di Rosario Ragusa, Segreteria Provinciale di Rifondazione Comunista.
Questo è il testo integrale della relazione introduttiva al convegno “Danni & Profitti” tenutosi lo scorso 21 Novembre ad Asti ed organizzato da Rifondazione Comunista sul tema della tangenziale sud/ovest.
Quando si dice che la pseudo-tangenziale Asti Sud/Ovest non lede né il paesaggio né l’ambiente si dice un falso. Ci si scorda dei numerosi rilevati, svincoli e cavalcavia e si minimizzano ipocritamente i danni del sottosuolo, le più che probabili interferenze dell’opera con il regime dei flussi delle acque; come dimostrano ampiamente analoghe realizzazioni (gallerie Faticosa, Scheggianico, Firenzuola, Borgo Rizzitelli, Morticine e Vaglia - TAV nel Mugello -) …
Forse i nostri amministratori difettano di sensibilità, non sanno nulla di terzo paesaggio, farebbero bene a leggere Gilles Clément, come suggerisce Lorenza Zambon, o ad assumere una visione planetaria. Invitano invece a fornire un contributo efficace allo sfascio del territorio già in atto; con la conseguenza - tra l’altro anche economica - dello sperpero del capitale collettivo costituito da un ambiente e da un patrimonio paesaggistico e urbano. Ma quest’opera propone un salto di qualità: fino ad ora l’agire dell’uomo, istintiva-mente e culturalmente, era indirizzato a creare senza distruggere; ora invece la distruzione è evidente e viene assunta come allegato ineluttabile di quest’opera faraonica.
Perciò Armosino e Galvagno non lesinano arruolamenti (non mancano mai coloro che sono affetti da piaggeria, da cupidigia di servilismo), prese di posizione e pressioni anche para-istituzionali. Fanno ad esempio passare le opinioni, legittime, della loro parte politica come tesi delle Amministrazioni (e fanno manifesti con i soldi di tutti).
Arrivano ad adombrarsi quando la Bresso definisce questo collegamento autostradale ausiliario poco utile e troppo costoso; anzi gli intimano di tacere, di rispettare il parere degli Enti Locali (la Regione Piemonte va bene solamente quando dispensa finanziamenti ma è inopportuno esprima pareri!). Sul fatto che questa bretella venga inserita tra le opere auto-stradali strategiche in base alla Legge 443 del 2001 non dicono una parola. Come si trattasse di un’opera essenziale per l’Italia quando al massimo ha una relativa utilità per 1/3 della nostra piccola provincia. Mentre non va bene che la Bresso metta becco è positivo che sia il Governo ad avere l’ultima parola sull’opera (eventualmente infischiandosene del parere di Comune, Provincia e Regione): non vi pare un po’ strano questo strabismo democratico?
A proposito del costo dell’opera: siccome in Italia non sarebbe la prima volta che (a proposito dell’ospedale Cardinal Massaia ricorderete la vicenda della Dessimone e dell’ex Presidente del Consiglio Giovanni Goria) si assiste a manovre volte a suddividere illegal-mente i proventi di opere care – manovre che hanno riguardato imprenditori e tesorieri di partito, funzionari ed amministratori pubblici ,ecc. - vorrei capire quali meccanismi di controllo, quali dispositivi di sorveglianza, sono stati previsti. Ciò poiché non ne ho trovato traccia e siccome il 5,25% di 375 milioni fa quasi 20 milioni di euro … vorrei capire quali antifurti siano stati collocati … Anche perché vi sono commistioni tra controllori e controllati, tra progettisti e Presidente* della A33 che hanno già preoccupato la ragioneria dello Stato; è quindi lecito preoccuparsi … Sia chiaro non accuso nessuno d’aver fatto nulla: ma è legittimo voler capire? Non è lecito e doveroso voler evitare che si scopra poi che 5/6 soggetti hanno aperto pingui conti all’estero, che qualcuno sia caduto in tentazione?
L’opera proposta è pressoché inutile …
Intanto vi è una impostura lessicale: si tratta di una bretella autostradale il cui utilizzo sarà vietato a pedoni, ciclisti e mezzi agricoli. Quindi non è un vero anello tangenziale. I cittadini conoscono il tracciato dell’opera? No, è evidente!
