Gino Scarsi commenta l'incredibile posizione di Confindustria Cuneo e dell'Associazione dei Piccoli Comuni contro il DDL a tutela del suolo agricolo.
E’ preoccupante che i piccoli comuni facciano fronte comune (scusate il gioco di parole ...) con la Confindustria; è pur vero che il settore industriale sovente detta legge, ma in questo caso gli industriali sbagliano dimostrando una totale ignoranza e incomprensione verso la risorsa non rinnovabile chiamata suolo. Forse vivono su di un altro pianeta se ancora non si sono accorti che la cementificazione ha mangiato mezza Italia, che puntualmente si va a mollo e si muore, che il suolo trattiene la CO2 e consumarlo riscalda il pianeta (in quattro anni è come se avessimo messo in circolazione quattro milioni di nuove auto), che dagli anni ’70 la superficie agricola è diminuita del 28 %, come se avessimo cancellato con un solo colpo di spugna Lombardia, Liguria ed Emilia Romagna ...
Gli industriali cuneesi non se ne sono accorti anzi, unici in Italia, hanno chiesto ai loro aderenti di impermeabilizzare (leggi cementificare) i loro terreni edificabili non ancora costruiti per impedire che dopo una attenta analisi delle esigenze e di ciò che è disponibile restino a destinazione agricola. E questo succede in presenza di un loro censimento sui capannoni sfitti in vendita o non usati in provincia di Cuneo che risultano essere ben il 40 % !
Industriali illuminati? Viene da pensare piuttosto a nuovi barbari che avanzano.
I piccoli e grandi comuni leggano bene il ddl proposto alla discussione in Parlamento, penso proprio non l’abbiano fatto e che si siano messi “a rimorchio” di un potere forte senza un minimo di dibattito preventivo su tutta una serie di soggetti anche economici che ormai hanno capito che non è più possibile considerare il territorio come una mucca da mungere e senza uno sguardo più ampio e lungimirante.
Al Sindaco Marco Perosino, che rappresenta il Roero, richiederei con molta simpatia che su questo fronte la smetta di far danni, già stiamo masticando amaro per un Roero non completamente inserito nell’Unesco, frutto di una palese miopia politica che ha privilegiato interessi piccini, non ripetiamo gli stessi errori.
Questa legge da anni attesa è molto importante, e non è neanche quella che noi condividiamo come Salviamo il Paesaggio, perché lascia ancora grandi margini per consumi di nuovi suoli, ma parla anche seriamente di rigenerazione urbana e di riuso del patrimonio edilizio non utilizzato, può rappresentare comunque un cambio di rotta, ormai non più procrastinabile.
Chiediamo ai sindaci di non sentire soltanto gli industriali ma di sviluppare sul disegno di legge un dibattito serio coinvolgendo TUTTI i soggetti interessati.
Per Salviamo il Paesaggio di Roero e Langhe, Gino Scarsi (Messaggio condiviso anche dal Comitato cuneese di Salviamo il Paesaggio)