Poche ore prima che si aprisse la diretta Rai di “Ambiente Italia” dedicata alla tangenziale sud/ovest di Asti, il consiglio comunale della città (su proposta del capogruppo dell’opposizione, area PD) deliberò la costituzione di un “Osservatorio” a cui affidare il delicato compito di analizzare e discutere modifiche migliorative al progetto attualmente presentato. Ma il problema, in realtà, è un altro e risponde a questo semplicissimo interrogativo: “quali sono i bisogni di Asti in tema di mobilità ?”. Invece, ci si continua a domandare: “quale strada preferiamo ?” …
Potrà apparirvi una machiavellica elucubrazione, ma se avete voglia di seguirmi nel ragionamento, credo che converrete con me sul fatto che (anche) in questa questione, la nostra “folle” modernità ci ha fatto perdere i contorni dell’essenziale e dell’utile: continuiamo ad osservare il dito che punta la luna, mentre è la luna che dovremmo scrutare con attenzione.
Nel 1964, quando l’assessore Platone propose per la prima volta l’ipotesi di una strada di scorrimento in direzione sud/ovest, la situazione era chiarissima: Asti aveva un “bisogno”, le occorreva una strada che consentisse un comodo trasferimento di mezzi (anche e soprattutto di mezzi agricoli) da e per l’oltre Tanaro.
Col passare degli anni e l’ampliarsi della città, il “bisogno” non è più stato verificato: ci si è limitati a riproporre (a cadenza rapsodica) un progetto di strada (sempre più grande, fino alle dimensioni attuali di autentico spezzone autostradale) dando per scontata la sua necessità.
Ora il progetto è pronto. Tutti noi lo possiamo osservare e, anzi, in molti (quanti, esattamente ? Diciamo almeno 15/20 soggetti tra Ordini professionali, circoscrizioni, organizzazioni ambientaliste) lo hanno osservato così a fondo da averne individuato limiti e gravi implicanze. Tanto da avere messo nero su bianco le proprie osservazioni ed averle inviate alla Regione Piemonte ed ai Ministeri competenti.
Ora, però, il percorso non pare sufficiente. E qui nasce la proposta di costituzione dell’Osservatorio. Comune e Provincia di Asti sono d’accordo.
D’accordo su cosa ?
Se mi avete seguito fin qui, vi verrà voglia di rispondere: “sulla necessità di analizzare l’attuale bisogno della città”.
Sbagliato.
L’Osservatorio deve semplicemente verificare se ci sono miglioramenti possibili da apportare al progetto.
Insomma: un Osservatorio (semplifico …) che deve definire quanto grossa e lunga deve essere la strada tangenziale a sud/ovest.
Ma la verità sta da un’altra parte: che bisogno ha, oggi, la città di Asti in materia di MOBILITA’ ?
Ovvero: chi sono (e quanti sono … dato che una vera analisi sul flusso del traffico attuale continua a non essere prodotta dagli organismi pubblici competenti) gli automobilisti che ogni giorno si intasano e si imbottigliano nel cuore della città ?
Siamo sicuri che abbiano bisogno di una nuova strada rapida (da Lisbona a Kiev …) oppure non potrebbe essere che abbiano semplicemente bisogno di raggiungere Asti facendo meno fatica possibile e in modo sufficientemente rapido ?
Forse con autolinee o treni periferici in “formato metropolitana veloce” si otterrebbe lo stesso (o migliore) risultato ?
Risparmiando Co2 per la gioia del nostro pianeta malato.
Risparmiando carburanti fossili in via di esaurimento.
Risparmiando sui costi di esercizio di automobili private che di questi tempi incidono non poco sui bilanci famigliari in era di crisi …
Ma allora facciamoci, tutti assieme, la domanda giusta: qual è il nostro bisogno ?
E cerchiamo una risposta diversa da quella che il Vice Sindaco Ebarnabo mormorò alle nostre orecchie in occasione della diretta Rai da Asti (ma a microfoni spenti): “la TSO non ci costa un euro, è tutta a carico dei privati e dell’Anas, perché dovremmo sprecare un’occasione economicamente così ghiotta ?” …
Affermazione che non fa una grinza, naturalmente.
Tanto che a me piacerebbe proporre alla città di Asti di ospitare un monumento alto 100 piani, tutto d’oro, raffigurante una grossa banana. Chiederei di costruirlo a mie spese e lo vorrei posizionare nel centro di piazza Alfieri, come simbolo e monito imperituro del cambiamento climatico planetario in atto. Tanto “non ci costa un euro, è tutto a carico dei privati, perché dovremmo sprecare un’occasione economicamente così ghiotta ?” …
Pensate che, nonostante tutto ciò, 23 Organizzazioni ambientaliste hanno scritto a Comune e Provincia per dichiararsi ugualmente disponibili a far parte di un serio Osservatorio che analizzi nel profondo il progetto e che, dunque, necessariamente preveda non una rappresentanza semplice (3 posti) per quanti hanno “già osservato” criticamente il progetto, ma una totale loro presenza al tavolo dei “nuovi osservatori”.
Il Comitato Tso ha anche aggiunto di suo la richiesta tassativa che l’Osservatorio preveda anche “l’opzione zero”: dal suo lavoro, infatti, si potrebbe non giungere alla conclusione che una strada è proprio ciò che ci occorre …
Per ora zero risposte, se non quanto abbiamo ascoltato nel dibattito consigliare in Provincia: la strada va fatta e in fretta, che l’Osservatorio ci ragioni su e proponga le sue modifiche (che gli Enti, poi, valuteranno: l’Osservatorio ha un potere consultivo e non decisionale …).
Ma la domanda è un’altra, ormai lo sappiamo: “quali sono i bisogni di Asti in tema di mobilità ?”.
L’architetto Giovanni Currado, in diverse pubbliche occasioni, ha già tratteggiato un suo progetto di mobilità sostenibile - non su strada - che rappresenta a mio avviso una ottima risposta alla domanda e un’alternativa reale alla tangenziale/autostrada.
Vogliamo ragionarne seriamente (e osservare, finalmente, la luna) ?
O ci piace troppo osservare gli Osservatori quando osservano ? …