di Gianni Rinaudo.
Si esprime sorpresa per l’interesse di Alberto Cirio, il nostro Assessore Regionale al Turismo, in merito al riutilizzo delle ferrovie, momentaneamente dismesse, come piste ciclabili. Sorpresa in quanto, con il prof. Piero Canobbio ex-capo stazione, nel periodo delle vacanze natalizie 2011-2012, lo incontrammo in Alba, presso l’Ente Turistico in piazza Duomo, per invitarlo al convegno del 19 maggio 2012 a Monchiero e per presentargli la progettazione ferroviaria relativa al Quadrilatero del Gusto ed alla Metrogranda ...
(http://ferroviabraceva.myblog.it/list/materiale-convegno-19-maggio-amonchiero/intervento-piero-canobbio.html )
(http://ferroviabraceva.myblog.it/list/documenti-convegno-12-novembre-2011/interventomattia-giusiano.html ).
In quell’occasione ci sembrò che preferisse e condividesse l’idea di rilanciare il treno, anche per scopi turistici, su alcune tratte, momentaneamente dismesse.
L’Assessore Cirio venne infatti al convegno che organizzammo a Monchiero il 19 maggio 2012 e con molto realismo disse che il treno in val Tanaro poteva solo avere senso se degli imprenditori avessero investito tempo e denaro su tale idea (cfr. Gazzetta d’Alba del 22 maggio 2012 http://ferroviabraceva.myblog.it/archive/2012/05/22/da-gazzetta-d-alba-del-22-maggio-2012.html ).
Dopo il convegno di Monchiero si sono date delle disponibilità imprenditoriali in tal senso ed in questa linea si sta operando, tanto che il 18 dicembre 2012, in Provincia, è iniziato un percorso.
Ricordo che per giungere a ciò diversi Comitati e Movimenti, con l'adesione di professori del Politecnico di Torino e di Milano, di Città e Comuni del territorio, hanno promosso la realizzazione di tre Convegni: Bra - novembre 2011, Monchiero - maggio 2012 e Mondovì - ottobre 2012. Tutte iniziative molto seguite sia dal pubblico che dalla stampa locale.
Convegni finalizzati al ripristino ferroviario della tratta Bra-Cherasco-Monchiero-Bastia e Mondovì (cfr http://ferroviabraceva.myblog.it/archive/2011/11/14/gli-interventi-delconvegno.html;
http://ferroviabraceva.myblog.it/archive/2012/05/21/rassegna-stampa-postconvegno-di-monchiero.html;
http://ferroviabraceva.myblog.it/archive/2012/10/16/l-invitoal-convegno-di-mondovi.html;
https://www.facebook.com/gianni.rinaudo/media_set?set=a.3000506488077.2122858.112
4734716&type=3 ).
Invece oggi (cfr. http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2013/08/08/Piemontepiste-bici-binari-dismessi_9132895.html) apprendiamo che l’Assessore Cirio è anche favorevole alla sostituzione delle ferrovie, momentaneamente dismesse, con delle piste ciclabili.
Da La Stampa del 9 agosto, pag 47, articolo a firma della sig.ra Quaglia, apprendiamo, poi, che sulla Bra-Ceva si vuole costruire una pista ciclabile e che anche l’ex Assessore provinciale Marco Botto auspica tale opera.
Infatti il sig. Marco Botto – come Assessore della Giunta Quaglia – aveva già fatto realizzare la strada fondovalle al posto dei binari da Niella Tanaro verso Lesegno.
La giornalista sig.ra Quaglia pare tratteggiare l’articolo in sintonia con l’auspicio del sig. Marco Botto e del comunicato stampa dell’ Assessore Cirio.
Infatti, ci sembra che la pagina 47 de La Stampa del 9 agosto 2013 (https://www.facebook.com/photo.php?fbid=484410024975750&set=a.119989784751111.28680.100002202716973&type=1&theater;
http://ferroviabraceva.myblog.it/archive/2013/08/09/articolo-de-la-stampa-pagina-dicuneo-del-9-agosto-2013-5572671.html ) possa far erroneamente percepire al/alla lettore/lettrice che ogni tentativo di rilancio della ferrovia Bra-Bastia-Mondovì sia impossibile in quanto la distruzione del ’94 è irrimediabile.
A dar forza alla tesi giornalistica della pag. 47 de La Stampa del 9 agosto 2013 oltre al “titolone”, si usa la foto del terrapieno di Castellino Tanaro scrivendo in didascalia che si tratta di Farigliano (cfr.
