A cura di Co.M.I.S.-Coordinamento Mobilità Integrata e Sostenibile.
Nei giorni scorsi abbiamo appreso la notizia che Asti occupa la non invidiabile terza posizione nella classifica stilata da Legambiente per le città più inquinate d’Italia, subito dietro Torino e Milano. Riconoscimento che non può che aumentare la preoccupazione per il nostro benessere visto che l’inquinamento è responsabile ogni anno di migliaia di morti premature, nel 2022 nel nostro Paese se ne stimano circa 52.000, e di gravi danni alla salute.
Considerato che entro il 2030 l’obiettivo dell’Europa è di inasprire i limiti massimi di legge attualmente in vigore adottati per la misurazione della concentrazione degli inquinanti e visto che le politiche attuate finora per migliorare la situazione si sono dimostrate del tutto insufficienti e inadeguate, la logica conseguenza è la richiesta di un’inversione nell’amministrazione delle nostre città e dell’ambiente che le circonda...
È ormai noto che i responsabili dell’inquinamento sono le emissioni civili e industriali, ma anche il traffico veicolare che vede un record negativo del nostro Paese del numero di auto per abitante, 65 ogni 100 mentre dovrebbero essere la metà.
Che cosa si potrebbe fare?
Ampliare le zone pedonali, limitare la velocità in città a 30 km/h, aumentare la frequenza delle corse dei mezzi pubblici creando anche delle corsie riservate, realizzare percorsi ciclabili sicuri, riportare il servizio ferroviario ai livelli pre Covid, riattivare le linee sospese, attuare l’integrazione modale per servire al meglio tutti i territori, predisporre un sistema tariffario regionale che comprenda tutti i mezzi pubblici oltre al bike e car sharing.
Leggiamo perciò con stupore le dichiarazioni del Sindaco Rasero quando afferma che Asti ha già adottato numerose misure come quelle citate delle quali però non si vedono gli effetti.
È vero che alcune iniziative sono state intraprese, ma sono scoordinate tra di loro, talvolta isolate, fattori che potrebbero causarne l’insuccesso e l’incomprensione da parte dei cittadini. In generale notiamo la mancanza di una nuova visione della città, più a misura degli abitanti, rispettosa dell’ambiente, che al centro dovrebbe porre le persone ed il loro benessere.
Ad esempio l’ampliamento della zona ZTL e la trasformazione di parcheggi da liberi a pagamento dovrebbero essere accompagnati dall’aumento dell’offerta del trasporto pubblico urbano ed extraurbano comprendendo anche le linee ferroviarie attive e sospese. In questo modo si fornirebbe un’alternativa valida all’utilizzo del mezzo privato.
Questi temi il Co.M.I.S. li propone da anni ed a vari interlocutori e riteniamo che sia arrivato il momento che i nostri amministratori ne prendano atto e convertano le loro politiche ad una vera transizione ormai non più rinviabile.
È ora di abbandonare personalismi, preconcetti e false attribuzioni di fanatismo, a favore della collaborazione finalizzata al miglioramento della situazione generale con al centro la qualità di vita delle persone.
Siamo quindi ad offrire la nostra esperienza quotidiana di utilizzatori del trasporto pubblico locale che apporterebbe un significativo contributo finalizzato a costruire un’offerta adeguata alle esigenze degli utenti ed a beneficio di tutti.