Dunque ci siamo: Sabato 18 e Domenica 19 Settembre il Movimento Stop al Consumo di Territorio torna a riunire “fisicamente” le proprie anime attraverso il suo secondo incontro nazionale; sarà la città di Sarzana (La Spezia) ad ospitarlo. E il gruppo astigiano/cuneese, che finora ha coordinato la segreteria nazionale e la comunicazione interna ed esterna, raggiunge Sarzana da dimissionario per consentire un ricambio ed un allargamento delle responsabilità ...
Dopo 21 mesi di accelerata attività del Movimento nazionale, il gruppo co-fondatore di Monferrato, Langhe e Roero ha voluto così suggerire una nuova svolta al ruolo degli oltre 20.000 aderenti a Stop al Consumo di Territorio e delle oltre 200 Organizzazioni collegate, invitando tutti ad approfittare dell'occasione del secondo incontro nazionale per non limitarsi a fare un punto della situazione, ma a definire con chiarezza i prossimi sviluppi di una campagna che ha già saputo porre in evidenza il carattere di emergenza del consumo di suolo nel nostro paese e che, ora, deve sapere continuare ponendosi obiettivi ancora più ambiziosi.
Domenico Finiguerra, Alessandro Mortarino e Gino Scarsi hanno così sintetizzato i punti cardine che saranno all'ordine del giorno a Sarzana:
Senza bisogno di ripercorrere nei dettagli quanto è stato sviluppato dal nostro Movimento nazionale Stop al Consumo di Territorio dal Dicembre 2008 ad oggi, crediamo sia doveroso puntualizzare alcuni aspetti, che proviamo a sintetizzare in forma assoluta:
1. Nel 2008 nessuno dei promotori aveva chiaro lo sviluppo che la nostra iniziativa avrebbe potuto assumere. Allora, il gruppo piemontese di Langhe, Roero e Monferrato e il gruppo lombardo di Cassinetta di Lugagnano e dintorni avevano una necessità: esprimere un grido – forte - che consentisse alla grande problematica del consumo di suolo e territorio di uscire dalle nebbie e divenire uno dei grandi temi della politica ambientale, sociale ed economica del nostro paese.
Offrendo parallelamente, da subito, un esempio concreto: quello del piano regolatore/piano territoriale del piccolo comune di Cassinetta di Lugagnano. (Non che il tema fosse “nuovo” - da lustri innumerevoli soggetti avevano sparso ovunque a piene mani i semi dell’avviso/monito: stiamo divorandoci il futuro - ma forse mai prima di allora era detonato un monito/appello così netto: fermiamo l’erosione dei suoli fertili e boschivi) …
Ci preoccupammo di scrivere un breve, semplice, forse emotivamente intenso “Manifesto”. Lo lanciammo via posta elettronica a centinaia di persone sensibili che risposero immediatamente e con entusiasmo decretarono la loro adesione alla campagna nazionale per lo stop al consumo di territorio e, contemporaneamente, al Movimento nazionale Stop al Consumo di Territorio. Un Movimento che non esisteva ancora e che noi stessi non avevamo assolutamente ancora preso in considerazione di fondare !
Nel giro di pochi giorni, preso atto della sorprendente reazione scatenatasi, ci impegnammo a formalizzare l’avvio della campagna e del relativo Movimento, dando vita ad un sito web nazionale, a forme di comunicazione interna ed esterna, a momenti di formazione ed informazione, iniziative locali e nazionali, nascita di “nodi” locali, supporto a gruppi/comitati specifici e molto altro.
2. Nel Gennaio 2009, proprio a Cassinetta di Lugagnano, ci radunammo per la nostra prima ed estemporanea assemblea nazionale: circa 300 persone, accomunate da una grande voglia di “fare”. Si decise di procedere rapidamente per far penetrare la campagna nazionale ovunque e si decise che un Movimento era necessario: senza colore politico, senza organigrammi, senza formalizzazioni, senza denari.
3. Nel Novembre 2009, fu necessario, dopo mesi di dibattito aperto, avviare una “campagna nella campagna” dedicata alla piaga degli impianti fotovoltaici su terreni liberi/agricoli, tema fino a quel momento solo sfiorato come problema di stringente importanza ed attualità. Anche in questo caso, il tema divenne poi nevralgico e, dopo forti “frizioni” iniziali, è ora argomento che vede l’ambientalismo italiano, forze culturali, Organizzazioni agricole e migliaia di amministratori locali arroccati sulle nostre posizioni.
