A cura del Comitato Referendum Caccia.
Sul referendum non è ancora detta l'ultima parola, nonostante l'accanimento dell'Assessore Sacchetto e la connivenza della maggioranza del Consiglio Regionale per affossare la consultazione referendaria, sono ancora necessari infatti alcuni passaggi formali perché la consultazione referendaria del 3 giugno venga affossata. L'emendamento approvato giovedì 3 maggio dal Consiglio all’interno della finanziaria che è poi stata approvata, deve ancora passare il vaglio della Commissione di Garanzia e qualora questa ritenga “superato” il referendum da questo emendamento/leggina ci deve ancora essere un Decreto del Presidente della Regione di annullamento delle operazioni referendarie ...
Nonostante questo è facile prevedere che i giochetti politici messi in atto in queste settimane proseguiranno il loro corso inferendo così una pesante ferita alla democrazia della nostra Regione e regalando una vittoria a tavolino a quella piccolissima minoranza di piemontesi, i cacciatori, per lo più over 60, che rappresenta circa lo 0,6% della popolazione. Una lobby che ancora una volta ha manovrato i fili dei politici a difesa esclusiva del loro particolare interesse contro quello della democrazia e della tutela di un bene comune.
Una scorciatoia politica propagandata come la soluzione a tutti i problemi dei piemontesi, con un tempismo perfetto, giusto a pochi giorni dalle elezioni amministrative e alimentata dalle dichiarazioni del Presidente Cota sulla destinazione al welfare dei soldi che sarebbero stati spesi per il referendum.
Controlleremo e verificheremo se quelle dichiarazioni avranno seguito, sempre che questi 22 milioni di euro ci siano davvero visto che dovevano arrivare accendendo un mutuo ad hoc per le spese referendarie, temiamo proprio che i malati di Alzheimer e gli altri casi sociali citati come destinatari di questo “risparmio” saranno anche loro beffati.
Dopo 25 anni ancora una volta viene negato ai piemontesi di esprimersi sul tema della caccia, come fosse il più temibile dei tabù. Quel che è certo è che in questi mesi e dopo questi “trucchetti” sono molti i cittadini indignati e arrabbiati e il Comitato non starà certo con le mani in mano.
Referendum o meno, sono già previsti ricorsi e manifestazioni... la storia continua.