Un piccolo Comune del Lazio ha scoperto che un articolo del suo Statuto comunale gli conferisce il “dovere” si mantenere pubblica la gestione del suo servizio idrico: e se tutti i Comuni “sensati” facessero altrettanto ?
Questo l’articolo da “copiare”:
“Il comune di Bassiano riconosce l’acqua come bene comune pubblico e patrimonio dell'umanità e di tutte le specie viventi e l’accesso all’acqua potabile come un diritto umano fondamentale degno di protezione giuridica.
Essendo l'acqua un bene comune dell'umanità, la gestione delle risorse idriche non deve essere assoggettata a norme di mercato interno ... e pertanto non si dove procedere alla liberalizzazione dei servizi idrici ma si deve promuovere regole che portino alla valorizzazione e a una gestione sostenibile dell’acqua bene comune.
Si impegna a:
· Utilizzare, proteggere, conoscere e promuovere l'acqua come bene comune pubblico, nel rispetto dei principi fondamentali della sostenibilità integrale (ambientale, economica, politica e istituzionale);
· Mantenere sotto controllo pubblico il ciclo integrato dell'acqua compresi il capitale ed i servizi ad essa collegati (infrastrutture e insieme dei servizi di captazione, adduzione, distribuzione, fognatura e depurazione);
· Trasformare l'Acqua in uno strumento di Pace attivando iniziative che condannino l'uso dell'acqua per fini politici o militari e come strumento di oppressione, di esclusione e di ricatto;
· Garantire la sicurezza dell'accesso all'acqua, nelle quantità e qualità necessarie alla vita, a tutti i membri della comunità locale, in solidarietà con le altre comunità e con le generazioni future pari a 40 litri, o ai litri minimi necessari per una vita dignitosa, di acqua al giorno per ogni persona;
· Promuovere campagna di informazione/sensibilizzazione sul Risparmio Idrico.”