4. Pare, dunque, che il nostro modo di agire (che io stesso ho più volte definito “naif”, con una punta di orgoglio …) si stia rivelando un buon metodo per ottenere visibilità concreta senza altri risvolti reconditi. E, pertanto, crediamo l’assemblea seconda della nostra vita debba porsi alcune domande “alte” e offrire risposte alla medesima altezza.
5. La prima domanda è: è necessario un Movimento nazionale Stop al Consumo di Territorio o è più che sufficiente l’esistenza di una campagna nazionale per lo stop al consumo di territorio ?
Non è argomentazione di “lana caprina”: se vogliamo un Movimento, dobbiamo ora deciderlo e, di conseguenza, dobbiamo dotarlo di una vera organizzazione, di coordinamenti e di strumenti basilari. Fino ad oggi ci siamo affidati al “volontariato” ed alle competenze di alcuni di noi: Domenico Finiguerra, innanzitutto, ma anche del gruppo piemontese, che ha finora garantito il coordinamento nazionale e la gestione (sempre più complessa ed impegnativa) della segreteria nazionale.
Negli ultimi anni si sono strutturate in Italia alcune importanti Reti a salvaguardia del Territorio (quella di Asor Rosa in Toscana, di Salzano e Cacciari in Veneto, nelle Marche, in Lombardia): crediamo sia necessario far sì che queste realtà non siano scollegate dalla nostra campagna nazionale e riteniamo sia auspicabile che queste Reti regionali assumano decisamente la figura di riconoscimento locale delle nostre istanze e rappresentino dunque in modo inequivocabile il coordinamento territoriale della campagna nazionale.
Se ciò non è ancora avvenuto (nonostante i rapporti ottimi tra tutti noi e la piena condivisione di obiettivi ed aspettative) significa forse che la “struttura-Movimento” viene vissuta come una possibile gabbia per le realtà regionali ? In tal caso, il proseguimento della sola campagna nazionale (e la soppressione del Movimento nazionale) potrebbe garantire le necessarie tranquillizzazioni e sarebbe sufficiente creare un agile coordinamento tra i rappresentanti di ogni nucleo regionale per tarare al meglio la campagna nazionale stessa e delegare ad ogni Rete regionale tutte le attività, interventi, scelte relative al territorio regionale di riferimento. Una struttura, insomma, assai simile al modello del Forum nazionale dei Movimenti per l’Acqua. Parallelamente, occorrerebbe richiedere a tutte le Reti regionali e a tutti i Comitati/Gruppi attivi sull’intero territorio italiano di dare una seconda adesione alla nostra campagna nazionale ed aggiungere al fianco della propria denominazione anche il logo della campagna e una dicitura del tipo: Anche noi aderiamo alla campagna nazionale Stop al Consumo di Territorio e promuoviamo una nuova cultura ambientale …
6. La seconda domanda è: se pensiamo che il Movimento nazionale Stop al Consumo di Territorio sia indispensabile, vogliamo allora dargli una forma definita ?
Per rendere più agevole questo eventuale passaggio, il gruppo piemontese che attualmente gestisce la segreteria nazionale raggiunge Sarzana fornendo da ora le proprie “dimissioni”: dopo un anno e mezzo abbondante (e proprio per evitare che il nostro Movimento possa “sclerotizzarsi” nelle sue figure di responsabilità e coordinamento) crediamo sia giunto il momento, se si vorrà dare continuità al Movimento nazionale, di farsi da parte e favorire la responsabilizzazione di un vero gruppo di coordinamento, rappresentativo di tutte le Regioni e di tutte le competenze necessarie ad un lavoro così corposo.
Tra i punti nevralgici da affrontare, anche (e non ultimo) il dilemma già più volte sfiorato: vogliamo costituirci in forma legale ? Sotto forma di Associazione ? Chiedendo una piccola quota di iscrizione annuale ai nostri iscritti ? Rimborsando i costi vivi affrontati dai singoli volontari ? Particolare attenzione andrà riservata all’aspetto della comunicazione esterna: l’attenzione che i media nazionali ci stanno riservando ci impongono un programma di comunicazione strutturato, periodico, documentale.
L’incontro nazionale di Sarzana sarà ospitato dalla coinvolgente cornice della Fortezza Firmafede/Cittadella, nelle giornate di Sabato 18 e Domenica 19 Settembre, alternando momenti di riflessione sulle molteplici attività del Movimento Stop al Consumo di Territorio, proposte per lo sviluppo della sua campagna nazionale (i cui contenuti sono entrati ormai nell’agenda delle priorità di qualunque amministrazione pubblica), incontri/dibattiti tematici, laboratori pratici, proiezioni.
