Pare che molti “semplici” Alpini di Asti non siano d’accordo con la nuova presidenza dell’A.N.A. locale nel costruire una sede nel Parco Rio Crosio anziché recuperare la ex caserma Muti o altro edificio pubblico attualmente disabitato. Eppure i lavori paiono già iniziati. Che fare, allora ? Inondare la presidenza nazionale di messaggi (la mail è: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. ), fare una festa nel parco Sabato 14 Maggio dalle ore 16.30, mentre il Movimento Stop al Consumo di Territorio ha inviato questa raccomandata …
Al Presidente
dell’Associazione Nazionale Alpini
Via Marsala 9
20121 Milano
7 Maggio 2011
Oggetto: nuova sede dell'A.N.A. di Asti
Gentile Signor Presidente,
ci spiace doverLa ancora disturbare, ma purtroppo la Vostra sezione di Asti sta per commettere un errore molto grave e desidereremmo - quale Movimento nazionale Stop al Consumo di Territorio - sollecitare un Suo intervento.
Come abbiamo già avuto modo di segnalarLe, l'A.N.A. di Asti ha ottenuto la licenza per costruire un edificio all'interno di un prezioso Parco cittadino. Quando lo scorso anno ne siamo venuti a conoscenza, abbiamo invitato il Consiglio sezionale a non procedere nell'avvio del cantiere e permetterci di reperire una struttura pubblica già esistente e non utilizzata da adibire a sede associativa ed evitare, così, di danneggiare il verde pubblico.
Abbiamo ottenuto dal Sindaco di Asti la disponibilità a destinare un pregevole edificio da ristrutturare (la ex caserma Muti), centrale, comoda, esteticamente accattivante.
Purtroppo, però, l'opportunità non è stata accolta dal neo presidente Blengio e da poche ore l'area nel parco è stata recintata, come se i lavori dovessero iniziare da un momento all'altro.
C'erano (e sussistono) tutte le condizioni per evitare la costruzione di un edificio nel parco e il presidente degli Alpini sa che un'ampia parte della sua stessa base è favorevole ad una situazione alternativa, che tutti gli astigiani riconoscerebbero come un gesto di vera attenzione e di recupero urbano da parte dell'associazione.
In termini economici, a ben valutare l'intera convenzione attualmente stipulata, il recupero di una struttura esistente oltre tutto non significherebbe costi superiori (ma addirittura inferiori) e con tempi di realizzazione più contenuti.
Temiamo, purtroppo, che il signor Blengio (facendo forza sul risultato elettorale del marzo scorso che lo ha visto vincere proprio su un Alpino anche sostenitore del nostro movimento) ritenga che le questioni di principio ed il risultato elettorale all’interno alla sezione A.N.A. astigiana siano - evidentemente - più importanti e che la sede degli Alpini (ovvero un circolo ricreativo, non certamente un struttura di prima necessità) sia così socialmente essenziale da porre in secondo piano i veri interessi dei cittadini.
Ci pare un grosso errore e troviamo difficile pensare che davvero gli Alpini vogliano essere così "egoisti" e che lo stile del presidente Blengio rappresenti il loro modo di relazionarsi con la gente, rifiutando (come è purtroppo accaduto fino ad oggi) ogni forma di dialogo, pur dopo aver dichiarato in assemblea elettorale la più ampia disponibilità alla duplice valutazione e ad un confronto scevro da preclusioni.
Se il progetto dovesse andare avanti, sarebbe un'onta gravissima e indelebile sulla rispettabilità di questo corpo, anche perchè diversi cittadini ed associazioni già stanno stigmatizzando la non necessità – in Asti – di nuove edificazioni, soprattutto a discapito degli spazi pubblici di tutti, come visibilmente riscontrato con la recinzione dell’area della nuova sede ( peraltro prevista dalla convenzione con l’ente concedente - Comune).
Crediamo che un Suo intervento potrebbe consentire, almeno, di favorire un incontro tra l'A.N.A. di Asti, il Sindaco prof. Giorgio Galvagno e qualche nostro responsabile per provare a risolvere questa questione che può divenire - per mancanza di sensibilità da parte degli Alpini - davvero incresciosa.