg (il più importante strumento di approfondimento delle questioni urbanistiche italiane), quello del Movimento Stop al Consumo di Territorio, diverse newsletter settimanali (Istituto Sereno Regis, Fabionews, consumo critico). E così le nostre riflessioni sono entrate in contatto con alcuni abitanti di Narni, il Comune umbro in cui il primo dei cinque progetti Agrivillage si è materializzato.
Luca Bastagli Ferrari, fondatore e senior partner della Global Real Estate Solutions srl (azienda proprietaria del "format"), aveva affermato pubblicamente che il progetto di Narni era già in avanzata fase di realizzazione e nel CD distribuito in sala a Rocchetta Tanaro avevamo trovato conferma attraverso questa frase, chiara e perentoria: "I lavori per la realizzazione dell’AgriVillage hanno già preso il via ed è plausibile l’apertura del villaggio tra la fine del corrente anno e l’inizio del 2011".
Sorpresa … da Narni, un consigliere comunale in carica ci sintetizza così la situazione: il progetto preliminare è stato presentato in pompa magna a cittadini ed amministratori nell’Aprile dello scorso anno e poi … poi più nulla, nessun ulteriore passo risulta agli atti. Nelle dichiarazioni dell’Aprile 2009 fu detto che i lavori sarebbero dovuti partire a Settembre, poi il sindaco di Narni Stefano Bigaroni annunciò uno slittamento della grande opera a Gennaio 2010.
Oggi a Narni giurano che la prima bozza “generica/generale” di progetto sia ancora lì, in attesa di essere accompagnata da un progetto definitivo e dalle ufficiali richieste di autorizzazione (senza parlare delle certe “Varianti” al Piano regolatore ancora da istruire). “Dettagli” burocratici forse difficili da sbrigare, dato che il terreno di San Liberato (dove sarebbe dovuta sorgere la struttura) resta ancora di proprietà di un soggetto privato; gli ideatori del progetto, mesi fa, parevano vicini alla firma di un "complicato" accordo di acquisto. Ma per ora, non se n'è fatto nulla. E senza terreni è sempre difficile costruire …
Insomma, il progetto Agrivillage ci è stato presentato ovattato da mille non-verità, chiedere un po’ più di trasparenza (prima di assumere qualsiasi decisione) dovrebbe essere ora un imperativo per le nostre Istituzioni locali …
Ritorniamo al Piano Energetico Provinciale. L’Assessore Ferraris, nel riferire il suo attuale punto di vista, si basa sulla bozza del Piano Energetico Provinciale entrato nella sua seconda revisione. Dopo le “Osservazioni” alla prima bozza presentate da molti soggetti, le seconde bozze contengono ora una radicale rivisitazione anche alla luce dei recenti atti deliberati dalla Conferenza Stato/Regioni, dal Consiglio dei Ministri, dalla Regione Piemonte. Il Piano provinciale fa alcune affermazioni (finalmente) importanti che dovrebbero scongiurare il pericolo di nuovi insediamenti di impianti fotovoltaici in siti UNESCO, in zone viticole DOCG, in aree caratterizzate da frane attive, in parchi e riserve naturali nazionali e regionali, in terreni ad uso agricolo in Classe prima e seconda di capacità d’uso del suolo (cioè i terreni maggiormente fertili), in aree in fascia A e B del PAI e anche in fascia C (solo per pannelli posati direttamente al suolo). Sono esattamente le aree cosiddette di “esclusione” dei criteri E.R.A. della Regione Piemonte, già abbondantemente note a tutti da molti mesi.
Se la Provincia di Asti fosse stata un po’ più “coraggiosa”, questa ipotesi sarebbe già stata attivata da un pezzo, come suggerito dal nostro Movimento Stop al Consumo di Territorio. L’assessorato ci rispose, allora: “le Leggi non ce lo permettono …”: una risposta davvero priva di qualsiasi coraggio. Ma un po’ di coraggio ce lo vogliamo mettere nell’amministrare la cosa pubblica ? Soprattutto quando siamo convinti di aver fatto la scelta giusta ?…
Ma, forse, qui sta il punto: regolamentare il fotovoltaico riducendo il rischio da “speculazione” è una scelta o una semplice conseguenza di norme nazionali/regionali ? …