di Marinella Correggia.
Mentre il clima che cambia provoca più fame, e mentre, nell'indifferenza, guerre fomentate anche dall'Italia devastano intere nazioni, ecco che la giunta azzeccagarbugli Raggi-Totti regala ai tifosi dei tiracalci miliardari un altro stadio con opere annesse; dimezzate: solo metà rovina ...
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Un'opera inutile, un pesante impatto sul clima (non è difficile calcolarlo), una dolorosa ennesima colata fossile sul suolo, la prova finale che a Roma la politica ha un'unica direzione, e non è quella del cambiamento. Altro che ecofuturo.
Lo stadio (nella capitale ce ne sono già due, mi pare) è un'arma di distrazione di massa. Acchiappavoti. La solita vecchia politica. Vecchissima. Dell'epoca dei romani: panem et circenses. Con il corollario di spacciare il tutto per vittoria ecologista. Incredibile faccia tosta. Ma sarà premiata con i voti. Il mondo è dei furbi.
Metteranno il fotovoltaico sui tetti? E' pura cosmesi, perché servirà ad alimentare i templi del consumismo e del non-pensiero, lo stadio, i centri commerciali.
Comunque quel che più amareggia è che anche chi non era d'accordo sulle cubature o sul luogo, lo stadio lo voleva. "Lo stadio sì": era un coro. Non rimane che dichiararsi apolidi, in una nazione guerrafondaia e pallonara al tempo stesso.