Il Movimento Stop al Consumo di Territorio desidera mettere in risalto due situazioni di estrema importanza che si stanno verificando in questi giorni in Piemonte e che parrebbero – finalmente – indicare la volontà degli Amministratori di imboccare con decisione la strada da noi indicata per fermare l’avanzare di nuovo cemento ai danni dei terreni ancora liberi: la provincia di Torino nega aree agricole al colosso Ikea, la Regione approva il piano territoriale che rende obbligatorio utilizzare edifici vuoti anzichè costruire ex novo. Al contrario di quanto accade ad Asti (ad esempio nel parco Rio Crosio) ...
1) La Provincia di Torino non concede terreni agricoli all'IKEA
Ci riferiamo alla decisione della Provincia di Torino di non concedere la trasformazione di un'area di 16 ettari da terreni agricoli ad area commerciale per l’insediamento di un nuovo punto vendita della multinazionale Ikea nel Comune di La Loggia.
Desideriamo esprimere al presidente Saitta il nostro pieno appoggio alla sua scelta di non cedere alle pressioni incessanti ricevute per favorire il cambio di destinazione d’uso delle aree e snaturare il piano territoriale di coordinamento che vincola il mantenimento dei terreni agricoli, bene prezioso delle nostre comunità.
A tale proposito, il Movimento Stop al Consumo di Territorio invierà nelle prossime ore a tutti i suoi oltre 23.000 aderenti individuali e agli iscritti delle oltre 300 Organizzazioni nazionali e locali che aderiscono collettivamente alla campagna nazionale, l’invito a trasmettere all’azienda Ikea un messaggio di critica netta rispetto ai propri progetti sull’area di La Loggia, sottolineando come il perdurare delle sue richieste di “aggiramento” dei piani di gestione del territorio rappresentino un boomerang nei confronti della sua stessa immagine pubblica e commerciale. Per l’occasione, è stata aperta una specifica “causa” su Facebook, a cura dell’ “Eco dalle Città”: http://www.causes.com/causes/628291
2) La Regione Piemonte approva il nuovo Piano Territoriale
Il nuovo Piano Territoriale Regionale recita all’articolo 31 alcune precise norme sul contenimento del consumo di suolo tra cui (al comma 9) "la pianificazione locale, al fine di contenere il consumo di suolo rispetta le seguenti direttive: a) i nuovi impegni di suolo a fini insediativi e infrastrutturali possono prevedersi solo quando sia dimostrata l'inesistenza di alternative di riuso e di riorganizzazione degli insediamenti e delle infrastrutture esistenti. In particolare è da dimostrarsi l'effettiva domanda previa valutazione del patrimonio edilizio esistente non utilizzato, di quello sotto-utilizzato e di quello da recuperare ...”.
Pur non condividendo la totalità del quadro normativo deliberato, il nostro Movimento apprezza la portata complessiva del progetto pianificatorio che indica con sufficiente chiarezza la necessità di valorizzare l’enorme patrimonio edilizio esistente ed attualmente vuoto, sfitto, non utilizzato e stimolarne il recupero anziché consentire/favorire nuove espansioni e, dunque, nuovo consumo di suoli fertili e terreni liberi.
Da parte nostra, ribadiamo la necessità di rendere obbligatorio, in ogni Comune, un preciso censimento del “costruito” attuale, mettendo in evidenza l’esatto numero di quanti alloggi, case, capannoni ecc. risultino non utilizzati. E con quel dato misurato e, finalmente, certo creare tavoli di lavoro partecipati tra amministratori, tecnici e cittadini “normali” per ridefinire ciascun Piano Regolatore e ricostituire un patto di nuova democrazia ad iniziare dai luoghi e dai loro habitat.
Vi riportiamo l'intero articolo 31, che crediamo debba ora diventare per tutti noi una autentica "Bibbia" ...
Art. 31. Contenimento del consumo di suolo
[1] Il PTR riconosce la valenza strategica della risorsa suolo, in quanto bene non riproducibile, per il quale promuove politiche di tutela e salvaguardia, volte al contenimento del suo consumo.
[2] Il consumo di suolo è causato dall’espansione delle aree urbanizzate, dalla realizzazione di infrastrutture, dalla distribuzione sul territorio delle diverse funzioni o da altri usi che non generano necessariamente impermeabilizzazione (attività estrattive, aree sportive-ricreative, cantieri, ecc.) e che comportano la perdita dei caratteri naturali e producono come risultato una superficie artificializzata.
[3] La compensazione ecologica rappresenta una modalità per controllare il consumo di suolo, destinando a finalità di carattere ecologico, ambientale e paesaggistico, alcune porzioni di territorio, quale contropartita al nuovo suolo consumato.