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=484419778308108&set=pcb.48442066830801
9&type=1&theater ; http://www.youtube.com/watch?v=fnkxLfT_1Jo ; ... ). Accanto alla foto è scritto: “Il ponte travolto dalla piena: proprio gli ingentissimi costi di ripristino … hanno impedito … la riattivazione della linea.”
Noi che leggiamo ed apprezziamo da anni gli articoli della signora Quaglia, precisiamo che sulla tratta ( Bra, Cherasco, Narzole, Monchiero, Bastia e Mondovì), per cui ci siamo attivati per far tornare il treno, nessun ponte è stato abbattuto dall’alluvione del 1994.
L’unico ponte divelto dall’alluvione del Tanaro è dopo Bastia in direzione Ceva, dove il sedime è stato occupato dalla Fondovalle costruita con l’allora Ass. provinciale Marco Botto.
Inoltre è opinione di molti che non furono certamente i costi ad impedire il ripristino della ferrovia Bra-Ceva.
Invitiamo la sig.ra Quaglia, che conosciamo come professionista attenta ed obiettiva, a non accontentarsi di una sola risposta al problema che ha scelto di presentare ai lettori de La Stampa: una ricostruzione storica più precisa e la raccolta di altre informazioni (le Associazioni ed i Movimenti che da anni operano per riportare il treno in val Tanaro sono sempre disponibili), gioverà certamente al diritto d’ informare e d’esser informati che tutti ci sforziamo d’ esercitare.
Per dare un contributo in tal senso, ci pare opportuno riportare integralmente ciò che è stato approvato dal Consiglio Regionale del Piemonte: Disegno di legge regionale n. 344.
“Disposizioni collegate alla manovra finanziaria per l'anno 2013”.
Capo I. Disposizioni in materia di trasporti Art. 1. (Recupero delle reti ferroviarie dismesse ai fini dello sviluppo della mobilità ciclistica).
1. Ai fini dello sviluppo della mobilità ciclistica, la Regione promuove, nell’ambito della riconversione delle tratte ferroviarie dismesse da almeno dieci anni, la creazione di circuiti connessi alla mobilità collettiva e di una rete regionale protetta e dedicata di itinerari ciclabili e ciclopedonabili, anche con riguardo ai percorsi correlati alle strade aventi caratteristiche storico-culturali.”
Quindi la tratta ferroviaria Alba-Castagnole Lanze su cui l’Assessore Cirio vorrebbe “…pannelli di
gomma adagiati sulle rotaie di dimensioni tali da rendere la pista percorribile in entrambi i sensi di marcia…” (cfr Repubblica di Torino, pag 7 https://www.facebook.com/photo.php?fbid=532380653483651&set=pcb.532380836816966&type=1&theater ) non potrà essere utilizzata in tal senso se non tra circa dieci anni.
Come cittadini è anche lecito domandarsi: non essendoci più i binari tra la stazione di Narzole e Bastia dove si pensa di far posizionare le pedane di plastica? Si pensa forse d’utilizzare altro materiale come l’asfalto o prodotto similare?
Cogliamo l’ occasione per ringraziare Davide Bono del Movimento 5 Stelle che all’ interno del Consiglio Regionale, con altri consiglieri, ha operato per inserire nel testo approvato la dicitura “da almeno dieci anni”.
Una domanda da porci come cittadini e su cui invitiamo i giornalisti ad investigare: perché tutto il mondo sta investendo sulle ferrovie ad ogni livello e noi che abbiamo un patrimonio ferroviario enorme lo stiamo smontando?
Rammentiamo che “spalmare d’asfalto” la tratta Bra-Monchiero-Bastia-Mondovì significherebbe impedire:
1) il progetto MetroGranda (circolare tra Bra, Mondovì, Cuneo, Saluzzo , Savigliano e Bra) ideato da giovani laureati del Politecnico di Torino che con soli due pendolini permetterebbe giornalmente lo spostamento di centinaia/miliaia di persone in tutta la provincia;
2) il percorso turistico del Quadrilatero del gusto (Bra, Bastia, Mondovì, S. Giuseppe di Cairo, Acqui, Nizza, (Asti), Canelli, Santo Stefano, Castagnole,… Alba);
3)…
Davvero la scelta di non ripristinare il trasporto su rotaia discende da una mera carenza di denari?
