L'invasione dell'ailanto, che mangia il cemento ...



di Gabriella Sanlorenzo
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Sorrido amaramente leggendo che, ad Isola d'Asti, uno dei primi incontri della rassegna "Fatti più in là", dedicata al contenimento dell'ailanto, pianta molto invasiva insediata recentemente nei nostri territori, si è svolta al centro commerciale 'I Bricchi'. Non entro nel merito dell'incontro, dato che purtroppo non vi ho partecipato; il contenuto sarà senz'altro stato interessante ed istruttivo, piuttosto vorrei fare alcune considerazioni sul contenitore: centro commerciale "I Bricchi", comune di Isola d'Asti, 50.000 mq. totali di superficie cementificata ...

Arrivando da Asti si vede uno scatolone in mezzo ad uno svincolo stradale a dir poco imponente. Eh sì ... perché da queste parti non vogliono proprio farsi mancare nulla! Ma se ci si vuole proprio togliere uno "sfizio" per comprendere quale sia l'impatto visivo di questo obbrobrio, occorre risalire la strada ripida e "curvosa" fino a Isola Villa. Affacciandosi dalla piazza della parrocchiale dedicata a San Pietro, accanto alla graziosa Confraternita di San Michele, si vedrà, con sfolgorante evidenza, quale elemento infestante abbia rovinato, ancor prima dell'ailanto, il territorio in questione. L'effetto, a differenza di quello visibile nei luoghi infestati dalla pianta esotica, è però ancora più evidente di notte, dove luminarie esagerate fanno giorno su quella superficie oltraggiata.

Chi può fare il confronto, anche solo nella sua immaginazione, di che cos'era quel luogo prima e dopo la costruzione del "mostro", subisce uno shock ancora più forte.

A suo tempo i costruttori e gli investitori avranno senz'altro fatto leva sull'opportunità di infestare .. oops: di costruire nel comune di Isola d'Asti, parlando di grande investimento produttivo, di grande occasione occupazionale, bla bla bla .. L'amministrazione, immagino, avrà accettato proprio in base a queste motivazioni, oltre che alla presumibile montagna di oneri di urbanizzazione ricevuta dal Comune, perché sapete ...  "di questi tempi i soldi non bastano mai".
Gli amministratori di quel tempo non saranno stati certo degli ingenui visionari o, peggio, degli ambientalisti, e quindi non avranno immaginato il danno IRREVERSIBILE al paesaggio che avrebbero provocato con le loro scelte; eppure ci voleva veramente poco per capirlo. E adesso?

E adesso il Grande centro commerciale non funziona granché, una parte importante della sua superficie è rimasta vuota, i clienti scarseggiano.
Però ... per fortuna, questo Grande centro commerciale dimostra oggi la sua utilità: dare ospitalità a chi cerca di combattere un'infestante naturale ed insegnare come limitare i danni di questo ospite invasivo.
Mi domando se in occasione dell'incontro sulla difesa dall'ailanto qualcuno avrà pensato di dare istruzioni anche per limitare i danni di altre infestanti pericolosissime, ma di altra natura, o se l'attuale ricerca, a mio parere un po' disperata, di trovare un'utilità al Grande centro commerciale – semivuoto -  avrà fatto balenare, nei decisori di quella cementificazione, anche solo per un momento, l'idea di aver sbagliato qualcosa.

In quest'ultima ipotesi, e qui non si scherza più, proprio loro potrebbero dare, in qualità di "pentiti del cemento", qualche buon consiglio agli attuali amministratori del comune di Asti, che si trovano a dover prender decisioni, nel prossimo futuro, a proposito di ben TREDICI richieste di insediamenti commerciali di tipo L2, vale a dire di superficie superiore ai 2.500 mq.
Mi sembra che di consigli, ma che siano buoni davvero, ce ne sia un gran bisogno.

Nel gennaio 2006, Mauro Ardissone, presidente di Confesercenti di Asti, lanciava un allarme sulla possibile chiusura di 200 negozi tradizionali di Asti e provincia, in seguito all'apertura de 'I Bricchi'. Quello che è successo dopo è cronaca dei nostri giorni.

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