Riceviamo dai Gruppi Regionali Prc e Ecologisti-Uniti a Sinistra:
Non abbiamo partecipato alla votazione finale sul piano casa, passato l'8 Luglio in Consiglio Regionale, perché siamo profondamente contrari alla filosofia che soggiace a questo provvedimento, che nasce da una boutade del premier. Infatti Berlusconi, in modo molto superficiale e populista, pensa con il piano casa di dare una risposta alla crisi economica e di rilanciare il settore dell’edilizia e delle costruzioni.
Si tratta di pura fantasia; questa non è sicuramente la direzione giusta per far ripartire l’economia, ma solo un ulteriore modo per deturpare il territorio andando contro ogni logica di rispetto di standard e programmazione urbanistica. Tra l’altro lo pseudo rilancio dell’economia, altro non è che un condono anticipato che rischia di creare non “lavoro buono”, ma sacche di lavoro nero.
Per inquadrare il provvedimento bisogna partire dai dati generali. In Italia i proprietari di casa sono circa il 70% della popolazione (più le seconde e terze case): se il 10% di questi aderisse al piano-casa si può stimare un incremento del volume complessivo edificato equivalente ad alcune centinaia di migliaia di appartamenti e villette. Un ampliamento del 20% della volumetria comporterebbe una crescita della superficie abitabile di 490 milioni di metri quadrati che, considerando tre metri di altezza, diventa di 1,5 miliardi di metri cubi in più.
Cioè si potrebbe arrivare ad un consumo record di cemento di 220 milioni di tonnellate contro i 47,5 milioni di tonnellate del 2007. Per avere un´idea, l´Austria ne produce solo 4 milioni di tonnellate l´anno, il Regno Unito, la Francia e la Germania, rispettivamente 12, 21 e 33 milioni. Per produrre 220 milioni di tonnellate di cemento ci vogliono 800 milioni di tonnellate di sabbie e ghiaie, 30 milioni di metri cubi di acqua e l'apertura di oltre 5.000 cave, il doppio di quelle esistenti. E siccome per produrre una tonnellata di cemento si emettono 0,89 tonnellate di anidride carbonica, si avrà un incremento di emissioni dall´8 al 15% (altro che Kyoto). Le polveri sottili passeranno da 2.600 a 8.000 tonnellate l'anno, per non parlare dell´energia complessiva che ci vorrà.
Il Piemonte non ha bisogno del “piano-casa Berlusconi”: il nostro piano casa con 10.000 alloggi entro il 2012 è valido, ed è una delle misure che più hanno caratterizzato in positivo l´amministrazione di questa Regione.
Rispetto alla legge approvata ieri, apprezziamo il fatto che il Piemonte, pur recependo questa deregulation edilizia, abbia posto una serie di importanti limitazioni rispetto ai possibili ampliamenti riguardanti il rendimento energetico degli edifici e cercando di diminuire il più possibile gli sprechi energetici.
I nostri gruppi hanno lavorato per mantenere il più possibile una serie di limitazioni su parchi, aree di pregio paesaggistiche e centri storici, ma riteniamo assai grave che sia passato un emendamento del Partito Democratico che permette alcuni tipi di ampliamento nelle cosiddette aree ex “Galasso” e “Galassini”.
Ci siamo cimentati su questo e quindi pensiamo che la riduzione del danno ottenuta abbia migliorato un po' il testo. Ma a questo stiamo e il danno ci pare comunque significativo. Per tutti questi motivi nella discussione abbiamo espresso le nostre critiche e non abbiamo partecipato alla votazione finale.
Torino, 9 Luglio 2009
Gruppi Regionali Prc e Ecologisti-Uniti a Sinistra