a cura dell'Associazione Rurale Italiana.
Venerdì 12 febbraio il Presidente incaricato Draghi ha nominato i ministri della sua compagine governativa. Per chi lavora la terra, Agricoltura e Transizione Ecologica vissuti tra preoccupazioni e speranze. La lunga crisi che dal lontano 2007/2008 percorre questa parte del mondo, aggravata dalla crisi sanitaria attuale, ha messo a dura prova l'agricoltura, soprattutto quella contadina, ma ha anche dimostrato che la resilienza - fatta da pratiche agroecologiche rispettose dell'ambiente e da pratiche economiche e sociali vicine ai veri bisogni della popolazione - deve e può essere la base per ripensare e riformare radicalmente il nostro sistema economico, la gestione del territorio e delle risorse naturali e una finalmente più equa ripartizione della ricchezza del nostro Paese...
Anche in questa fase così drammatica abbiamo dovuto però lottare fin dal primo momento contro una visione produttiva e della distribuzione del cibo legata a modelli che hanno generato, essi stessi, questa sindemia. Modelli agricoli minoritari ma che sembrano essere gli unici finora riconosciuti dalla classe dirigente di questo Paese. Noi ribadiamo, ancora una volta, che è proprio l’agricoltura contadina l'unica in grado di tenere insieme sovranità alimentare, rispetto dell'ambiente e garanzia di accesso ad un cibo di qualità anche per chi sta sprofondando nella povertà.
Ci auguriamo sinceramente che il ministro Stefano Patuanelli abbia la volontà e la determinazione per dare una giusta centralità all’agricoltura, che deve cessare di essere usata come mera merce di scambio politico e commerciale al solo vantaggio di un ristrettissimo gruppo di pressione, gruppo già lautamente compensato dalle risorse comunitarie: nel 2019 i primi 5 tra i finanziati si sono aggiudicati 97 milioni di euro.
Al Ministro vogliamo offrire la nostra disponibilità e competenza, nel poter continuare a fornire a tutte e tutti cibo di qualità a prezzi sostenibili, rispettando i territori, l'ambiente, le risorse naturali e dando una vita dignitosa alle milioni di persone legate al mondo rurale: contadine, braccianti e operai che di questa filiera fondamentale sono l'anima e l’irrinunciabile struttura portante.
D’altra parte, ci sembra preoccupante e molto riduttiva l’equiparazione tra ecologia e tecnologia proposta da altre componenti del suo governo, fautori dell'agricoltura detta "di precisione", delle intelligenze artificiali e dell’automazione, ma soprattutto delle biotecnologie e dei nuovi OGM come valore per il “made in Italy”. Ribadiamo che la transizione ecologica non può passare per una scorciatoia tecnologica, e deve accompagnare un radicale cambiamento del modello agricolo.
Il rischio di una transizione verso un modello che, per il Paese, significherebbe sprofondare ancora di più in una iniqua insostenibilità economica e ambientale ci sembra dunque concreto. Associazione Rurale Italiana per la crescita della società civile, un'agricoltura contadina socialmente giusta ed un corretto utilizzo di tutte le risorse naturali rispettoso della biodiversità, attento ad una produzione ecologicamente durevole per la Sovranità Alimentare. Membro del Coordinamento Europeo Via Campesina.
Merita tutta l’attenzione possibile la situazione di migliaia di lavoratori agricoli, migranti e non, che vivono in condizioni sempre più precarie, stritolati dalla mancanza di legalità nel rispetto delle norme sul lavoro soprattutto in materia di salari e condizioni abitative e sanitarie, e da leggi che li ricattano fra permesso di soggiorno e rivendicazione dei propri diritti laborali.
Le sfide che il Ministro Patuanelli dovrà affrontare sono fondamentali e non facili sul piano di confronto interno al Governo. Il Piano Nazionale Strategico della Politica Agricola Comune (PAC), che il precedente Ministro ha evitato di porre al dibattito - come raccomandato dalla UE - dovrà mettere le basi per un radicale cambiamento delle modalità con le quali utilizzare i contributi pubblici in agricoltura, sulla base di reali principi di condizionalità sociale ed ambientale. Non vogliamo essere ricoperti di slogan sulla sostenibilità che coprano, a loro volta, un ulteriore supporto all’agricoltura industriale nel nostro Paese. La riforma della legge sementiera dovrà tenere conto dei diritti dei contadini sulle sementi.
Per il contrasto alla perdita di superficie agricola e al nuovo latifondismo, è per noi fondamentale approvare la Legge per l’Agricoltura Contadina. Da ormai troppi anni tale legge sosta nelle Commissioni parlamentari senza vedere la luce, a causa di un ostracismo più o meno palese di forze che restano caparbiamente avverse all'agricoltura contadina, modo di produzione che copre oltre 800.000 aziende agricole, fornitrici della maggior parte del prodotto fresco e della materia prima di qualità necessaria anche ad una parte dell’industria agroalimentare.
Ricordiamo sommessamente al sig. Ministro che nel dicembre 2018 le Nazioni Unite hanno approvato la Dichiarazione Universale dei Diritti dei Contadini e dei Lavoratori Agricoli (UNDROP) e chiediamo che anche l’Italia rispetti i dettami di questa importante documento giuridico internazionale. Noi siamo pronti a fare la nostra parte, e chiederemo di incontrare il Ministro, nei tempi e nei modi che vorrà decidere, per un positivo e costruttivo confronto democratico. Ci presenteremo al Ministro per illustrare queste e altre sfide che riguardano le nostre vite e le vite future, determinanti per il settore agricolo di questo Paese.
Noi siamo pronti, e lei Ministro?