di Fulvio Gatti.
Sabato 29 Ottobre ero a Cassinetta di Lugagnano (Milano), per l’assemblea generale per la Costituzione del Forum Nazionale dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio. Ci sono finito grazie a una serie di eventi concomitanti, tra cui un’imbeccata di Laurana Lajolo e un passaggio in automobile da parte di un gruppo di altri astigiani che ci andavano. Ho fatto molte foto e preso appunti, persino un video all’intervento dell’assessore della provincia di Torino, in prima linea per proporre all’Ikea una location alternativa a un terreno agricolo ...
Insomma ho cercato di documentare, perché dopotutto è questo quello che so e faccio normalmente, anche bene secondo qualche anima buona che mi propone lavori e a volte addirittura mi paga. Volevo scriverne qui, al limite. Poi però, sempre per questa fortuna per cui lo scribacchino lo faccio di lavoro, nel corso della settimana mi è già capitato di scriverne ben due volte, una per il prossimo numero di Culture Incontri, l’altra con un intervista ad Alessandro Mortarino – uno dei fondatori di Stop al Consumo di Territorio – pubblicata sulla Nuova Provincia. Non voleva essere uno spot, giuro.
Non credo che scriverò un resoconto in senso stretto. Lo stanno già facendo altri, meglio di me, e poi c’è un video della mattinata, quando ha avuto luogo l’assemblea generale con interventi dei Nomi in Vista di turno (Carlin Petrini, Giulia Crespi, Domenico Finiguerra, Igor Staglianò di Ambiente Italia/Rai, esponenti delle associazioni ambientaliste).
Nel pomeriggio ci si è divisi in due gruppi di lavoro, l’uno per ragionare su comunicazione e organizzazione del Forum – e sono andato lì – l’altra per dedicarsi alla proposta di legge popolare sulla tutela dei terreni agricoli e delle aree verdi in generale, che insieme al censimento delle strutture edilizie inutilizzate è uno dei due percorsi principali su cui punta il Forum.
Mi limito a riportare qui sotto alcuni punti interessanti che mi sono rimasti impressi, piccoli arricchimenti delle mie poche e limitate certezze – che però, occhio, sono un patrimonio inestimabile.
1) Eravamo veramente in tanti. 500, da tutta Italia, e saremmo stati di più se le iscrizioni non fossero stata chiuse alla fine della settimana precedente. Liste civiche, associazioni, comitati. Ognuno con una piccola battaglia locale da portare avanti, ognuno con il desiderio di condividerla. L’organizzazione ha fatto il possibile ma era limitata dagli spazi – la mattina si è dovuti stare al freddo nel parco, per starci tutti. E il fatto che in così tanti ci fossero, senza gettoni di presenza, senza Inviti Ufficiali, senza colori politici, con il solo scopo di vedersi in faccia… beh, è una vittoria.
2) Parola d’ordine: dialogo pacifico. Tante persone, tante idee diverse. Inevitabili conflitti, contenuti mirabilmente. La mattina, quando rappresentanti degli agricoltori locali hanno contestato Carlin Petrin, facendo riferimento alle condotte locali di Slow Food che non sarebbero abbastanza attive “politicamente” contro determinati scempi edilizi. Mortarino, che moderava, con pacatezza esemplare (grande Sandro!) ha fatto esporre le ragioni ai contestatori e la cosa è parzialmente rientrata.
Anche nel pomeriggio c’è stata una zuffa che, almeno per me che osservavo, ha avuto del buffo. Un mite e di mezza età rappresentante del Partito Democratico di Cuneo è stato preso a insulti da un giovane e ruspante del Movimento a 5 Stelle veneto, per buttarla in burla la semplice dimostrazione che sono due specie di “animali politici” nemici a livello atavico e primordiale. Un unico episodio però, anche qui, su letteralmente ore di interventi di decine di persone – più o meno interessanti, più o meno ben comunicatrici, più o meno, purtroppo, raccolti sui propri problemi locali. Ma soprattutto persone che parlavano, che si scambiavano contatti, che offrivano idee per un progetto più grande. A monte c’è anche l’esperienza del Forum dell’Acqua Pubblica, che già è riuscito, scherzano loro, a mettere allo stesso tavolo preti e centri sociali. Hai detto niente!
3) Due punti in programma che per risolvere il Problema della Vita l’Universo e Tutto Quanto che affligge il nostro belpaese, anzi il mondo intero. Possibile? Beh, ovviamente esagero. Ma non proprio. Perché siamo di fronte a un sistema socioeconomico che mostra la corda, buchi che si aprono su tutti i fronti e tutto quello che sembra saper fare la politica è… ah, già: Paperino con il canotto bucherellato dall’ape che tappa i buchi con tutte le dita delle mani, poi dei “piedi”. E poi finiti quelli affonda. Ecco, qualcosa del genere.
Carlin Petrini parla dello spreco di cibo nei supermercati e degli agricoltori sottopagati. Giulia Crespi dei terreni fertili coltivati a biocarburante o ricoperti di pannelli fotovoltaici. Domenico Finiguerra dei comuni che cementificano terreno agricolo per avere risorse economiche.
Li vedete i fili tesi tra un discorso e l’altro? Basta allontanarsi un passo per vedere un unico quadro completo. E tutto parte della stessa battaglia di base: valore del denaro, valore del cibo, squilibrio di un potere economico sempre più lontano e soverchiante.
Poi uno, già che c’è, in questi giorni rimane scioccato dalle immagini alla televisione di quello che è successo a Genova, e prima nelle Cinque Terre. Quanto si è costruito dove non si sarebbe dovuto costruire?
Indignarsi non basta. E che nessuno mi venga a dire che non possiamo fare niente… perché questa è l’unica vera certezza che ho. Possiamo cambiare le cose.
Eravamo in tanti sabato, e saremo sempre di più. Ma dobbiamo aver voglia di dialogare, condividere, diffondere informazioni. Affrontare i problemi in maniera intelligente, con le massime risorse di interscambio e condivisione che quella cosa meravigliosa chiamata Internet ci mette a disposizione.
Ci hanno mentito, convinti ad adeguarci a una serie di abitudini che ci porteranno a rotta di collo verso il disastro. Parola fin troppo comune ormai.
Scegliamo di dire di no. Di ripartire da noi stessi, non accusare gli altri ma abituarci a fare meglio. Abbiamo parecchio a cui attingere, le saggezze dei nostri nonni sono solo dietro l’angolo.
Facciamo in modo che questi siano stati solo 50 anni di follia.
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