La rivolta di Gaia ?


di Antoine Fratini*.

«La Liguria si è arresa» ! Esondazioni, smottamenti, alluvioni, frane, dissesto idrogeologico, inondazioni, crolli ... i titoli e le espressioni che riempiono le prime pagine dei giornali in queste ultime settimane assomigliano sempre più a bollettini di guerra che conteggiano le ferite inflitte al territorio assieme alle vittime e agli sfollati del cosidetto «maltempo», ovvero di una Natura recalcitrante che non si riesce a dominare. O che non intende essere dominata ? ...

I cittadini gridano allo scandalo, i politici si scaricano le responsabilità a vicenda, i giornalisti sfruttano la notizia ... ma nessuno osa rimettere in questione il paradigma della crescita. Sarebbe come infrangere un vero e proprio tabù religioso (1). Anzi, è probabile che i fondi straordinari che verranno stanziati ai Comuni favoriscano altre colate di cemento !
Qualcuno addirittura preferisce colpevolizzare gli ambientalisti rei, secondo loro, di opporsi per fanatismo ideologico alla pulizia dei corsi d'acqua ! L'importante è non toccare il partito trasversale del cemento (2) e dell'asfalto che, sotto il giogo delle lobby, ha minato il territorio italiano e distrutto per sempre quel patrimonio paesaggistico che tra il '700 e l'800 costituì per innumerevoli artisti, letterati e scienziati di tutto il mondo il più grande motivo di attrazione del loro educativo «viaggio in Italia».
Poi ci si chiede perché l'Italia è l'unico grande paese europeo a registrare puntualmente un sensibile calo del turismo (3) !

Questi «bollettini» di guerra tra Uomo e Natura si ripetono ormai da molti decenni e probabilmente si ripresenteranno ancora in futuro, almeno fintanto che l'uomo non acquisterà una visione olistica del problema e non supererà la sua fede, tanto irragionevole quanto incrollabile, in una economia basata sulla crescita esponenziale, del tutto incompatibile con le esigenze ecologiche del pianeta e psicologiche dell'uomo.
In effetti, la continua crescita del PIL è impensabile senza un ulteriore sfruttamento della Natura. Così, ogni provvedimento spacciato per «verde», dovendo in realtà sottostare alla legge del profitto, non può che incentivare la crescita e gravare ulteriormente sul sistema terrestre. Basti fare l'esempio delle marmitte catalitiche che avrebbero dovuto abassare drasticamente l'inquinamento atmosferico, ma che invece hanno solo prodotto una enorme quantità di nuove auto da smerciare e di marmitte da smaltire; oppure pensiamo alle nuove ennesime tangenziali che avrebbero dovuto snellire il traffico mentre nelle grandi città la circolazione è sempre più intasata.

Questa totale soggezione al concetto di crescita spiega perché le uniche politiche sensate, quelle legate alla decrescita, non sono nemmeno prese in considerazione dai politici. Una decrescita portata avanti consapevolmente significherebbe infatti una minore entropia del sistema, meno rifiuti da smaltire, meno inquinamento, maggior tempo libero e maggiore qualità della vita per i cittadini. Invece, lo scenario cui si assiste impotenti e rassegnati è ben diverso. Come ha efficacemente mostrato il filosofo Christian Godin nel suo ultimo libro (4), l'homo economicus ha, seppur inconsapevolmente, dichiarato guerra alla Natura le cui esigenze evocano nell'immaginario economico i peggiori fantasmi.

A tale riguardo particolarmente significativo è il recentissimo libro "Contro (la) natura" (5) di Chicco Testa che costituisce, in barba ad ogni conoscenza ecologica e antropologica seria, un vero e proprio compendio di questi fantasmi. I fiumi vanno quindi costretti e la Natura in generale va fatta tacere e soggiogata. Come non pensare poi, a quell'altro fatto successo di recente dell'orso ucciso per «essersi permesso» di aggredire un fungaiolo probabilmente poco rispettoso.
Questo trend «contro Natura» è per la verità molto antico. Esso può essere fatto risalire a quell'infelice passo della Genesi che esorta l'uomo, unica creatura fatta ad immagine di Dio, a dominare la Natura e a «mettere sotto» gli altri esseri viventi. Ma i nostri mali, oggi, vengono proprio da una concezione del mondo che pone l'uomo al di fuori della Natura e anzi vede quest'ultima come nemica. La maggior parte dei mali che colpiscono la nostra società, come l'inquinamento, la sovrapopolazione, il traffico, le guerre, come anche buona parte delle problematiche psicologiche legate allo stress dello stile di vita moderna, derivano infatti dall'adozione acritica e religiosa del paradigma della crescita.
Tutto ciò appare talmente chiaro che c'è da chiedersi come mai l'uomo non se ne accorge ?! Difficile pensare ad una semplice svista. Si è piuttosto di fronte ad un problema psicologico e culturale, ad una sorta di fanatismo economico che offusca il Cuore dell'uomo.

