E' inverno, cullato dal tepore del camino, un vispo giovanotto guarda la tv seduto sul divano a fianco del nonno, per oggi basta compiti. Sullo schermo scorrono le immagini di un cartone animato, un grande classico: “La spada nella roccia”. Il ragazzo è rapito, osserva con la bocca spalancata le peripezie di Semola e del Mago Merlino, sembra quasi viverle in prima persona. Ad un certo punto Merlino trasforma Semola in pesciolino rosso ed insieme si tuffano in uno stagno ...
Dopo i primi problemi legati alla respirazione ed alla coordinazione dei movimenti nel nuovo elemento, Semola comincia ad esplorare quel mondo così affascinante e misterioso, incontra un pacifico pesce gatto, una simpatica ranocchia e poi … e poi appare dal nulla un pesce gigantesco: sembra un drago, è lungo, con una bocca enorme e piena zeppa di denti affilati, ha uno sguardo spietato … il mostro dello stagno si papperebbe molto volentieri il povero Semola, su questo non ci piove.
Il ragazzo si agita, teme per le sorti di Semola, il nonno gli posa una mano sulla spalla e dice:
- Lo sai che pesce è quello? -
- è un pesce mostro, nonno? –
- No caro, è un luccio, da giovane ne ho pescati tanti sai? -
- Davvero? Ma allora esistono sul serio! Dove li hai pescati? Hai combattuto con loro anche tu? Li hai uccisi tutti vero? Bravo nonno! -
- Eh … un tempo in Tanaro, il fiume che scorre sotto il ponte che tu attraversi tutte le domeniche con mamma e papà quando vieni a trovarmi, c’erano tanti lucci, e non solo loro, c’erano proprio tanti pesci. Ora non vado più a pescare perché non so se riuscirei ancora a scendere sulla riva del fiume e poi la nonna ha paura che mi faccia male … ma il mio vicino di casa, che è un bravo pescatore, mi parla di “pesci nuovi” che arrivano dall’Est, con nomi che non ho mai sentito; è cambiato tanto il fiume da quando ero giovane io. Ma torniamo al drago dello stagno che vuole mangiarsi Semola, al luccio.
Devi sapere che una volta all’anno, in periodi ed in luoghi diversi a seconda della specie, i pesci si radunano perché sentono fortissimo l’istinto della riproduzione, vanno “in frega”, si dice così. Le femmine depongono le uova, tantissime uova, e subito dopo il maschio le feconda … da quelle uova dopo qualche tempo usciranno dei microscopici pesciolini che col tempo, se saranno fortunati, cresceranno e diventeranno a loro volta delle mamme e dei papà.
Io, e tante altre persone del paese, sapevamo bene dove e quando i lucci andavano in frega … e li aspettavamo. I lucci risalivano da un canaletto collegato al fiume per poi fermarsi in uno stagno. Noi li aspettavamo li, con le nostre reti. Ne prendevamo tanti, tanti davvero, pensa che li portavamo a casa con una carriola! Questa pesca durava alcuni giorni; io, i miei fratelli e nostro zio, ci davamo il cambio per non perdere il posto buono. Ne abbiamo pescati a quintali; una volta eravamo poveri, non potevamo permetterci sempre la carne, ci arrangiavamo come potevamo ed i pesci erano una fonte di cibo preziosa. Di anno in anno però, il numero dei lucci diminuiva, finchè ho smesso di andarci. L’ultimo luccio del Tanaro non l’ho visto ma so di averlo incontrato. Stavo pescando i cavedani con le bacche di sambuco, se ne prendevano molti con questo sistema; ad un certo punto, mentre tiro sù un pesce, sento una botta forte che mi piega la canna e poi un peso leggero. Ho recuperato un cavedano tagliato in due; la parte della coda deve essersela mangiata un luccio -
- Ma allora sono davvero pesci cattivi, nonno! –
- Mmmh … io e te siamo cattivi? –
- Nooo, cioè a volte dico qualche bugia ma… -
- “Ah ah ah, no cercavo di spiegarti che tutti noi mangiamo per vivere, a volte noi uomini per golosità, ma tutti gli animali mangiano! Le mucche mangiano l’erba, i panda le foglie del bamboo, noi uomini, come gli orsi, mangiamo un po’ di tutto. La gazzella mangia l’erba, il leone mangia la gazzella. Anche sott’acqua le cose funzionano così: certi pesci, ad esempio le carpe e le tinche, mangiano alghe, vermi e lumachine … altri, come il luccio, mangiano pesci, rane... Questo non vuol dire che il leone, l’orso ed il luccio siano cattivi…la natura li ha creati così ed hanno bisogno di quel cibo per sopravvivere. Sono predatori, animali meravigliosi -.
- Uao! Ma ci sono ancora i lucci in Tanaro? –
- Non lo so, è da tanto tempo che non ne sento parlare –
- Come mai? –
- Eh … il Tanaro è cambiato tanto negli anni. Un tempo il fiume era diverso, molto diverso: c’erano buche profonde dove i pesci potevano trovare riparo nei periodi di siccità, nelle estati torride o durante il freddo intenso dell’inverno. C’erano zone nelle quali il Tanaro si allargava, la corrente era molto lenta … pensa che durante l’inverno questi tratti gelavano e si poteva attraversare il fiume addirittura con un carro di buoi, io l’ho fatto parecchie volte. Gli uomini, poi, l’hanno avvelenato gettandoci dentro sostanze chimiche pericolosissime, rifiuti di ogni tipo, trattandolo come fosse una fogna ... facendolo quasi diventare una fogna. Hanno modificato il suo letto per estrarre ghiaia e sabbia. Ad esempio quello stagno dove i lucci andavano in frega ed il canaletto che lo collegava al fiume … non ci sono più, da anni. Se i pesci non trovano più luoghi adatti a deporre le uova…non potranno più nascere nuovi pesciolini ed il fiume sarà sempre più povero.
Poi, a pensarci bene, anche io, insieme a tutte quelle persone che portavano via delle carriole piene di lucci durante la frega, sono responsabile della loro scomparsa –
- Che peccato –
- Già … ma sai cosa mi piacerebbe fare insieme a te? Andiamo a pesca. Voglio portarti nei luoghi dove andavo da giovane, anche se le sponde sono diverse, ti farò respirare l’odore dolciastro del fiume, ascolterai il canto della corrente –
- Mi porterai davvero? Sìììì -
- Certo! E proveremo a pescare un luccio, con la mia vecchia canna! Pensa come sarebbe bello prenderne uno, scoprire che ce ne sono ancora, guardare i disegni ed i colori del suo corpo, la sua testa da papero ed i suoi tanti denti affilati come rasoi. Tu che sei capace gli farai una bella foto! E poi … mi piacerebbe compiere un gesto che in 80 anni non ho mai fatto: lasciare andare quel pesce, ridargli la libertà, vederlo nuotare di nuovo nel suo fiume…-
- Ma come facciamo con la nonna? –
- Mmmh … questo sì che è un problema, ci penseremo! –
Nel frattempo, in una casa vicino al mare, un nonno e suo nipote guardano un cartone: un barracuda sta per mangiare la mamma di “Nemo”…
L'articolo di Riccardo Basso è stato scritto e pubblicato per il sito: http://esox.me/