Molti stimoli sono venuti all'incontro del 3 aprile dall'intervento dell'assessore all'ambiente torinese Roberto Ronco, che ha raccontato come l'amministrazione provinciale di Torino lo scorso anno abbia deliberato un Piano Territoriale di Coordinamento Territoriale che va nella direzione suggerita dalla campagna "Salviamo Il Paesaggio, Difendiamo i Territori". Non è ancora una scelta di "crescita zero urbanistica" ma stabilisce alcune regole importanti: nelle aree agricole non si costruirà più, si potrà solo edificare nelle aree dense per coprire i vuoti. Il Ptcp mette un freno al consumo di suolo; ora i Comuni, nel modificare i piani regolatori, dovranno adeguarli a regole precise ...
La strategia del Piano
La Provincia di Torino ha scelto di concentrare la propria attenzione su quella che emerge come la principale stortura del sistema: il fenomeno dell’aumento di consumo del suolo, fenomeno peraltro esteso a tutto il territorio italiano. Milioni di metri quadrati di territorio vergine sono stati consumati, soprattutto negli ultimi anni, in molti casi non per rispondere al fabbisogno di abitazioni o di edifici per il lavoro e la produzione, ma nella convinzione che l’offerta di immobili sia da sola sufficiente a creare condizioni di sviluppo. La grande quantità di patrimonio edilizio inutilizzato, anche di nuova costruzione, è sotto gli occhi di tutti e dimostra che il sistema non ha fruito di autoregolamentazione.
Il riuso di aree compromesse ed abbandonate, il recupero del patrimonio edilizio di qualità storica, anche se non aulica, i centri storici rurali, la sostituzione degli edifici obsoleti, sono esempi di azioni che consentono al settore edilizio di operare ed alla collettività di conservare un patrimonio raro e finito come il territorio e sono assolutamente fattibili e necessari.
La qualità territoriale come fattore di sviluppo non può essere solamente uno slogan, ma può diventare una vera e propria politica da perseguire attraverso numerose linee d’azione; non è da confondere con la semplice qualità dell’ambiente naturale, ma va perseguita su più fronti e in tutte le politiche per il sistema insediativo, quello delle aree libere e naturali, il sistema delle connessioni infrastrutturali, materiali ed immateriali, le pressioni antropiche e le risorse naturali, non ultimo il rischio idrogeologico e la difesa del suolo; tutti temi portanti del nuovo Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale della Provincia di Torino.
La strategia del PTC2 è stata quella di copianificare e l’iter lo sta a dimostrare. L’Ufficio di Piano, costituito presso l’Assessorato alla pianificazione territoriale, ha redatto il primo Schema programmatico condiviso con tutti i settori della Provincia e oggetto di un ampio confronto con Comuni e Comunità Montane, associazioni di categoria, forze sociali ed economiche, ordini Professionali.
Approvato nel dicembre 2009, il progetto preliminare di PTC2 è stato il risultato di un’importante attività concorsuale; il confronto nel merito con gli Enti Locali, con tutti i soggetti portatori di interesse, con i consiglieri della Provincia e con il territorio è proseguito nella fase di pubblicazione e di osservazione è documentato dal grande numero di pareri ed osservazioni pervenute dagli Enti Locali e da altri soggetti - privati, associazioni, ordini professionali, istituiti universitari che, in gran parte accolte (67%) sono state un apporto rilevante che ha consentito di arricchire, e condividere lo strumento costruito attraverso il confronto di merito.
Il Consiglio Provinciale nel luglio 2010 ha adottato a grande maggioranza il Piano Territoriale, che è poi stato approvato dal Consiglio Regionale nella seduta del 21 luglio 2011 e pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione Piemonte n. 43 dell’11 agosto 2011.
Contenere il consumo delle risorse primarie
Lo sviluppo con la riqualificazione del sistema insediativo, il contenimento del consumo di risorse primarie (acqua, aria, energia) ed in particolare della risorsa suolo; una maggiore equità della distribuzione della ricchezza prodotta dallo sviluppo e una adeguata sicurezza del territorio. Sono queste le linee guida del nuovo piano provinciale.
Due le direttrici per lo sviluppo territoriale: da una parte la capacità di riconvertire le aree industriale dismesse, immaginando un nuovo disegno per queste aree a vocazione industriale e manifatturiera, dall'altra la possibilità di utilizzare il nostro suolo per investire sulle infrastrutture attraverso il recupero del mezzo su ferro, scelta prioritaria per il trasporto pubblico locale.
Non si vuole frenare lo "sviluppo", ma chiedere ai Comuni, soprattutto a quelli che in passato hanno utilizzato il proprio territorio per una politica di espansione, di mettere un freno. Non va dimenticato che negli ultimi vent'anni, mentre la popolazione del nostro territorio non è cresciuta, si è verificato un consumo di suolo libero pari a circa 750-800 ettari all'anno. Una tendenza che come amministratori pubblici è ora di contrastare.