di Aldo Capra, Catterina Simonelli, Pietro Efisio Bozzola (Comitato per la Tutela e la Valorizzazione del Patrimonio Territoriale).
Molti comuni dell’astigiano stanno operando lodevolmente per dotarsi di impianti fotovoltaici per la produzione di energia elettrica. Così Cortiglione che, gravato da un pesante deficit di bilancio, ha emesso un avviso pubblico rivolto a società che intendano realizzare gli impianti, al fine di azzerare la bolletta elettrica, particolarmente pesante per i consumi elevati dell’acquedotto comunale, e reperire risorse finanziarie per le altre voci di spesa ...
L’iniziativa è stata illustrata e motivata in una assemblea pubblica svoltasi Mercoledì 24 Marzo. La società che propone, finanzia e realizza l’impianto cerca un terreno, concorda con il proprietario le condizioni di affitto e lascia al Comune (che diventa titolare dell’impianto) parte dell’energia prodotta e parte del profitto economico.
Va subito detto che, mancando normative regionali e provinciali, ogni Comune può fare come meglio crede; certo fossero definite linee guida generali sarebbe più facile superare le difficoltà che si presentano. Il Sindaco di Cortiglione, Drago, ha affermato in assemblea che, a queste condizioni, non ritiene di dover porre alcun limite all’iniziativa delle società proponenti.
Noi cittadini di Cortiglione e abitanti di questo territorio riteniamo che sia preciso dovere del Sindaco, e dell’amministrazione che presiede, pianificare e regolamentare l’utilizzo del territorio: il paesaggio agrario e rurale della Valle del Tiglione è patrimonio affettivo ed identitario di noi residenti, ma è anche elemento di pregio qualificante per ogni futuro sviluppo delle tendenze ormai consolidate alla valorizzazione del paesaggio come risorsa economica, sia per una maggiore redditività delle produzioni agricole caratteristiche, sia per lo sviluppo turistico del Monferrato astigiano.
Questa Valle fa parte della “buffer zone” (zona cuscinetto) intorno alle aree individuate meritevoli della tutela UNESCO quali patrimonio dell’umanità e costituisce una delle porte di accesso a queste aree; trovarvi, oltre ai capannoni già realizzati in passato, anche campi ricoperti di pannelli solari, di certo non valorizza il paesaggio.
Va pure detto che l’ulteriore consumo di territorio agricolo per fini diversi produce danno su danno: i terreni fertili vanno coltivati, dalla terra viene il cibo, il basso guadagno dell’agricoltore va affrontato con politiche di diversificazione e qualità delle produzioni, non facendo capannoni o, per tornare al presente, campi solari. E su queste posizioni si esprimono concordi le Associazioni sindacali dei coltivatori.
Chiariamo: siamo convinti sostenitori della energia fotovoltaica: i pannelli solari però è meglio collocarli sui tetti dei capannoni industriali o in un’area come una ex cava difficilmente riconvertibile a coltivazione agricola.
Nel corso del dibattito gli esponenti di opposizione in consiglio comunale hanno infatti sostenuto l’esigenza che l’impianto o gli impianti vengano collocati in siti idonei; nel paese alcuni anni fa è stata realizzata una enorme cava per fornire la terra per i rilevati dell’autostrada Asti – Cuneo: oggi di quell’area resta una grande spianata praticamente brulla (i lavori di ripristino, con la collocazione di centinaia di piantine, si scontrano con la oggettiva aridità del terreno), più idonea per la collocazione dei pannelli, come previsto nella Relazione Programmatica sull’energia della Regione Piemonte. La realizzazione di un impianto a terra di dimensioni più contenute e l’utilizzo di tetti di capannoni permetterebbero di soddisfare le effettive necessità energetiche del paese.
Nel corso dell’assemblea di Cortiglione il proprietario di un appezzamento della cava si è detto contrario ad ospitare i pannelli: il Sindaco, a questa affermazione, ha allargato le braccia sorridendo; pensiamo volesse così dire: “vedete voi ambientalisti non fate i conti con la realtà e con i diritti dei privati cittadini”, non accorgendosi di rivelare invece il totale disimpegno dell’Amministrazione nella sensibilizzazione dei soggetti interessati. Se la proposta di utilizzare i suoli dell’ex cava fosse stata da subito sostenuta unanimemente, sarebbe stato più facile trovare un accordo con tutti i proprietari. Ma tant’è, l’eventuale defezione di uno di essi non pregiudica comunque l’ipotesi.
A fronte delle complessità connaturate ad interventi rilevanti sul territorio e sui bilanci comunali sarebbe auspicabile sviluppare capacità di dibattito nel merito dei problemi, sfuggendo alle contrapposizioni polemiche e pregiudiziali, nel rispetto di tutta la cittadinanza, della terra e del paesaggio.