Nel merito, ma leggendo le carte, si scopre che:
1. non esiste un collegamento con C. Savona, né si può sostenere che si tratta di uno ‘sfogo’ per la viabilità di questo, di C. Don Minzoni o C. Torino, ecc.
2. le uscite su Corso Alba sono scomode, poiché occorre percorrere 1,5 km di bretella che sbocca in zona San Carlo, ben distante dal quartiere;
3. la rotonda su Corso Torino non è in corrispondenza del casello Asti-Ovest, ma all’altezza della rotonda “OBI”.
Ma soprattutto chi entra in città, non avrà nessuna convenienza ad utilizzarla: chi proviene dal sud per andare in Piazza Alfieri continuerà ad utilizzare Corso Savona; mentre chi proviene da Torino troverà un complicato zig-zag all’altezza di Corso Alba tra lo svincolo di uscita, la rotonda di San Carlo e il cavalcavia Giolitti. In pratica sarà usata solo per gli spostamenti nord-ovest/sud-ovest. QUANTI SONO? Il progetto dice 16.000. Il che sarebbe vero se si chiudesse Corso Savona (plausibile, poiché non hanno senso due uscite autostradali a 300 metri l’una dall’altra!).
Essendo la maggior parte del traffico che gravita su Asti composto da auto che entrano o escono dalla città, non è questa la soluzione decongestionante. è assai dannosa
A pag. 12 di uno dei file di illustrazione progettuale ANAS viene descritto l’impatto enorme degli 8 anni di cantierazione che richiederebbe tra l’altro la deviazione provvisoria per alcuni anni di varie arterie cittadine. Occorrono 381.000 metri cubi di terra di pregio, mentre dagli scavi sono previsti 248.000 metri cubi. Sapete quanti M2 di "barriere antirumore" sono previsti? 7.390.
In realtà quest'opera è dannosa per il sottosuolo e le falde acquifere e per il Sito di Interesse Comunitario, sconvolge attività agricole (espropri di terreni fertili a gogò) e produttive. Butta aria inquinata concentrata su C. Alba e sul Villaggio Bellavista ed è a rischio esondazione nella zona di C. Alba. Sono le solite esagerazioni degli ambientalisti contrari allo sviluppo? Sapete cosa scrive l’ANAS a pag. 196 del File B6.1.11: “In conclusione, la maggior compromissione ambientale riguarda suolo, vegetazione, fauna, aree umide, paesaggio…corridoi ecologici e habitat di particolare valenza faunistica …”; cioè praticamente tutto!
Le “mitigazioni” e le compensazioni sono studiate e indicate scrupolosamente e ampiamente in numerosi altri files che prevedono “interventi di inserimento paesaggistico e ambientale” ed in materia di mitigazione acustica, opere a verde, ecc. Come vedete Galvagno avrebbe dovuto leggere il progetto: non può averlo fatto!
Anche l’ANAS allude all’esistenza di ipotesi e soluzioni ben diverse e molto meno invasive della TSO (strada extraurbana, collegamento da Asti ovest al nuovo ospedale) … ed accenna a soluzioni alternative in riva sinistra Borbore, alla disponibilità dichiarata delle F.S. a dismettere il ponte ferroviario Asti-Castagnole … a “quattro progetti urbani di forte significato (ospedale, campus scolastico superiore, parco urbano e servizi sportivi, riqualificazione del Borbore)”. Progetti non cancellati ma incompatibili con la cementificazione ciclopica di cui si parla.
Sempre ANAS cita il pregiudizio della “visuale dello skyline (orizzonte) della città …” e dell’artificializzazione del paesaggio. Tale impatto potrà ”solo in parte essere mitigato con la sistemazione finale degli imbocchi e l’eliminazione dei cantieri. Altra criticità è rappresentata dall’imbocco sud che coinvolge visivamente una zona di fruizione turistica e sarà visibile dal sistema collinare opposto in destra Tanaro”. Altra criticità in corrispondenza del viadotto Tanaro il quale “apporterà una intrusione visiva notevole in un ambito molto sensibile quale l’oasi di Belangero … Per le zone prossime (l’oasi della “Bula”) la reversibilità è molto dubbia e solo un’attenta attività di monitoraggio … potrà successivamente riferire gli esiti in relazione agli habitat attualmente presenti”. Cioè l’ANAS dice, vedremo poi! Come commentare?