Indirizzi
[4] Gli strumenti per il governo del territorio assumono come obiettivo strategico la riduzione ed il miglioramento qualitativo dell’occupazione di suolo in ragione delle esigenze ecologiche, sociali ed economiche dei diversi territori interessati.
[5] La pianificazione settoriale, in coerenza con le finalità del PTR, definisce politiche volte a contenere il consumo di suolo e la frammentazione del territorio derivanti dalle azioni oggetto delle proprie competenze.
[6] La pianificazione locale definisce politiche di trasformazione volte a:
a) garantire un uso parsimonioso del territorio favorendo lo sviluppo interno agli insediamenti, attribuendo priorità assoluta per le aree urbanizzate dismesse e da recuperare, contrastando il fenomeno della dispersione insediativa;
b) limitare il consumo di suolo agendo sull’insediato esistente (trasformazione e riqualificazione), tutelando il patrimonio storico e naturale e le vocazioni agricole ed ambientali del territorio, anche mediante misure di compensazione ecologica;
c) ridurre all’indispensabile gli interventi di nuova edificazione, demolizione e ricostruzione di edifici nelle aree rurali se non strettamente funzionali all'esercizio dell'attività agro-silvo-pastorale e delle attività integrative.
Direttive
[7] Per il monitoraggio del consumo di suolo, la Giunta regionale predispone strumenti atti a realizzare un sistema informativo coerente e condiviso aggiornabile almeno ogni cinque anni, nonché criteri e metodologie per il contenimento del consumo di suolo (banche dati, linee guida, buone pratiche), garantendo il necessario coordinamento con le province che collaborano alla predisposizione di tale sistema.
[8] Il piano territoriale provinciale, anche sulla base delle indicazioni di cui al comma 6, definisce soglie massime di consumo di suolo per categorie di comuni, anche in coerenza con quanto previsto dal PPR, ed in ragione delle seguenti caratteristiche:
a) superficie complessiva del territorio comunale;
b) fascia altimetrica;
c) classi demografiche;
d) superficie del territorio comunale che non può essere oggetto di trasformazione a causa della presenza di vincoli;
e) superficie urbanizzata;
f) dinamiche evolutive del consumo di suolo nell’ultimo decennio o quinquennio;
g) densità del consumo di suolo in relazione alle diverse destinazioni d’uso.
[9] La pianificazione locale, al fine di contenere il consumo di suolo rispetta le seguenti direttive:
a) i nuovi impegni di suolo a fini insediativi e infrastrutturali possono prevedersi solo quando sia dimostrata l’inesistenza di alternative di riuso e di riorganizzazione degli insediamenti e delle infrastrutture esistenti. In particolare è da dimostrarsi l’effettiva domanda previa valutazione del patrimonio edilizio esistente e non utilizzato, di quello sotto-utilizzato e di quello da recuperare;
b) non è ammessa la previsione di nuovi insediamenti residenziali su territori isolati dagli insediamenti urbani esistenti. Il nuovo insediato deve porsi in aree limitrofe ed organicamente collegate alla città già costruita, conferendo a quest’ultima anche i vantaggi dei nuovi servizi e delle nuove attrezzature, concorrendo così alla riqualificazione dei sistemi insediativi e degli assetti territoriali nel loro insieme;
c) quando le aree di nuovo insediamento risultino alle estreme propaggini dell’area urbana, esse sono da localizzare ed organizzare in modo coerente con i caratteri delle reti stradali e tecnologiche e concorrere, con le loro morfologie compositive e le loro tipologie, alla risoluzione delle situazioni di frangia e di rapporto col territorio aperto evitando fratture, anche formali, con il contesto urbano. Nella scelta delle tipologie del nuovo edificato sono da privilegiare
quelle legate al luogo ed alla tradizione locale;
d) promuove il ricorso alla compensazione ecologica, anche mediante l’utilizzo di tecniche perequative.
[10] In assenza della definizione delle soglie di cui al comma 8 le previsioni di incremento di consumo di suolo ad uso insediativo consentito ai comuni per ogni quinquennio non possono superare il 3% della superficie urbanizzata esistente.
[11] La soglia di cui al comma 10, quando le previsioni siano coerenti con le indicazioni e prescrizioni del PTR e del PPR, potrà essere superata per la realizzazione di opere pubbliche non diversamente localizzabili, in caso di accordo tra Regione, provincia e comuni per la realizzazione di interventi di livello sovralocale o nel caso di piani intercomunali
o di singoli piani redatti sulla base di accordi e/o intese con i comuni contermini, mediante il ricorso a sistemi perequativi e compensativi.
Il testo integrale del nuovo Piano Territoriale Regionale è scaricabile a questo link: http://www.regione.piemonte.it/sit/argomenti/pianifica/pianifica/informa/piano.htm