Sono attesi “semplici” attivisti, ma anche urbanisti, architetti, giornalisti, amministratori pubblici, esponenti di punta del Volontariato e dell’ambientalismo nazionale durante una “due giorni” che si preannuncia come evento di rilievo per la profondità delle proposte che già si annunciano attraverso il suo programma, visibile su http://www.stopalconsumoditerritorio.it/index.php?option=com_content&task=view&id=72&Itemid=1
Domenico Finiguerra, Alessandro Mortarino e Gino Scarsi hanno così sintetizzato i punti cardine che saranno all'ordine del giorno a Sarzana:
Senza bisogno di ripercorrere nei dettagli quanto è stato sviluppato dal nostro Movimento nazionale Stop al Consumo di Territorio dal Dicembre 2008 ad oggi, crediamo sia doveroso puntualizzare alcuni aspetti, che proviamo a sintetizzare in forma assoluta:
1. Nel 2008 nessuno dei promotori aveva chiaro lo sviluppo che la nostra iniziativa avrebbe potuto assumere. Allora, il gruppo piemontese di Langhe, Roero e Monferrato e il gruppo lombardo di Cassinetta di Lugagnano e dintorni avevano una necessità: esprimere un grido – forte - che consentisse alla grande problematica del consumo di suolo e territorio di uscire dalle nebbie e divenire uno dei grandi temi della politica ambientale, sociale ed economica del nostro paese.
Offrendo parallelamente, da subito, un esempio concreto: quello del piano regolatore/piano territoriale del piccolo comune di Cassinetta di Lugagnano. (Non che il tema fosse “nuovo” - da lustri innumerevoli soggetti avevano sparso ovunque a piene mani i semi dell’avviso/monito: stiamo divorandoci il futuro - ma forse mai prima di allora era detonato un monito/appello così netto: fermiamo l’erosione dei suoli fertili e boschivi) …
Ci preoccupammo di scrivere un breve, semplice, forse emotivamente intenso “Manifesto”. Lo lanciammo via posta elettronica a centinaia di persone sensibili che risposero immediatamente e con entusiasmo decretarono la loro adesione alla campagna nazionale per lo stop al consumo di territorio e, contemporaneamente, al Movimento nazionale Stop al Consumo di Territorio. Un Movimento che non esisteva ancora e che noi stessi non avevamo assolutamente ancora preso in considerazione di fondare !
Nel giro di pochi giorni, preso atto della sorprendente reazione scatenatasi, ci impegnammo a formalizzare l’avvio della campagna e del relativo Movimento, dando vita ad un sito web nazionale, a forme di comunicazione interna ed esterna, a momenti di formazione ed informazione, iniziative locali e nazionali, nascita di “nodi” locali, supporto a gruppi/comitati specifici e molto altro.
2. Nel Gennaio 2009, proprio a Cassinetta di Lugagnano, ci radunammo per la nostra prima ed estemporanea assemblea nazionale: circa 300 persone, accomunate da una grande voglia di “fare”. Si decise di procedere rapidamente per far penetrare la campagna nazionale ovunque e si decise che un Movimento era necessario: senza colore politico, senza organigrammi, senza formalizzazioni, senza denari.
3. Nel Novembre 2009, fu necessario, dopo mesi di dibattito aperto, avviare una “campagna nella campagna” dedicata alla piaga degli impianti fotovoltaici su terreni liberi/agricoli, tema fino a quel momento solo sfiorato come problema di stringente importanza ed attualità. Anche in questo caso, il tema divenne poi nevralgico e, dopo forti “frizioni” iniziali, è ora argomento che vede l’ambientalismo italiano, forze culturali, Organizzazioni agricole e migliaia di amministratori locali arroccati sulle nostre posizioni.
4. Pare, dunque, che il nostro modo di agire (che io stesso ho più volte definito “naif”, con una punta di orgoglio …) si stia rivelando un buon metodo per ottenere visibilità concreta senza altri risvolti reconditi. E, pertanto, crediamo l’assemblea seconda della nostra vita debba porsi alcune domande “alte” e offrire risposte alla medesima altezza.
5. La prima domanda è: è necessario un Movimento nazionale Stop al Consumo di Territorio o è più che sufficiente l’esistenza di una campagna nazionale per lo stop al consumo di territorio ?
