At-Cn, l'Osservatorio del Paesaggio scrive ai ministri sulla galleria di Verduno

Lo scorso 22 febbraio, l'Osservatorio per il Paesaggio di Langhe e Roero inviò una lettera ai due Ministri Cingolani e Giovannini, per richiamare la loro attenzione circa il progetto dell'autostrada Asti-Cuneo. Lo stesso OdP ha ritenuto opportuno integrarla con una seconda, in quanto dall’analisi del verbale della conferenza dei servizi del 2002, sono emerse interessanti ulteriori considerazioni meritevoli di attenzione ed approfondimenti.
 
O g g e t t o : C o m p l e t a m e n t o A u t o s t r a d a A s t i - C u n e o A 3 3 . Dopo 30 anni si deve finalmente completare l’autostrada, senza distruggere una zona UNESCO di bellezza e biodiversità uniche ed assolute.
 
Illustrissimi Sigg. Ministri,
 
l’Osservatorio per la Tutela del Paesaggio di Langhe e Roero desidera innanzitutto augurarVi un buon lavoro per i prestigiosi incarichi ricevuti. L’Osservatorio da molto tempo segue con costanza le vicende della ATCN, avanzando sempre proposte costruttive di soluzioni, in nome e per conto della società civile del territorio, cercando anche continuamente il dialogo con i referenti del progetto di completamento, al solo scopo di ottenere la realizzazione più valida per i residenti e per assicurare al territorio UNESCO, impattato dall’opera di completamento, il minor danno ambientale e paesaggistico possibile.
 
Il 2 gennaio 2021, il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) ha firmato i decreti che sbloccano le convenzioni per le società Asti – Cuneo e Satap (tronco Torino Milano), consentendo così l’avvio dei lavori per l’ultimazione dei 9 km mancanti per il completo collegamento autostradale A33 Asti – Cuneo. Il lotto 2.6 da terminare è diviso in due tronchi (2.6.a – 2.6.b). Il tronco 2.6.b, che interessa i Comuni di Alba, Roddi e Verduno, già possiede i provvedimenti approvativi ed i lavori sono realizzabili in 2 anni. Il tronco 2.6.a, che va dal Comune di Verduno al moncone interrotto in Comune di Cherasco, deve essere completamente riprogettato ed ottenere le necessarie approvazioni.
 
Il precedente Ministro per le Infrastrutture e Trasporti decise, d’intesa con il concessionario, di sostituire, per una mera questione economica, il progetto originario in galleria, già approvato e tutt’ora in vigore, con un nuovo progetto, al momento in fase di studio e con tracciato esterno particolarmente invasivo, in un territorio definito buffer zone UNESCO.
 
Questo nuovo progetto deve ancora essere sottoposto a tutto il processo autorizzativo: dovrà essere giudicato positivamente alla VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) e alla VAS (Valutazione Ambientale Strategica), divenuta obbligatoria a seguito dell’approvazione del Piano Paesaggistico Regionale (PPR) nel 2017. Il PPR ricorda che il riconoscimento UNESCO non solo richiede politiche territoriali rivolte alla tutela del valore universale del sito (che considera già ferito dalla collocazione NON appropriata del nuovo Ospedale), ma colloca tutta l’area del lotto 2.6 nella cosiddetta buffer zone. Dovranno inoltre essere esperite le pratiche dell’IPCC/D.lgs. 46/2014 sull’ambiente (Autorizzazione Integrata Ambientale), avere il nulla-osta dell’AIPO (Agenzia Interregionale f. PO) e la conformità con il PAI (Piano di Assetto Idrogeologico). Il tutto tenendo conto del fatto che il Ministero dell’Ambiente aveva a suo tempo bocciato la soluzione all’aperto.
 
