di Roberto Zanna.
Giovedì 23 febbraio ho partecipato ai lavori del Consiglio Comunale aperto, in merito alla Casa degli Alpini. In attesa delle proposte, congiunte o diversificate, di maggioranza e opposizione e nella speranza che nelle medesime vengano affrontate anche le problematiche generate dall'espansione urbanistica disordinata ed esponenziale di questo ultimo decennio, ritengo importante mettere in evidenza alcuni aspetti che hanno caratterizzato la serata ...
Gli approfondimenti e le informazioni tecniche più puntuali sono stati curati dai cittadini che si sono susseguiti negli interventi, generando una virtuosa riflessione dal “caso particolare” alla discussione più generale in merito alla necessità di rivedere il piano regolatore di Asti ed il richiamo a leggi e piani regionali che già attuano i principi di tutela del suolo, riconoscendolo come “bene comune non replicabile”.
Sono convinto che proprio l'aver portato la discussione sul bene comune, sia esso una porzione di un parco cittadino, sia la città stessa, abbia fatto sì che le posizioni di ciascun Consigliere non fossero solo di circostanza, tanto che la trasversalità delle opinioni espresse non si è fatta aspettare: dalla maggioranza all'opposizione qualcuno ha riconosciuto un errore nella scelta fatta e ha spronato il Consiglio a cercare correttivi; altri hanno ribadito quanto deliberato, riportando motivazioni al riguardo. Chiaro esempio che, quando gli argomenti sono davvero di interesse dei cittadini, il dibattito può risultare autentico e che il Consiglio Comunale può ricongiungersi alla Citta, uscendo da quelle formalità e da quelle ratifiche un po' scontate che spesso è chiamato ad eseguire.
Purtroppo ho avuto l'impressione che questa affermazione non fosse stata condivisa da molti Consiglieri presenti. Qualcuno ha fatto confusione, spero in buona fede, tra un meccanismo di restituzione degli oneri di urbanizzazione e il contributo a fondo perduto (previsto in due anni) sul centro di costo 6202, cioè Ambiente, del bilancio comunale dato agli Alpini per le loro attività.
Sempre quel qualcuno ha tacciato i cittadini presenti come coloro che protestano, ma, pur senza entrare in merito a presunte scampagnate domenicali a tirar sassi in una famosa valle piemontese, tirate in ballo a sproposito (ovviamente non mi sembra corretto nei confronti dei cittadini, valligiani e non, che stanno difendendo il bene comune di tutti: la Val di Susa), vale la pena ricodare che i cittadini protestano solo se le decisioni che riguardano la loro città o il loro quartiere vengono prese senza una diretta informazione e partecipazione in merito.
Purtroppo il solco tra cittadini e Consiglio Comunale è stato messo in evidenza anche da un Consigliere di maggioranza che ha dovuto sostituire il Presidente del Consiglio nelle sue funzioni: da quella poltrona (la più importante) sono partiti elogi alla posizione degli Alpini, che pure sono intervenuti ad esporre le proprie attività e ragioni durante il Consiglio Comunale aperto, senza considerare l'imparzialità imposta al ruolo del Presidente e senza mai considerare i cittadini che sono intervenuti....
Questo brutto episodio è però quanto mai significativo per proporre un'ultima riflessione: cosa sarebbe il Consiglio comunale e dove sarebbero i Consiglieri stessi che lo compongono, senza i cittadini?