… ed è enormemente costosa.
Sono 375 milioni di euro a preventivo. 5 chilometri di tracciato o 10 (con le opere accessorie) per chi è ricco cambia molto, ma a me non interessa la diatriba sul costo chilometrico proposta da Coffano: si tratta comunque di un sacco di soldi.
In termini ragionieristici si definisce capitale a rischio. Non in questo caso: qui il rischio non esiste. Gli eredi Gavio & c. pare si ritrovino blindati; mettono 375 milioni (ammesso che il preventivo non ‘lieviti’) e se li riprendono con un interesse del 7% annuo. Cioè dopo 23 anni e mezzo se ne acciuffano 765 (la loro quota è minore … ma …). Sempre che vi sia il numero di automobilisti previsti: se sono di più, meglio; se sono meno si protrae il periodo delle loro gestione autostradale … Ovvero si tratta di una operazione finanziaria di remunerazione del capitale!
Si dice non sono soldi pubblici, ma non è la platea degli utenti della A33 che sborsa i pedaggi? E i cuneesi sono d’accordo? Gettarsi in un pozzo non costa alcun euro: non per questo invitiamo a farlo! L’ultima “burla terminologica” è il puerile tentativo di far passare “la cosa” come ineluttabile: sapete … i soldi ci sono solo per questa bretella o così o c’è la morte civile, il sottosviluppo, il ritorno alla clava. Ovvero: c’è un’opera faraonica, costosa, dannosa e poco utile; non la si vuole impedire e non dovremmo pensar male? Ma qui il mondo gira alla rovescia, qui stiamo scherzando!
Il secondo comma dell’articolo 9 della Costituzione recita <La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione>. La logica vorrebbe pertanto che Armosino e Galvagno avessero un sussulto di dignità, si mettessero a capo di una rivolta Civile; invece fanno a gara per assecondare lo scempio, per trasformare anche noi in sudditi. Noi che sappiamo esservi, non lontani, decine di piloni di cemento armato della linea ferroviaria Asti – Castagnole Lanze, una linea, un’opera che lì non ci sembra abbia portato il paradiso terrestre …
Come nasce quest’opera?
Una tangenziale era stata progettata già nel 1960. Poi, man mano che la città si espandeva le ipotesi si allontanavano da questa e da Borbore. Ora la creazione del quartiere di Corso Alba ed il Villaggio Bellavista – oltre alle occlusioni presenti tra Corso Torino e Località Canova – renderebbero comunque il tracciato più complicato, poiché non si è “lasciato sgombro” nessun percorso, nessuna ‘pista’. D’altro lato sono poi sorti - a corredo dell’uscita autostradale Asti Est - sia la tangenziale Sud-Est, sia la superstrada verso Casale.
Nel 2000 l’ANAS si propose di realizzare l’Autostrada A33 Cuneo-Asti. A quel punto vi erano due opzioni: o realizzare un nuovo tracciato autostradale (più esterno, a sud est), oppure inglobare, ampliandola, la tangenziale esistente. Si scelse questa seconda soluzione ma a quel punto si privava il capoluogo della sua tangenziale: come risarcirlo? L’ANAS era disponibile a fare ciò che avrebbero indicato gli amministratori. Ed ecco il disastro all’orizzonte.
L’imprenditore sodale della C.M. Calcestruzzi di Marmo Roberto & c. (Società in Nome Collettivo), impresa di betonaggio, macchine movimento terra, ecc, che in quel momento era anche Presidente della Provincia, se ne uscì con un progetto sovra-dimensionato e molto impattante. Il genitore di quello attualmente in discussione.
