Non c'è pace per la Val Rilate ...


di Alessandro Mortarino.


Due anni fa era stata al centro del fantasmagorico progetto "Agrivillage" (di cui, fortunatamente, non si sa più nulla), ora pare pronta per subire l'insediamento di un impianto di stoccaggio e recupero di rifiuti non pericolosi: inerti da costruzione derivati da demolizione. Stiamo parlando della Val Rilate, la periferia di Asti che digrada verso il chivassese. E di una variante al piano regolatore comunale che desta perplessità ...

Il progetto è stato preliminarmente discusso lo scorso 17 Febbraio all'interno di una apposita conferenza dei servizi, che si è trovata (a nostro parere "curiosamente" ...) a dover analizzare una proposta di variante assoggettata a VAS (Valutazione Ambientale Strategica) condensata in sei scarne paginette: davvero minimalista !
Che cosa si vorrebbe costruire in Val Rilate ? Un'attività di recupero di rifiuti non pericolosi destinati alla produzione di materie prime per la realizzazione di rilevati e sottofondi stradali, oltre al loro stoccaggio.
L'impianto avrebbe una capacità di 1.760 tonnellate/giorno e verrebbe utilizzato in orario 8/12 e 14/18,30. Quindi un significativo macchinario industriale di frantumazione di inerti, che lavorerà "montagne" (ma non più alte di 2,50 metri) di materiale in ingresso (e, successivamente, in uscita), con un flusso di veicoli per la logistica che, sempre "curiosamente", sono previsti in misura non superiore a 4/5 al giorno.

L'esperienza ci consiglia di soffermarci attentamente su ogni nuovo impianto che intenda lavorare rifiuti. Nella circostanza si tratta di rifiuti non pericolosi (cemento, mattoni, rivestimenti stradali, conglomerati bituminosi e simili), ma l'Italia pullula di esempi di materiali pericolosi introdotti nei processi di smaltimento o di fondi stradali in cui sono presenti sostanze addirittura tossiche (scarti di lavorazione di industrie chimiche) illecitamente introdotte nei manti o nei sottofondi. Quanto ritrovato sotto l'asfalto della BreBeMi o della Pedemontana Veneta è bene tenerlo come perenne parametro di salvaguardia !
Inoltre, lo stesso progetto segnala alcune problematiche ambientali connesse al tipo di impianto previsto: impatto acustico, alterazione del paesaggio, incremento del traffico di mezzi pesanti, inquinamento atmosferico.

Dunque: come si garantirà il controllo dei rifiuti in ingresso ? Il progetto dello Studio Icardi & Ponzo dice che "i mezzi di trasporto saranno pesati e verrà verificata la composizione del carico per impedire il conferimento di materiale non idoneo. Nella fase di carico del materiale alla tramoggia della macchina trituratrice, da eseguire tramite pala meccanica, l'operatore effettuerà una ulteriore verifica a vista e farà allontanare eventuale rifiuto residuo non reimpiegabile". Quindi non ci pare venga escluso che sostanze pericolose possano entrare nel circuito di lavorazione (e quel "a vista" pare alquanto inadeguato ...).
L'area di stoccaggio e recupero si svilupperà su circa 1.346 metri quadrati oltre a 589 metri quadrati di viabilità perimetrale.

Nello specificare il contesto in cui l'impianto vorrebbe essere inserito (cioè la Val Rilate), il progetto esprime alcune "perle", eccone qualcuna:

- "In periodi storici le pianure alluvionali prima paludose, sono state bonificate e colonizzate dall'attività agricola che si è avvalsa della buona fertilità dei suoli e dalla relativa facilità con la quale potevano essere dissodati e messi a coltura".

- "La pianura appare come una serie abbastanza monotona di appezzamenti a mais e grano, intervallati da filari di pioppeti dove l'unico elemento di naturalità è rappresentato dal corso sinuoso del rio fiancheggiato, per una striscia di esigua profondità, di piante di salici, robinie e arbusti".

- "L'area ove verrà realizzato l'intervento in progetto si presenta pianeggiante ed in condizioni di sostanziale naturalità, in passato già utilizzata per l'impiantamento di serre a servizio di un'attività florovivaistica".

- "Si tratta quindi di un'area nella quale gli insediamenti (abitativi, n.d.r.) hanno carattere sparso e non si configurano nuclei residenziali ma una realtà di case isolate distanziate l'una dall'altra". Chissà come saranno contenti i proprietari di queste case nel sentirsi meno soli ...

- "La scelta localizzativa dell'impianto di frantumazione risulta quindi funzionale all'attività della ditta C.S. Costruzioni che operando nel settore delle costruzioni stradali ed edilizie in genere risulta il primo utilizzatore dell'impianto con indubbi vantaggi sia gestionali sia logistici".

Insomma, come sempre da un lato ci sono interessi economici e dall'altra un altro pezzo di polmone non cementificato: sorvegliamo la situazione, augurandoci che a vincere in questa assurda lotta tra uomo e uomo, siano i valori a spuntarla (valori non soltanto economici, si intende ...).

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Registrazione: Tribunale di Asti n. 7/2011 del 28.10.2011 - Direttore Responsabile: Alessandro Mortarino