Il paesaggio italiano aggredito da un nuovo pericolo



di Alessandro Mortarino.


Questa volta non è la cementificazione selvaggia al centro di un nuovo allarme, ma l'azione distruttrice di un lepidottero che sta decimando una delle principali caratteristiche dell'invidiato "giardino all'italiana", elemento peculiare del nostro paesaggio. Si tratta della Cydalima perspectalis, più noto come Piralide del Bosso; un insetto particolarmente dannoso, introdotto accidentalmente in Germania nel 2006 a seguito di importazioni di piantine dalla Cina, che si sta diffondendo in tutta Europa e sta attaccando massicciamente le nostre siepi, mettendone a rischio la loro sopravvivenza ...

Non occorre essere un esperto nè possedere una siepe di bosso per accorgersi della gravità di quanto sta accadendo: ovunque (e in special modo per le siepi pubbliche cittadine) è facilmente visibile il passaggio del temibile insetto che provoca il disseccamento della pianta. Il risultato è che il giardino all'italiana, vanto del nostro giardinaggio e dei paesaggi più caratteristici sin dalla metà del XVI secolo, rischia di subire un irrimediabile colpo. Mortale.

La Cydalima perspectalis è una farfalla con ali bianche munite di una evidente fascia marrone distale (ma esiste anche una forma melanica, caratterizzata da ali brune). Dopo 2-3 giorni le larve di prima età, lunghe 1,5 mm circa e di colore giallo con capo nero, fuoriescono dalle uova e si nutrono sulla pagina inferiore delle foglie, risparmiando solo l’epidermide superiore. A partire dalla terza età, si nutrono dell’intera foglia, rispettandone solo le nervature e tessendo fili sericei con cui avvolgono le foglie fino a formare dei nidi al cui interno si riparano e dove, in seguito, si incrisalidano. Le larve possono intaccare anche la corteccia dei rametti. Lo sviluppo avviene attraverso 5 o addirittura 6 stadi larvali via via più grandi e con colorazione più intensa, con tinta di fondo giallo verde e bande laterali nere, fino a raggiungere 35-38 mm di lunghezza.
Superato l'inverno, le larve di terza età riprendono la loro attività in aprile, ma la mitezza degli ultimi inverni ha anticipato di diverse settimane il loro risveglio. La seconda generazione di adulti risulta presente in agosto-settembre, mentre una terza generazione può manifestarsi anche in ottobre.

Questo insetto è particolarmente dannoso e nell’arco di pochi giorni può provocare il disseccamento di intere siepi che virano dal caratteristico colore verde intenso a una tonalità bruno ocracea o grigiastra, con presenza abbondante tra il fogliame secco dei diversi stadi della farfalla, deiezioni larvali e teli sericei: quante ne potete già contare attorno alla vostra casa ?

La gravità dei danni che lo sviluppo delle larve è in grado di arrecare richiede un attento e costante controllo delle piante di bosso nel periodo di attività dell’insetto, dalla primavera all’autunno. Solo agendo tempestivamente, alla comparsa dei primi sintomi, si può contenere l’estendersi dei disseccamenti utilizzando insetticidi specifici o Bacillus thuringiensis var. kurstaki (a minor impatto ambientale, ma efficace solo se utilizzato con il giusto tempismo).

E' quindi necessario che tutti siano informati del pericolo (un altro degli effetti deleteri della globalizzazione ...) e si armino di paziente capacità nell'osservazione giornaliera della condizione delle loro siepi. Al primo avvistamento di larve, occorre intervenire con i trattamenti scelti e poi procedere con costanti osservazioni. Purtroppo al momento non esistono soluzioni preventive.

Noi abbiamo ottenuto, per ora, discreti risultati con l'utilizzo del Bacillus thuringiensis var. kurstaki. Non cantiamo però vittoria e ... osserviamo (pronti ad intervenire).
Ma il lepidottero, ovviamente, non si limita a frequentare una sola siepe e dunque il problema singolo è il problema di tutti.

Attenti alla Cydalima perspectalis ! Il nostro paesaggio va difeso anche così ...
(Per ogni approfondimento necessario vi rimandiamo a questa scheda tecnica curata dalla Regione Piemonte, che contiene anche informazioni per gli interventi fitosanitari praticabili: http://www.regione.piemonte.it/archivio/agri/quaderni/agri/comunicazione/quaderni/num83/dwd/piralide_bosso.pdf).

Ah, già che ci siamo ...
Segnaliamo un altro pericolo per le nostre essenze arboree locali tipiche: questa volta a causarlo non è un insetto ma l'homo sapiens sapiens. Avete presente il salice, sempre presente in ordinati filari in prossimità di aree umide al fondo dei vigneti ? Bene, siamo pronti a scommettere che nei prossimi anni scompariranno (e già iniziano a scomparire).
E' l'effetto del cambiamento di abitudini agronomiche: i salici servivano infatti ai contadini per ricavare i "guret", con i quali si legavano le viti. Oggi la tecnologia ha prodotto macchine manuali e fili sintetici che rendono l'operazione molto più rapida. I salici, quindi, non servono più ... E, infatti, ormai è abituale vedere in primavera i salici non potati e con chiome selvagge, prodromo di sicuri futuri abbattimenti !
I tempi cambiano. E gli alberi, si sa, sono tollerati solo se utili, e non per le loro funzioni biologiche, ambientali, estetiche e per la loro azione di contenimento di rive e terreni.

Sapiens ? Mah ...

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