Come sapete, successivamente la Giunta Voglino ha proposto una soluzione più aderente alle necessità di snellimento del traffico cittadino ed un po’ meno lesivo dal punto di vista ambientale. Da lì scaturisce la convenzione Comune/Provincia che chiede venga realizzata ”soltanto una delle due carreggiate per senso di marcia”.
Inciso: la democrazia che attiene questi iter è assai limitata. Malgrado le insistenze non siamo mai riusciti a capire a che punto fosse l’iter progettuale. Così ad Agosto è improvvisamente emerso che in 50 giorni si sarebbero dovute fare le osservazioni a questo progetto. Sebbene il comunicato stampa della Giunta Regionale del 23.02.2008 pare riferirvisi laddove si afferma esservi una <… richiesta degli Enti Locali di rivedere il progetto con … tracciato più conforme alle esigenze della viabilità locale … nonché il reinserimento nella procedura ordinaria … (e) … si riconferma che il Comune di Asti, pur reputando strategico il collegamento ad ovest, precisa che esso deve essere di gerarchia inferiore rispetto al tracciato di tipo autostradale da realizzare a sud-est (poiché) … la stragrande maggioranza dei mezzi in transito attorno al nodo di Asti hanno interesse a passare ad est e non ad ovest …>.
Rifondazione è, oggi più che mai, assai diffidente rispetto ad opzioni “minori”: ad esempio la famosa tangenziale a raso, vicino a Borbore: di soli 80 milioni di euro. Cioè non ci convincono neppure le consuete proposte “di mediazione”, tavole rotonde, Osservatori e quant’altro: dietro il fard, i rossetti e i fondo tinta sappiamo riconoscere un progetto dannoso. E questo lo è.
Parafrasando Jacques Prévert diremo “non potemmo essere moderati”, apprezziamo solamente le posizioni di chi si oppone a quest’opera indecente, non chi la vuole mitigare, abbellire, rendere un po’ meno onerosa. Farcela digerire. Chiederei agli Ecodem: chi ha detto al PD di proporre un Osservatorio dove non si potrà che discutere a partire dall’opera proposta (e non cavalcheremmo la tigre?)? Il mandato gli arriva dal Comitato o questa iniziativa rischia di “spaccare il fronte del no”? Soprattutto non ci metteremo ad ostacolare una potentissima lobbie nazionale, per fare “il tifo” per una autorevole cordata locale (anche il 5% di 80 milioni di euro è in grado di stimolare congrui appetiti). Anche in sede locale vi sono imprenditori senza troppi scrupoli, non sono rari immobiliaristi ed affaristi pronti a ritagliarsi la loro fetta di torta, così come sono numerosi i liberi professionisti pronti a molto se non a tutto (anche a tuffarsi nelle consuete ricostruzioni del dopoguerra in IRAQ, magari dopo che si sono liberate le strade dai cadaveri, che rischiano di sporcare il SUV, vero cari i nostri Ordini?).
Siamo chiari: non accettiamo né quest’opera né un’opera un po’ più piccola, un po’ meno impattante, un po’ meno inutile. Noi partiamo proprio da un punto di vista altro, radicalmente diverso, eppure banalmente razionale: COSA SERVE VERAMENTE AGLI ASTIGIANI, cosa ci serve davvero?
Non è opportuno cercare di privilegiare il trasporto pubblico, rispetto a quello privato? Non è meglio effettuare quelle opere viarie di cui vi è un manifesto bisogno, cioè partire dalle necessità? Cioè non fare demagogia sullo sviluppismo, non fare del “terrorismo psicologico” circa il fatto che i soldi ‘svanirebbero’ non ci sarebbero per altro: esprimiamo anzi la convinzione che una comunità coesa sappia convincere anche i governanti più ottusi dell’opportunità di stornare 70 milioni di euro per dei progetti veramente utili e rispettosi della natura. Invece di darli all’ANAS che li metterebbe in quest’opera, si finanzino idee più lungimiranti.
