La chiesa di Cisterna, piccolo Comune in provincia di Asti, era gremita di gente. Un comitato nato da pochi mesi aveva dato appuntamento ai cittadini che, accompagnati da fotografi e giornalisti, si sono ritrovati a parlare di un serio pericolo che sta minacciando la salute del territorio e dei suoi abitanti. Quel 19 febbraio c'era gente in piedi al fondo della chiesa ad “elemosinare” ciò che dovrebbe essere assicurato a tutti in modo trasparente. Quelle persone erano in cerca di informazione ...
L'informazione è una merce rara; soprattutto nei piccoli Comuni, dove la stampa locale non sempre si sofferma a sviscerare i “sotterfugi” esistenti preferendo invece occuparsi dei pezzi grossi. Ma si sa, sono stati i pesci piccoli a fare la storia, gli sconosciuti. I pezzi grossi sono solo delle pedine.
E così succede anche nei piccoli paesi, proprio in quei paesi dove tutti dovrebbero sapere tutto di tutti: sono le manovre dei piccoli Comuni a dilaniare le risorse di questo grande paese. E gli abitanti ignari non si accorgono di nulla.
Infatti nessuno sapeva della centrale a biomasse che la giunta comunale di Canale aveva approvato. Né la cittadinanza né i consiglieri della minoranza ne erano al corrente.
Nessuno sapeva che il 18 Giugno 2009 in Provincia era giunta una relazione tecnica dalla società VigoEnergia che riguardava un progetto di costruzione e che tale progetto prevedeva che l'8% dell'energia prodotta da questa centrale venisse utilizzato dalla ditta Vigolungo Compensati e la restante venisse venduta (a chi ? All'Enel …).
Nessuno sapeva che il 2 Settembre vi era stata la Conferenza dei Servizi a Cuneo per discutere del progetto in via preliminare e che la Provincia stessa aveva dato un parere negativo perché i camini della centrale previsti erano più alti di quanto permesso dal piano regolatore (30 metri invece di 12 !). Un errore, da parte di chi voleva fare le cose di nascosto, madornale.
Ma fino a quel momento erano ancora in pochi ad essersi accorti delle intenzioni dei costruttori. E urgeva fare qualcosa. Così, il 25 Novembre, si svolgeva una sessione straordinaria per dibattere sull'approvazione di una variante al piano regolatore comunale, in modo da consentire alla VigoEnergia di continuare con i lavori benché nessuna autorizzazione fosse ancora stata concessa.
Ecco, allora, che qualcuno si accorge di qualcosa di strano. Una centrale a biomasse ? Ma molti non sanno nemmeno cos'è. Forse nemmeno la stessa amministrazione. Fermiamoci un attimo e parliamone. E così si è riusciti a fare. A fermarsi un attimo, a mettere in discussione il progetto.
Ma solo perché il progetto era troppo 'grosso' per non essere visto. Vi immaginate se quei camini fossero stati in regola ? Probabilmente la popolazione avrebbe saputo dell'intenzione di costruire una centrale a biomasse alta 22 metri - con canne fumarie ancora più alte - solamente quando sarebbero iniziati i cantieri. Allora un anziano (solo per giocare su un luogo comune, non me ne vogliate …) avrebbe appoggiato la bicicletta ad una transenna del cantiere, si sarebbe avvicinato a un operaio e avrebbe chiesto cosa stessero costruendo lì, dove prima non c'erano altro che campi. E, magari, da un passaparola collettivo si sarebbe arrivati alla conoscenza dell'industria. Quando si parla di politica trasparente ...
Intanto, sul finire dell'anno appena trascorso, la VigoEnergia ha cercato di modificare il progetto in modo da soddisfare le richieste della Provincia e essere valutati positivamente nella Seconda Conferenza sui Servizi. In ogni caso, saputo di quanto deciso dalla Giunta comunale, la minoranza ha sollecitato Sindaco e consiglio comunale a informare la popolazione su quanto stava accadendo.
L'amministrazione comunale sollecitata risponde che sarebbe stato compito della VigoEnergia informare i cittadini. E mi sembra ovvio: i politici costruiscono, l'azienda informa la popolazione in attesa dello stabilimento ...
Ma le sollecitazioni sono troppe e insistenti. Non è possibile recarsi alla Seconda Conferenza con tranquillità. Perciò viene indetta un'assemblea pubblica che si svolge il 20 Gennaio. Cioè il giorno prima della Conferenza. Un giorno prima.
Si vede che non c'era l'idea di un dibattito: le idee erano già fin troppo chiare.
