Asti: anche i costruttori edili sono per lo stop al consumo di territorio



di Alessandro Mortarino.


La nostra lunga marcia verso l'arresto delle nuove espansioni edilizie raggiunge, anche ad Asti, un nuovo importante traguardo. Nei giorni scorsi, pubblicamente, alla sempre più ampia schiera di soggetti del mondo ambientalista, della società civile, dei profesionisti dell'architettura e dell'urbanistica, si è aggiunta anche una nuova autorevole voce: quella delle imprese di costruzioni. Luciano Mascarino, presidente provinciale dell'Ance - l'associazione dei costruttori edili di Confindustria - lo ha affermato con chiarezza: «non bisogna più consumare il territorio provinciale ma piuttosto si deve recuperare l’esistente patrimonio immobiliare e riqualificarlo» ...

Ed ha aggiunto: «analizzando la situazione provinciale riscontriamo una evidente sovrapproduzione di costruzioni rispetto alla richiesta di mercato: si stima siano complessivamente 3.000 gli edifici vuoti o inutilizzati sia di tipo residenziale che commerciale. Dovendo smaltire questo surplus di produzione non bisogna più consumare il territorio provinciale ma piuttosto si deve recuperare l’esistente patrimonio immobiliare e riqualificarlo adeguatamente sfruttando nuove tecnologie, fonti di energia rinnovabili e materiali ecocompatibili».

E' un'affermazione importante, che ci fa ovviamente piacere ma che non ci stupisce. Negli ultimi mesi, infatti, sono molte le voci degli operatori economici del settore che, in molte parti d'Italia, si sono levate per indicare il percorso prossimo per il mondo dell'edilizia, all'insegna del recupero e non del "nuovo mattone".
L'esempio più eclatante, come abbiamo già raccontato, è l'invito perentorio mosso dalle principali organizzazioni economiche del Veneto (Confindustria, Confcommercio, Confartigianato e Confcooperative) nei confronti dell'Ente regionale: "basta con lo spreco del territorio".
A cui si sommano i molti focolai accesi da imprese agricole, ovunque, pronte a rifiutare la benedizione di nuove varianti ai Piani Regolatori che avrebbero trasformato in aree residenziali parte dei loro terreni coltivati o coltivabili.

Bene, ora è chiaro: siamo entrati in una nuova dimensione. Tutta da costruire.
Assieme.

Non resta che sollecitare le amministrazioni, lente e talvolta impacciate, ad abbandonare titubanze e fare la loro parte: adesso tocca davvero a loro ...
di Alessandro Mortarino.
La nostra lunga marcia verso l'arresto delle nuove espansioni edilizie raggiunge, anche ad Asti, un nuovo importante

traguardo. Nei giorni scorsi, pubblicamente, alla sempre più ampia schiera di soggetti del mondo ambientalista, della società

civile, dei profesionisti dell'architettura e dell'urbanistica, si è aggiunta anche una nuova autorevole voce: quella delle

imprese di costruzioni. Luciano Mascarino, presidente provinciale dell'Ance - l'associazione dei costruttori edili di

Confindustria - lo ha affermato con chiarezza: «non bisogna più consumare il territorio provinciale ma piuttosto si deve

recuperare l’esistente patrimonio immobiliare e riqualificarlo» ...

Ed ha aggiunto: «analizzando la situazione provinciale riscontriamo una evidente sovrapproduzione di costruzioni rispetto

alla richiesta di mercato: si stima siano complessivamente 3.000 gli edifici vuoti o inutilizzati sia di tipo residenziale che

commerciale. Dovendo smaltire questo surplus di produzione non bisogna più consumare il territorio provinciale ma piuttosto

si deve recuperare l’esistente patrimonio immobiliare e riqualificarlo adeguatamente sfruttando nuove tecnologie, fonti di

energia rinnovabili e materiali ecocompatibili».

E' un'affermazione importante, che ci fa ovviamente piacere ma che non ci stupisce. Negli ultimi mesi, infatti, sono molte le

voci degli operatori economici del settore che, in molte parti d'Italia, si sono levate per indicare il percorso prossimo per il

mondo dell'edilizia, all'insegna del recupero e non del "nuovo mattone".
L'esempio più eclatante, come abbiamo già raccontato, è l'invito perentorio mosso dalle principali organizzazioni

economiche del Veneto (Confindustria, Confcommercio, Confartigianato e Confcooperative) nei confronti dell'Ente

regionale: "basta con lo spreco del territorio".
A cui si sommano i molti focolai accesi da imprese agricole, ovunque, pronte a rifiutare la benedizione di nuove varianti ai

Piani Regolatori che avrebbero trasformato in aree residenziali parte dei loro terreni coltivati o coltivabili.

Bene, ora è chiaro: siamo entrati in una nuova dimensione. Tutta da costruire.
Assieme.

Non resta che sollecitare le amministrazioni, lente e talvolta impacciate, ad abbandonare titubanze e fare la loro parte:

adesso tocca davvero a loro ...

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Registrazione: Tribunale di Asti n. 7/2011 del 28.10.2011 - Direttore Responsabile: Alessandro Mortarino