Ricordiamo che nella nostra provincia di Cuneo si sono spesi alcune centinaia di milioni di € (quasi
trecento milioni?) per costruire il tratto autostradale Carrù/Massimini – Cuneo/Ronchi che è sottoutilizzato (cfr. Bra Oggi del 15 gennaio 2013, pag. 11 https://www.facebook.com/photo.php?fbid=4734679201311&set=a.4069804019847.21435
97.1124734716&type=3&theater).
La stessa Fondovalle costruita sul sedime ferroviario da Bastia verso Castellino pare assai poco frequentata, diversamente dal tratto stradale tra Bastia e Cherasco, che è molto frequentato e corre parallelo alla ferrovia.
Inoltre si ipotizza l’ utilizzo circa 650 milioni di euro per costruire il completamento dell’autostrada tra Cherasco e Roddi, più alcune opere annesse: tale cifra rapportata all’utilizzo che se ne farà è una enormità ed infatti i lavori tardano ad iniziare.
Si sta costruendo un ospedale sulle colline di Verduno e tanti milioni di euro son già stati spesi (anche a causa della posizione insensata in cui si è deciso di edificarlo) e, se ne vedremo la fine, considerata la localizzazione è lecito interrogarci sui costi di gestione.
Problemi riguardano anche l' autostrada Alba-Asti in quanto il costo del pedaggio è oggi da molti utenti ritenuto eccessivo. Infatti, molti preferiscono usare la strada Statale che non ha pedaggio ed è più breve dell’autostrada per giungere ad Asti anche perché in tal modo spendono meno per il carburante.
Si sono volute rammentare le dispendiose opere stradali e non del nostro territorio non certamente perché contrari all’auto ed alle autostrade, ma perché convinti dell’opportunità di reperire risorse per investimenti che promuovono il reale sviluppo economico, culturale ed ambientale dei nostri territori come un buon utilizzo del trasporto su rotaia.
Certo che se il possibile, è realizzare opere faraoniche che tolgono risorse alla mobilità territoriale, alla sanità, alla scuola … preferiamo occuparci di rilancio del treno anche perché:
a) il treno può funzionare anche solo grazie all’energia elettrica di cui il Piemonte è abbastanza ricco grazie alle energie del suo territorio (idroelettrico, fotovoltaico, eolico, biomasse, ecc…) e quindi non ha bisogno del petrolio che a caro prezzo s’importa dall’estero e che inquina assai;
b) non servono le indicazioni europee a ricordarcelo (ma lo fanno con chiarezza), ma chiunque si può rendere conto che lamanutenzione della ferrovia costa uno mentre la strada costa da sette a dieci volte tanto;
c) il treno rappresenta minori costi sociali degli autoveicoli sia in termini di sicurezza che di sanità: si pensi alle migliaia di cittadini/e che muoiono ogni anno sulle nostre strade ed anche al costo sanitario che l’automobile rappresenta in termini di incidenti, menomazioni permanenti, ecc…;
d) il treno non deve essere contrapposto alla bicicletta (la bici si può caricare comodamente sul treno), ma al contrario dovremmo rivalutare entrambi i mezzi e farli diventare una risorsa: le varie linee ferrate potrebbero avere nei pressi (e non al posto dei binari) una pista ciclabile; i viaggiatori potrebbero così, ad ogni fermata dei convogli, scendere o salire con le loro biciclette;
e) le ferrovie sono vantaggiose anche come investimento (http://www.fanoinforma.it/Eventi/art34559/11_aprile_13Pesaro_treno_e_turismo_una_strategica_alleanza.html ;
http://www.trend-online.com/prp/per-la-ripresa-ci-vuole-trasporto/
Si rammenta poi che anche la pista ciclabile avrà bisogno di manutenzione, gestione della sicurezza, dell’illuminazione, ecc… ( cfr. Villafranca Piemonte http://www.youtube.com/watch?v=2OOih1pshRMd), quindi non basterà costruirla ...
Ci auguriamo che l’Assessore Cirio, di cui apprezziamo l’attenzione al territorio e la capacità di ascolto costruttivo, accolga il nostro invito e sia presente al convegno del 14 settembre p.v. presso il Municipio di Alba in cui si parlerà anche di “Treno … ed Expo 2015”.
A tutti auguriamo d’esser parte attiva nel realizzare un buon, onesto, disinteressato lavoro di squadra che crei le sinergie indispensabili al futuro del nostro territorio.
Gianni Rinaudo del sodalizio http://www.spiriti-liberi.it