di Alessandro Mortarino.
I segnali si fanno sempre più evidenti e inequivocabili: in Italia la difesa dei suoli liberi dal dilagare incontrollato di cemento e asfalto è diventata una realtà. E tra breve (pronti a scommetterci) si trasformerà in una priorità, poi in una opportunità economica. E, come spesso accade, in qualche inaspettato effetto collaterale. Perchè ho questa sensazione ? Perchè a Torino il Politecnico ha avviato un master che studia i grattacieli. Ecco il "trucco": le nostre prossime città si estenderanno ancora, ma in altezza e non più in larghezza ...
Fatta la legge, trovato l'inganno ? Staremo a vedere, ma nel frattempo teniamo sotto controllo la situazione. A Torino si sta edificando, dopo anni di roventi polemiche, una torre di 166 metri (un metro in meno della Mole Antonelliana) che ospiterà la sede di tutti gli uffici di Intesa Sanpaolo, progettata da Renzo Piano.
Ora si avvia un master per futuri progettisti di grattacieli.
La Provincia di Torino ha decretato, attraverso il suo recente PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale), che i piani regolatori dei Comuni torinesi non dovranno più prevedere nuove espansioni edilizie ma rivolgersi al recupero dell'esistente.
Se mettiamo assieme gli addendi, il risultato ci porta a capire che torri e grattacieli saranno le chimere del prossimo eldorado edilizio. Solo nelle grandi metropoli ? Beh, di estensione in altezza in fondo ne ha già parlato anche l'assessore all'urbanistica di Asti alla recente presentazione del possibile percorso di revisione del Piano Regolatore Comunale ...
Morale: le città dovrebbero essere progettate per rispondere a bisogni. Dato che ci sono (già oggi) molte più case che residenti, qual'è il vero bisogno: costruire altre opportunità (in altezza o in larghezza) oppure ridestinare il costruito non utilizzato a chi (e non sono pochi) non ha una casa ?
Forse potrebbe essere utile suggerire ai nostri Atenei di istituire un master per studiare l'impatto di ecomostri o strutture anti estetiche sul complesso cittadino.
Oppure sulla valorizzazione del "bello".
O, semplicemente, sulle (millenarie) azioni agronomiche necessarie per restituire parziale fertilità ai terreni bonificati da inutile cemento.
di Alessandro Mortarino.
I segnali si fanno sempre più evidenti e inequivocabili: in Italia la difesa dei suoli liberi dal dilagare incontrollato di cemento e asfalto
è diventata una realtà. E tra breve (pronti a scommetterci) si trasformerà in un priorità, poi in una opportunità economica. E, come
spesso accade, in qualche inaspettato effetto collaterale. Perchè ho questa sensazione ? Perchè a Torino il Politecnico ha avviato
un master che studia i grattacieli. Ecco il "trucco": le nostre prossime città si estenderanno ancora, ma in altezza e non più in
larghezza ...
Fatta la legge, trovato l'inganno ? Staremo a vedere, ma nel frattempo teniamo sotto controllo la situazione. A Torino si sta
edificando, dopo anni di roventi polemiche, una torre di 166 metri (un metro in meno della Mole Antonelliana) che ospiterà la sede di
tutti gli uffici di Intesa Sanpaolo, progettata da Renzo Piano.
Ora si avvia un master per futuri progettisti di grattacieli.
La Provincia di Torino ha decretato, attraverso il suo recente PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale), che i piani
regolatori dei Comuni torinesi non dovranno più prevedere nuove espansioni edilizie ma rivolgersi al recupero dell'esistente.
Se mettiamo assieme gli addendi, il risultato ci porta a capire che torri e grattacieli saranno le chimere del prossimo eldorado edilizio.
Solo nelle grandi metropoli ? Beh, di estensione in altezza in fondo ne ha già parlato anche l'assessore all'urbanistica di Asti alla
recente presentazione del possibile percorso di revisione del Piano Regolatore Comunale ...
Morale: le città dovrebbero essere progettate per rispondere a bisogni. Dato che ci sono (già oggi) molte più case che residenti,
qual'è il vero bisogno: costruire altre opportunità (in altezza o in larghezza) oppure ridestinare il costruito non utilizzato a chi (e non
sono pochi) non ha una casa ?
Forse potrebbe essere utile suggerire ai nostri Atenei di istituire un master per studiare l'impatto di ecomostri o strutture anti
estetiche sul complesso cittadino.
Oppure sulla valorizzazione del "bello".
O, semplicemente, sulle (millenarie) azioni agronomiche necessarie per restituire parziale fertilità ai terreni bonificati da inutile
cemento.
I segnali si fanno sempre più evidenti e inequivocabili: in Italia la difesa dei suoli liberi dal dilagare incontrollato di cemento e asfalto
è diventata una realtà. E tra breve (pronti a scommetterci) si trasformerà in un priorità, poi in una opportunità economica. E, come
spesso accade, in qualche inaspettato effetto collaterale. Perchè ho questa sensazione ? Perchè a Torino il Politecnico ha avviato
un master che studia i grattacieli. Ecco il "trucco": le nostre prossime città si estenderanno ancora, ma in altezza e non più in
larghezza ...
Fatta la legge, trovato l'inganno ? Staremo a vedere, ma nel frattempo teniamo sotto controllo la situazione. A Torino si sta
edificando, dopo anni di roventi polemiche, una torre di 166 metri (un metro in meno della Mole Antonelliana) che ospiterà la sede di
tutti gli uffici di Intesa Sanpaolo, progettata da Renzo Piano.
Ora si avvia un master per futuri progettisti di grattacieli.
La Provincia di Torino ha decretato, attraverso il suo recente PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale), che i piani
regolatori dei Comuni torinesi non dovranno più prevedere nuove espansioni edilizie ma rivolgersi al recupero dell'esistente.
Se mettiamo assieme gli addendi, il risultato ci porta a capire che torri e grattacieli saranno le chimere del prossimo eldorado edilizio.
Solo nelle grandi metropoli ? Beh, di estensione in altezza in fondo ne ha già parlato anche l'assessore all'urbanistica di Asti alla
recente presentazione del possibile percorso di revisione del Piano Regolatore Comunale ...
Morale: le città dovrebbero essere progettate per rispondere a bisogni. Dato che ci sono (già oggi) molte più case che residenti,
qual'è il vero bisogno: costruire altre opportunità (in altezza o in larghezza) oppure ridestinare il costruito non utilizzato a chi (e non
sono pochi) non ha una casa ?
Forse potrebbe essere utile suggerire ai nostri Atenei di istituire un master per studiare l'impatto di ecomostri o strutture anti
estetiche sul complesso cittadino.
Oppure sulla valorizzazione del "bello".
O, semplicemente, sulle (millenarie) azioni agronomiche necessarie per restituire parziale fertilità ai terreni bonificati da inutile
cemento.