Valutazione del Festival del Paesaggio Agrario di Vinchio

A cura di Laurana Lajolo (direttrice del Festival).
ImageNegli incontri della prima edizione del Festival del paesaggio agrario (Vinchio d’Asti 19-21 giugno 2009), a cui hanno partecipato studiosi, operatori culturali, produttori, amministratori  e giornalisti, sono state messe a confronto competenze e esperienze diverse dal settore agronomico all’urbanistica, dalla produzione vitivinicola all’architettura del paesaggio, dall’antropologia alla certificazione ambientale, inserite in uno scenario generale, con alcuni esempi concreti in campo locale. L’intenzione del Festival non era quella di fermarsi alla denuncia delle molte criticità, ma di fornire alcune proposte nel campo della ricerca scientifica, dell’indagine sociologica e territoriale, delle buone pratiche…

E l’esito del Festival ha confermato questo impegno.
E’ stato sottolineato che la produzione di qualità è parte integrante della difesa del paesaggio agrario. Una buona produzione ha bisogno di un bel paesaggio, curato e tutelato, così come l’ambiente conservato viene a fornire un valore aggiunto al prodotto non solo nella fase della coltivazione, ma anche in quella della commercializzazione e del consumo.
Il paesaggio agrario è, dunque, il risultato della trasformazione operata dal lavoro umano e, pertanto, è depositario della storia e dell’identità di una comunità, ma non può essere museificato, semmai la sua trasformazione, indotta dai sistemi di produzione, deve essere governata dagli stessi produttori e dalle istituzioni con pianificazioni territoriali ai fini di uno sviluppo sostenibile e di un turismo responsabile.

Significative sono le esperienze portate dagli enti pubblici e amministrazioni comunali che perseguono una corretta politica ambientale a sostegno del risparmio energetico, al miglioramento della qualità della vita con politiche ambientali e urbanistiche di pianificazione condivisa con soggetti sociali ed economici in una rete di territori più vasta del singolo ente.
La pianificazione urbanistica dei comuni rurali, inseriti in ambiti territoriali più vasti, deve essere partecipata dalla stessa popolazione proprio perché va a toccare l’identità di quel territorio, il luogo abitato, il patrimonio produttivo. In tale prospettiva va tenuto presente anche l’approccio biocentrico e non solo antropico per la salvaguardia del territorio, poiché gli interventi umani possono mettere in crisi la biologia del pianeta. Insieme alla partecipazione dei cittadini va messa in campo, dunque, anche una strategia educativa alla biodiversità.

Il pericolo mortale del paesaggio agrario è la cementificazione, una continua rapina del suolo fertile, che ha assunto negli ultimi anni una crescita esponenziale per interessi speculativi, non giustificata da esigenze sociali visto che la popolazione è in calo. L’agricoltura è stata depauperata, resa marginale nel processo di crescita economica, ma la crisi in atto, profonda e di sistema, dimostra la necessità di un inversione del modello di sviluppo, ripristinando il valore economico dei suoli e riconquistando alla produzione terreni ora cementificati. E’ questo un problema indubbiamente molto complesso per la diffusione degli insediamenti abitativi e produttivi (artigianali e industriali) ben al di là del concentrico urbano e delle sue periferie.

Invertire questa tendenza è la nuova responsabilità dei pianificatori, degli amministratori, dei produttori, di tutti i cittadini al fine di evitare di essere privati di futuro. E’ necessario stabilire un patto di coesione sociale tra città e campagna e tra istituzioni e cittadini per orientare le scelte politiche, economiche e sociali verso uno sviluppo sostenibile, che si sostanzi del governo partecipato del suolo, del cambiamento della modalità dei consumi e della commercializzazione dei prodotti. E la nuova frontiera della modernità sta nella valorizzazione del territorio produttivo.

Il Festival del paesaggio agrario è stato promosso da: Comune di Vinchio d’Asti, Cantina di Vinchio – Vaglio, Ente Parchi Astigiani, con il supporto della Regione Piemonte - Assessorato Agricoltura.
Progettazione e direzione: Associazione culturale Davide Lajolo.
Hanno collaborato: Asti Studi Superiori – Centro studi per lo sviluppo rurale della collina, Corintea, Istituto nazionale di urbanistica, Leader Asti, Ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti, Ordine degli agronomi, Osservatorio del paesaggio per l’Astigiano e il Monferrato e  i comitati per la difesa del territorio.
Con il sostegno di Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, Banca Cassa di Risparmio di Asti,
Fondazione CRT.

http://www.davidelajolo.it,
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