All'incontro, oltre a una massiccia presenza di cittadini, partecipano anche gli amministratori dei comuni vicini che esprimono tutta la loro sorpresa e preoccupazione per il progetto nascente.
In questo clima da film di spionaggio nasce un comitato, Roero Consapevole, il quale promuove, quella stessa sera (cioè al primo incontro pubblico) un'istanza firmata da 62 presenti, poi presentata alla Conferenza dove si richiede la temporanea sospensione del progetto per dar modo alla popolazione di parlarne, di discuterne, di informarsi, affinché si possa arrivare a una scelta condivisa.
Quali sono state le valutazioni degli Enti durante questa Conferenza ? Ebbene, il Comune di Canale si è detto pronto a costituire un'apposita Commissione consigliare per approfondire il progetto e informare la popolazione.
Da questo si evince che, in primo luogo, il progetto non è stato approfondito prima e la popolazione, già informata, ha guadagnato un'operazione ovvia e scontata da parte del Comune: quella di essere informata, appunto.
Secondo l'Arpa, invece, il progetto mostra:
a) un sovradimensionamento inadeguato e ingiustificato;
b) richiede miglioramenti rispetto alla quantità di emissioni prodotte;
c) richiede chiarimenti in materia di acqua di scarico;
d) sottolinea la cattiva qualità dell'aria presente nella zona del Roero.
Anche la Direzione Servizio Energia della Provincia non è d'accordo con il progetto così presentato.
Bene, non c'è che dire. Un progetto bocciato da tutti gli organi preposti a giudicare. E pensare che quel progetto stava quasi per passare sotto silenzio. Per un pelo è stato fermato.
Per ora. Infatti si stanno continuando a organizzare momenti pubblici di informazione. Ma non è il Comune ad organizzare, differentemente da quanto aveva promesso. Sono i comitati, come Roero Consapevole o l'Associazione Museo Arti e Mestieri di un tempo di Cisterna.
Giovedì 18 Febbraio è stato uno di quei momenti, con la presenza di Movimenti per l'ambiente e Tecnici che potessero dare il loro parere scientifico, parere “oggettivo” e scevro da “valutazioni secondo emozione”, come ha spiegato con una lettera il sindaco di Canale assente quella serata. Aveva un impegno, ha lasciato scritto. Personalmente spero che fosse un impegno molto ma molto importante, perché quando sei Sindaco e hai centinaia di persone che vogliono essere messe a conoscenza dei fatti ...
Marco Devecchi dell'Osservatorio del paesaggio Monferrato-Astigiano ha introdotto gli ospiti della serata informativa: Lido Riba (presidente Ipla), Aldo Rubbonello (Prevenzione nell'Ambiente e luoghi di lavoro/Inail) e Michele Fino della Facoltà di Agraria. Da loro, e dai comitati organizzatori, apprendiamo che la biomassa (che per legge trattasi di legna, scarti vegetali e industriali) è sì una fonte rinnovabile ma, paragonata alle altre, è quella che presenta più controindicazioni.
Apprendiamo che il materiale bruciato emetterà nell'aria sostanze potenzialmente tossiche con ricadute al suolo nel raggio di 8 chilometri e che, quindi, oltre alla salute dei canalesi e dei loro vicini, anche i prodotti agricoli sarebbero a rischio e potrebbero perdere le relative certificazioni di qualità.
Numerosi i pareri tecnici. Numerosi gli spunti. Peccato che nessuno della Vicolungo fosse presente. Per ora stanno “rielaborando” il progetto. Senza il parere di chi poi quell'aria la deve respirare, senza il parere di chi poi ci deve camminare davanti a quella mastodontica costruzione, senza il parere di tecnici scomodi.
Sono tante le domande che attendono una risposta: ad esempio quanto costerebbe, in termini economici e occupazionali, la presenza della centrale ai danni dei settori del turismo, del commercio, dell'agricoltura e degli immobili ?
A quanto ammonta il fabbisogno d'acqua e da quale falda verrà pescata? Esistono rischi di prosciugamenti e di mancanze per l'agricoltura, oltre al problema delle acque rigettate nel fiume dopo la pulitura delle turbine.
Come verranno smaltite le ceneri? E Dove?
Quali sostanze emetterebbe la combustione del legno? Sappiamo che il legno non produce solo anidride carbonica. E poi c'è un parere contrastante dell'Arpa ...
Da dove proverrà il legno bruciato dalla centrale? Quali sicurezze esistono a proposito di filiera corta?
Queste e tante altre sono le domande alle quali comitati e cittadini attendono una risposta. Non si può purtroppo aggiungere che “si attende fiduciosi” ...