Invece spesso esagerano con la propaganda populistica. Il sindaco di Nizza Monferrato piagnucola che vuole arrivare in fretta all’ospedale, salvare l’infartuato, in ciò confortato da qualche altro disinformato che non ha letto il progetto né sa che il paziente, prima di essere trasportato, deve essere stabilizzato. Tutto questo mentre i consiglieri del Popolo Delle Libertà del Capoluogo comperano paginate di propaganda vantandosi di essere in procinto di realizzare, accanto all’ospedale, la piazzola di atterraggio dell’elisoccorso. Premesso che i soldi non li mettono né loro né il Comune, delle due l’una: si vuole arrivare in fretta con l’ambulanza o con l’elicottero? Li faremo mica litigare?
Le proposte del PRC.
Dal punto di vista viario ci sembra utile creare un collegamento diretto tra Corso Ivrea e Corso Torino, migliorando, ad esempio la viabilità su Via Aosta e Strada Ragazzi del ’99. Come ci sembra necessario intervenire per migliorare la viabilità di strada Laverdi-na, del Villaggio Bellavista (magari ampliando anche i due ponti adiacenti) e le carreggiate fino a Vaglieranno - il cui aggiramento permetterebbe una vera alternativa per chi giunge da San Damiano, in modo da non intasare Corso Torino. Anche in quest’ultimo è necessario rivedere viabilità e rotonde. Ci sembra inoltre utile realizzare un ponte sul Borbore tra Via Gaeta e Strada Falletti (e migliorarne le stato), all’altezza della rotonda dietro al PAM.
Ma le soluzioni vere, di prospettiva, sulle quali noi punteremmo, sono altre.
1. la creazione di parcheggi scambiatori (magari custoditi e gratuiti) alle porte del capoluogo. Se si intercettassero buona parte dei mezzi privati che percorrono le 5 più grandi direttrici di ingresso, avremmo una città meno inquinata e meno intasata. Il Convegno ci dirà meglio cos’è la proposta di metropolitana leggera (come integrare, e non sovrapporre come spesso accade, le mobilità oggi svolte da treni ed autobus). Come bloccare le auto a San Marzanotto e Portacomaro Stazione (intercettando C. Alessandria) e Settime (o Serravalle o Sessant, captando C. Torino). Ciò equivale ad un minor inquinamento ed una miglior vivibilità urbana, a svuotare i parcheggi cittadini. Se uno poi volesse andare comunque in centro con il suo mezzo (senza un’effettiva necessità): allora che paghi! Ma lo scoraggiamento autentico sta nell’ipotesi di trasporto pubblico esteso, frequente, puntuale e poco oneroso!
2. Impossibile? A noi non pare. L’Europa e l’Italia sono disseminati di esempi virtuosi (Innsbruck su tutti. Invece il manifesto affisso da Galvagno a quale Europa allude?). Si vuole una proposta rivoluzionaria, utile, semplice e poco costosa? Semplice: chi entra in autostrada nel casello Asti Est ed esce al casello Asti Ovest – e viceversa – non paga nulla. La cifra complessiva (50 centesimi per 2000 utenti/giorno) è di 365.000 euro all’anno; a noi pare abbordabile, o no?
3. abbiamo apprezzato l’idea delle biciclette in affitto (si potrebbe estendere anche alle auto). Ma dove sono le piste ciclabili? Gli amministratori si possono muovere in modo così contraddittorio, senza fare scelte di fondo? Senza vedere gli inquinamenti e continuando ad assecondare il trasporto privato su gomma?
4. Richiedere che venga razionalizzato il collegamento tra la Tangenziale Asti Sud Est e Via Ticino e che sia finalmente concretizzato il cavalcavia tra Via Torchio ed il quartiere San Fedele.
Questi riteniamo siano progetti utili e non troppo impattanti sull’ambiente. Di questi verremmo discutere; anche se si tratta di cambiare abitudini consolidate. E’ con lo spirito di chi vuol fornire un contributo che abbiamo pensato a questo convegno. Sappiamo però che gli interessi in ballo - i $ - sono tanti e che la lotta non sarà né facile né breve però i cittadini ed il Comitato (al quale tireranno la giacchetta o assesteranno colpi bassi) sappiano che il PRC, nella modestia delle sue forze, non lesinerà nulla del suo impegno. per impedire che quest’opera venga realizzata, per impedire che trionfino grandi o piccole lobbies.