di Alessandro Mortarino.
Mancano pochi giorni alla chiusura della campagna “elettorale” a sostegno dei quattro quesiti referendari che porteranno i cittadini italiani al voto il prossimo 12 e 13 Giugno. Se vedete attorno a voi qualche volto scavato da occhiaie profonde, non preoccupatevi: vi siete imbattuti non in un zombie ma in uno dei tanti militanti ormai vicini all’esaurimento delle proprie energie (rinnovabili, ovviamente !). Una persona, un cittadino. Uno dei milioni che hanno dato l’anima per costruire un nuovo scenario politico nel nostro paese …
Chissà se riusciremo a raggiungere il quorum: l’obiettivo era (e resta) molto impegnativo e il silenzio dei grandi media non ha di certo contribuito a diffondere informazioni e – tanto meno -approfondimenti utili a chiarire gli aspetti in questione e, dunque, stimolare i cittadini a recarsi alle urne.
Ma è accaduto che i Comitati promotori si siano mossi per tempo e abbiano lavorato, da mesi, nelle piazze, nelle strade, tra i mercati, nelle stazioni ferroviarie, in ogni luogo di transito della gente “normale”.
Tanto che molta “gente normale” si è trasformata in “militante”.
Non so se riusciremo a raggiungere il quorum. Ma sono ottimista: questo modo di fare politica (occupandosi “delle cose”) è un modello meravigliosamente attraente, para-rivoluzionario, che durerà a lungo.
Questa volta la politica non è un gioco di pochi, ma il futuro di molti.
Un futuro di acqua, di aria, di terra e di fuoco.
Il futuro.
Ed è facile intuire la portata “rivoluzionaria” di questo modo di fare politica; è sufficiente guardare a come trasmissioni televisive “lib” (come Ballarò, Anno Zero, l’Infedele …) stiano trattando l’argomento, invitando in studio i rappresentanti dei partiti e non quelli del Comitato promotore dei referendum per l’acqua pubblica.
Questa volta abbiamo VINTO, comunque vada a finire.
Speriamo che sia chiaro a tutti (soprattutto a noi stessi !).