Alpini, ora tocca a voi ...

ImageSembrerebbe tutto pronto per consentire all’Associazione Alpini di Asti di prendere la attesa decisione: sospendere il progetto per la nuova sede da costruire ex novo nel bel mezzo del Parco Rio Crosio e definire con il Sindaco di Asti l’opzione (concreta e fattibile) rappresentata dalla ex caserma Muti. Ma gli Alpini non passano all’azione e il Movimento Stop al Consumo di Territorio li sollecita ancora …

Questo il testo della raccomandata inviata la scorsa settimana e ampiamente ripresa da tutti i giornali locali: pare che tutta Asti attenda un segnale positivo da parte degli Alpini.

 

                                                                                              Al Consiglio Direttivo

dell’A.N.A. di Asti

corso Alfieri 310

14100 Asti

 

e, per conoscenza:

 

Al Sindaco di Asti

Prof. Giorgio Galvagno

Piazza San Secondo

14100 Asti

 

Al Presidente

dell’Associazione Nazionale Alpini

Via Marsala 9

20121 Milano

 

 

Oggetto: Definizione opportunità per la nuova sede dell’Associazione Alpini di Asti.


     Nella giornata di ieri, una nostra delegazione ha incontrato nuovamente il Sindaco di Asti Giorgio Galvagno per verificare in forma definitiva la disponibilità dell’amministrazione comunale a concedere all’A.N.A. l’utilizzo della ex caserma Muti quale immobile per la nuova sede dell’Associazione astigiana, previo recupero dello stesso da parte degli Alpini.

     Tale possibilità era stata indicata nei mesi scorsi come alternativa al progetto proposto e già autorizzato all’interno del Parco Rio Crosio (fabbricato di nuova costruzione); una soluzione che, lo scorso anno, numerosi cittadini astigiani ed il nostro Movimento Stop al Consumo di Territorio avevano richiesto potesse essere accantonata allo scopo di risparmiare  un’area interamente destinata a verde pubblico e dedicata ai Caduti per la Libertà nei lager nazisti.

     Già a Novembre 2010 avevamo sollecitato i vertici dell’A.N.A. a non procedere all’avvio dei lavori in attesa di una disponibilità alternativa da parte dell’amministrazione comunale che, nei mesi scorsi, si è puntualmente palesata con l’indicazione, appunto, dell’ex caserma Muti quale decorosa ed idonea soluzione da mettere a disposizione per la nuova sede.

    

     Anche i tecnici dell’Urbanistica hanno confermato non sussistere ostacoli di sorta a tale evenienza, trattandosi di edificio all’interno di un Piano di Recupero già approvato definitivamente sia con delibera del Consiglio Comunale e sia dalla Sovrintendenza ai Beni Architettonici del Piemonte. Riteniamo, dunque, che a questo punto occorra che le reciproche disponibilità e le attese di molti possano convergere in un’azione comune solutoria.

     L’amministrazione comunale conferma di essere disponibile, i cittadini astigiani approvano la  scelta della soluzione alternativa; resta ora da definire se l’A.N.A. di Asti (che in più occasioni, anche pubbliche, si è mostrata interessata a dirigere le proprie attenzioni su una situazione di recupero anziché su una nuova edificazione) ha intenzione reale di cogliere l’opportunità a sua disposizione, attivando speditamente tutte le fasi tecniche necessarie. Ed in prima analisi un raffronto tecnico–economico tra le due proposte (come emerso dai numerosi interventi durante l’Assemblea dei Delegati del 27 febbraio scorso) nonché inerente i tempi di realizzazione necessari (si è sempre annunciata una prossima cantierizzazione a Rio Crosio, ma senza definirne i tempi di completamento che paiono doppi se raffrontati alla soluzione “Muti”).

    

     Al momento, nessuna analisi e nessun  “passaggio operativo” sono ancora stati avviati in tal senso dai nuovi Vertici dell’Associazione e, pertanto, con la presente ci permettiamo di richiedere formalmente un loro incontro con lo stesso Sindaco Galvagno per sciogliere gli eventuali ultimi dubbi esistenti, ricordando che oltre all’ex caserma Muti sono state indicate anche altre eventuali soluzioni alternative tra le strutture pubbliche attualmente non utilizzate sul territorio comunale (anche se la struttura e le condizioni logistiche ed urbanistiche dell’ex caserma Muti paiono decisamente come la più adatta e veloce delle ipotesi percorribili).

    

     Ricordiamo, per sommi capi, che innumerevoli paiono le motivazioni utili per giungere a tale conclusione:

 

Per l’amministrazione comunale: valorizzazione e completamento dell’area circostante il nuovo Tribunale, utilizzo di una struttura di pregio attualmente abbandonata al degrado, adeguata risposta ai bisogni dei cittadini che chiedono ai Parchi cittadini di restare un’oasi verde;

 

Per l’A.N.A.: sede dislocata in una zona centrale di grande visibilità e fruibilità, perché di massima comodità sia in caso di “sfilamento” per il centro, che per gli ampi parcheggi per manifestazioni e quant’altro, con minori costi e tempi di realizzazione soprattutto se si valuta che la convenzione attualmente stipulata per la soluzione in Rio Crosio prevede l’azzeramento dei contributi annuali abitualmente garantiti dal Comune all’Associazione astigiana e che gli oneri di urbanizzazione già versati nelle casse comunali verrebbero interamente rimborsati); conferma dell’attenzione degli Alpini sia ai valori di cittadinanza e sia al parco ed ai Caduti cui lo stesso è dedicato da tempo;

 

Per i cittadini astigiani: risposta ai  desideri manifestati in merito alla tutela del verde pubblico – patrimonio pubblico e pertanto di diritto di ogni cittadino - ed all’invito (indirizzato agli Enti Locali) di salvaguardare paesaggi, suoli e territori iniziando dal recupero e riutilizzo degli edifici pubblici abbandonati. 

    

     Elementi importanti anche sotto il profilo economico e finanziario; ricordiamo, infatti, che stiamo vivendo momenti difficili, con la riduzione delle risorse che ha colpito tanto le amministrazioni locali (che non riescono a far fronte alle innumerevoli necessità di recupero e gestione del loro patrimonio immobiliare) quanto realtà associative come quella degli Alpini (che a seguito di mancanza del reclutamento della leva obbligatoria vedono le loro file assottigliarsi  inesorabilmente nel tempo, tanto che la recente assemblea ha dovuto rendicontare una riduzione del 2% degli iscritti solo nell’ultimo anno). Entrambe le situazioni convergono pertanto sulle reciproche esigenze di economia dell’intervento, oltreché di salvaguardia del patrimonio a verde cittadino, da un lato, e di quello urbano dall’altro.

      

     Il Movimento Stop al Consumo di Territorio ritiene di avere fatto, in questi mesi, tutto quanto possibile per far prevalere il “comune buon senso” e addivenire ad una condivisa decisione a vantaggio di tutta la collettività.

     Ora chiediamo ai Vertici dell’A.N.A. di aiutarci a completare l’opera. Restiamo a Vostra disposizione ed in attesa di cortese riscontro.

 

 23 Marzo 2011

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