«Dominare la Natura ? L'uomo è ancora incapace di dominare la sua propria natura, cui la follia lo spinge a volere dominare la Natura perdendo il controllo di sé stesso. Dominare il mondo ? Ma egli è tuttora poco più di un microbo nel gigantesco e enigmatico cosmo»(6).

La Natura, dicevo, va ammutolita. Sentire le sue voci sarebbe come provare dei dubbi circa il sistema che si crede di governare mentre se ne è governati. Già, che assurdità attribuire voce alla Natura, pensare che questa possa avere delle intenzioni e delle reazioni ! Bando agli antropomorfismi ingenui e pericolosi che rischierebbero di farci regredire alla mentalità dei primitivi che credono negli spiriti della Natura e rimangono prigionieri di una errata concezione pre-razionale e pre-scientifica del mondo !
Eppure, un numero crescente di persone oggi tornano a percepirsi parti di un Tutto che li trascende e a patire sulla loro pelle le sofferenze del pianeta. Tale stato di cose trova una sorprendente corrispondenza nel campo della scienza moderna, in particolare nell'ipotesi Gaia di James Lovelock che concepisce la Terra come un super-organismo altamente complesso e cosciente di sé, in grado di reagire quindi al trattamento parassitario riservatogli dall'homo economicus. Secondo tale ipotesi infatti, Gaia si sarebbe ammalata a causa del parassitismo umano che mette in pericolo i suoi delicati e complessi equilibri.

L'effetto serra andrebbe considerato come la febbre di Gaia, il buco nell'ozono come un cancro della sua pelle, le pioggie acide e l'inquinamento dell'acqua come malattie del suo apparato digerente ... Tale «geofisiologia» ha il pregio di permettere una comprensione globale del sistema Terra e di prospettare una vera e propria «medicina della Terra». Vediamo quindi che approccio scientifico e approccio animistico, pensiero astratto e immaginazione del Cuore, giungono alle stesse conclusioni e impongono una vera e propria rivoluzione culturale, una sorta di reincanto o di risacralizzazione del mondo.

Scrive Antoine de Saint'Exupéry (7): «nella vita non vi sono soluzioni. Vi sono forze in cammino: bisogna crearle e le soluzioni giungono». Quel che chiamiamo Natura, infatti, è un insieme di «forze» che bisogna imparare a conoscere e a rispettare. Queste «forze» possono essere concepite con la Testa o percepite con il Cuore, ma richiedono sempre un profondo, sacro rispetto.

Pertanto, si fa oggi sempre più doveroso e impellente affermare la non validità e la problematicità del paradigma della crescita, nonché il suo necessario abbandono prima che sia troppo tardi. In questa guerra in atto contro la Natura non può esserci vittoria alcuna, in quanto ci si dimentica che l'uomo è parte integrante della Natura stessa.

*Antoine Fratini è Vice Presidente dell'Associazione Psicoanalisti Europei (http://psychanalyseeuropeenne.jimdo.com/), Presidente dell'Associazione Natura & Psiche (http://naturaepsiche.jimdo.com/), Membro della New York Academy of Sciences, Membro de l'Académie Européenne Interdisciplinaire des Sciences.


NOTE:

1. A. Fratini, La religione del dio Economia, CSA Editore, Crotone 2009.

2. M. Preve, F. Sansa, Il partito del cemento, Chiarelettere, Milano 2008.

3. http://www.ansa.it/europa/notizie/rubriche/industriatrasporti/2014/01/29/Turismo-nuovo-record-notti-2013-Ue-ma-Italia-calo-4-6-_9982395.html

4. C. Godin, La haine de la nature, Champ vallon, Seyssel 2012.

5. C. Testa, Contro (la) natura, perché la natura non è né buona, né giusta, né bella, Marsilio 2014.

6. E. Morin, Terre-Patrie, Seuil, Paris 1993.

7. A. de Saint Exupéry, Vol de nuit, Gallimard 1953.

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