Non è argomentazione di “lana caprina”: se vogliamo un Movimento, dobbiamo ora deciderlo e, di conseguenza, dobbiamo dotarlo di una vera organizzazione, di coordinamenti e di strumenti basilari. Fino ad oggi ci siamo affidati al “volontariato” ed alle competenze di alcuni di noi: Domenico Finiguerra, innanzitutto, ma anche del gruppo piemontese, che ha finora garantito il coordinamento nazionale e la gestione (sempre più complessa ed impegnativa) della segreteria nazionale.
Negli ultimi anni si sono strutturate in Italia alcune importanti Reti a salvaguardia del Territorio (quella di Asor Rosa in Toscana, di Salzano e Cacciari in Veneto, nelle Marche, in Lombardia): crediamo sia necessario far sì che queste realtà non siano scollegate dalla nostra campagna nazionale e riteniamo sia auspicabile che queste Reti regionali assumano decisamente la figura di riconoscimento locale delle nostre istanze e rappresentino dunque in modo inequivocabile il coordinamento territoriale della campagna nazionale.
Se ciò non è ancora avvenuto (nonostante i rapporti ottimi tra tutti noi e la piena condivisione di obiettivi ed aspettative) significa forse che la “struttura-Movimento” viene vissuta come una possibile gabbia per le realtà regionali ? In tal caso, il proseguimento della sola campagna nazionale (e la soppressione del Movimento nazionale) potrebbe garantire le necessarie tranquillizzazioni e sarebbe sufficiente creare un agile coordinamento tra i rappresentanti di ogni nucleo regionale per tarare al meglio la campagna nazionale stessa e delegare ad ogni Rete regionale tutte le attività, interventi, scelte relative al territorio regionale di riferimento. Una struttura, insomma, assai simile al modello del Forum nazionale dei Movimenti per l’Acqua. Parallelamente, occorrerebbe richiedere a tutte le Reti regionali e a tutti i Comitati/Gruppi attivi sull’intero territorio italiano di dare una seconda adesione alla nostra campagna nazionale ed aggiungere al fianco della propria denominazione anche il logo della campagna e una dicitura del tipo: Anche noi aderiamo alla campagna nazionale Stop al Consumo di Territorio e promuoviamo una nuova cultura ambientale …
6. La seconda domanda è: se pensiamo che il Movimento nazionale Stop al Consumo di Territorio sia indispensabile, vogliamo allora dargli una forma definita ?
Per rendere più agevole questo eventuale passaggio, il gruppo piemontese che attualmente gestisce la segreteria nazionale raggiunge Sarzana fornendo da ora le proprie “dimissioni”: dopo un anno e mezzo abbondante (e proprio per evitare che il nostro Movimento possa “sclerotizzarsi” nelle sue figure di responsabilità e coordinamento) crediamo sia giunto il momento, se si vorrà dare continuità al Movimento nazionale, di farsi da parte e favorire la responsabilizzazione di un vero gruppo di coordinamento, rappresentativo di tutte le Regioni e di tutte le competenze necessarie ad un lavoro così corposo.
Tra i punti nevralgici da affrontare, anche (e non ultimo) il dilemma già più volte sfiorato: vogliamo costituirci in forma legale ? Sotto forma di Associazione ? Chiedendo una piccola quota di iscrizione annuale ai nostri iscritti ? Rimborsando i costi vivi affrontati dai singoli volontari ? Particolare attenzione andrà riservata all’aspetto della comunicazione esterna: l’attenzione che i media nazionali ci stanno riservando ci impongono un programma di comunicazione strutturato, periodico, documentale.
L’incontro nazionale di Sarzana sarà ospitato dalla coinvolgente cornice della Fortezza Firmafede/Cittadella, nelle giornate di Sabato 18 e Domenica 19 Settembre, alternando momenti di riflessione sulle molteplici attività del Movimento Stop al Consumo di Territorio, proposte per lo sviluppo della sua campagna nazionale (i cui contenuti sono entrati ormai nell’agenda delle priorità di qualunque amministrazione pubblica), incontri/dibattiti tematici, laboratori pratici, proiezioni.
Sono attesi “semplici” attivisti, ma anche urbanisti, architetti, giornalisti, amministratori pubblici, esponenti di punta del Volontariato e dell’ambientalismo nazionale durante una “due giorni” che si preannuncia come evento di rilievo per la profondità delle proposte che già si annunciano attraverso il suo programma, visibile su http://www.stopalconsumoditerritorio.it/index.php?option=com_content&task=view&id=72&Itemid=1