di Alessandro Mortarino.
Gli ottimi articoli di Elisabetta Fagnola pubblicati da “La Stampa” Domenica 23 Maggio (pagine nazionali e locali) mettono finalmente piena luce sulla piaga degli impianti fotovoltaici pensati come risorsa energetica e, purtroppo, palesemente dannosi per i terreni fertili/liberi e il paesaggio. Vorrei però soffermarmi sulle dichiarazioni del signor Paracchino, che mi paiono molto eloquenti di un comportamento imprenditoriale e di una visione della “vita” che mi auguro non corrispondano anche all’orientamento di un amministratore pubblico (Paracchino è, infatti, anche il Presidente di Gaia, società pubblica appunto ...
Come Imprenditore, Paracchino rasenta l’arroganza giungendo ad affermare che l’amministrazione di Castagnole Lanze preferisce una cava lungo il Tanaro piuttosto che un esteso campo fotovoltaico: affermazione non veritiera e molto chiara del suo pensiero e dei suoi interessi personali.
L’alternativa ad una cava non è un impianto energetico (che lo renderà ancor più ricco), ma ciò che i residenti di Valle Tanaro stanno dicendo da anni: è la salvaguardia di un luogo, di un ambiente.
Che rispetti la natura, tuteli un fiume, che rappresenti una situazione di socialità e di attrazione “biodiversa” e, dunque, di agognato turismo dolce e sostenibile.
Un “posto” da vivere e in cui far crescere giovani generazioni culturalmente capaci di comprendere la differenza tra un mondo di denaro e una serenità semplice.
Le ristrettezze economiche dei nostri Enti Locali non possono più essere usate come strumento di “ricatto” da parte di soggetti pronti a cambiare business a seconda delle “mode” del momento.
E Valle Tanaro ha già dato (e molto …) nel corso degli anni.
Ringraziamo il signor Paracchino per l’aiuto a capire che è ora di considerare quei luoghi come un “bene comune” da difendere da qualunque nuovo assalto.
La vita è la nostra vera alternativa.
Ora lo sappiamo …
