di Gabriella Sanlorenzo.
Su “La Stampa” di mercoledì 21 settembre è stata pubblicata l'interessante lettera del Presidente di Confesercenti Asti, Mauro Ardissone, che documenta - tra le altre cose - come sia una vera fandonia quella della Grande Distribuzione che, secondo alcuni, contribuirebbe a creare nuovi posti di lavoro nelle comunità in cui si insedia. Anzi, dati regionali alla mano, Ardissone (e non un fazioso estremista, politicamente schierato) spiega che per un posto di lavoro della GD si sottraggono 2,5 posti al commercio tradizionale e che negli ultimi 6 anni si sono persi quasi 5.000 posti di lavoro nel commercio, anche grazie all'insediamento di grosse strutture commerciali in Asti (1,5 milioni di mq non sono uno scherzo!!) …
Due giorni dopo si legge su “La Stampa” che Galvagno, intervenendo nel dibattito sul commercio, e a proposito dei timori delle organizzazioni del commercio legati alle richieste di insediamento di nuovi centri commerciali, ha risposto: “Il Comune non [può?] trascurare le legittime proposte provenienti dal mondo dell'impresa che propongono investimenti con la conseguente creazione di posti di lavoro”.
Ma allora chiedo al Sindaco: è sicuro di avere letto bene la lettera di Ardissone? Non sono sufficienti i dati citati dal presidente di Confesercenti ? Non è sufficientemente chiara quella che ho già definito una grande fandonia?
La Grande Distribuzione non dà nuovi posti di lavoro, anzi li toglie e ciò potrebbe esserle ancora più evidente, egregio Sindaco, se solo facesse una passeggiata per la nostra città (dove decine di esercizi commerciali hanno le serrande abbassate) senza limitarsi alla sola piazza San Secondo ...