Inoltre il recente documento della Commissione Europea del 12.2.2021 C(2021) 1054 “Orientamenti tecnici sull’applicazione del principio DNHS “non arrecare danno significativo” a norma del regolamento sul dispositivo per la ripresa e la resilienza, afferma che la VIA e la VAS non sono sufficienti per giudicare le criticità ambientali, ma sostiene che occorre anche verificare se l’opera in esame possiede i requisiti DNSH, ossia “non arreca danno significativo”, citando esplicitamente i siti UNESCO al punto 2.3-nota 18. A nostro avviso pertanto, la soluzione con tracciato esterno non rispetta i requisiti previsti dalle norme nazionali ed europee. La soluzione per fare tutto per bene e rapidamente c’è: si torna all’ipotesi della galleria a due fornici che ha completato tutto il processo autorizzativo, concluso dopo lunghi anni di trattative e numerose Conferenze dei Servizi, si risparmia suolo riducendo la carreggiata al minimo previsto dalle norme, si formalizza e sancisce la gratuità del percorso da Castagnito a Cherasco (lotti 2.5, 2.6, 2.7parte), a parziale ristoro del danno subito dalle comunità locali per l’utilizzo da parte dell’autostrada della viabilità esistente e per agevolare l’accesso al nuovo Ospedale, si realizzano le opere complementari già previste, necessarie per il territorio. L’accordo, definito con la delibera CIPE di Maggio 2020 recentemente approvata da tutti gli enti competenti, prevede che si possa modificare il PEF (Piano Economico Finanziario) per compensare eventuali minori ricavi causati dalla contrazione del traffico a causa del COVID o per le minori entrate dovute alla decisione politica di introdurre tratte di gratuità, oppure per realizzare alcune opere complementari. Non si capisce perché, con una analoga modifica del PEF, non si possa ripristinare la galleria a due fornici prevista dal progetto già approvato a suo tempo con l’accordo di tutti: l’extra costo stimato è nell’ordine dei 150-180 ml€. Con questa soluzione l’opera può essere conclusa entro il 2024, senza creare danni irreversibili al territorio.
 
La disponibilità dei fondi del NextGeEU, non disponibili in passato, risolverebbe il problema finanziario: la provincia di Cuneo ha richiesto 357ml€ per realizzare infrastrutture essenziali. Di questi, la metà sarebbero più che sufficienti per completare l’opera. Illustrissimi Sigg. Ministri, sono trent’anni che il territorio UNESCO di Langhe e Roero attende che si completi un’opera di impostazione purtroppo sbagliata: per ridurre il danno occorre terminare appena possibile quella interruzione di 9 km sui 90 complessivi, ripristinando il progetto del tunnel e quindi con il minimo danno ambientale. Solo così potremo farci perdonare dalle future generazioni la ferita inferta ad un paesaggio di incomparabile bellezza. Fiduciosi della Vostra attenzione, ci confermiamo disponibili ad ogni approfondimento e rimaniamo in attesa di una Vostra cortese risposta.
 
Alba 22.2.2021 Per conto del Comitato Direttivo dell’Osservatorio per la tutela del paesaggio di Langhe e Roero, Il Presidente arch. Silvio Veglio
 
 
 
Oggetto: Completamento dell’Autostrada A33 Asti-Cuneo – Galleria di Verduno
 

Facciamo seguito alla nostra lettera di pari oggetto del 22 febbraio u.s., già a Vostre mani che alleghiamo alla presente per vostra comodità.

Nel ribadire, per maggior chiarezza, le proposte di questo Osservatorio:

  1. Accelerare il completamento della A33 mediante il ripristino del tracciato in galleria del Lotto 2.6 tronco a, già in possesso di tutte le autorizzazioni necessarie per l’inizio lavori;

  2. Ridurre i costi delle opere ed il consumo del suolo mediante l’adozione per tutto il Lotto 2.6 della carreggiata con la minima larghezza consentita dalle norme (10,70 m);

  3. Spostare la barriera di Govone a Castagnito e realizzare una nuova barriera a Cherasco, riducendo a svincolo per l’Ospedale il previsto casello Alba Ovest e introdurre il vincolo di gratuità per tutti gli utenti che si muovono all’interno del tratto da Castagnito al nuovo casello di Cherasco;

  4. Realizzare le opere complementari indispensabili per migliorare la viabilità locale;

riteniamo indispensabile, ad integrazione della nostra lettera citata, richiamare la Vostra attenzione su quanto riportato sul verbale della Conferenza dei Servizi tenutasi presso la sede del Ministero dell’Ambiente il 07 febbraio 2002. In particolare, sono degne di nota le considerazioni in merito alle indagini condotte lungo 

il tracciato all’aperto del Lotto 2.6 tronco a, che ora viene ostinatamente riproposto in sostituzione del tracciato in galleria.

Riportiamo integralmente:

...omissis

“L’ANAS pertanto ha disposto una campagna di indagini geognostiche volta alla definizione del progetto esecutivo, accurata e mirata ad analizzare la stabilità del versante interessato dalla progettazione.

Dalla relazione generale del nuovo progetto emerge che:

  • -  le risultanze della campagna, svolta sul versante della Collina di Verduno (C.na Spia e Roggeri) e basata su un considerevole numero di sondaggi, hanno evidenziato come le problematiche di carattere geologico – geotecnico eventualmente risolte con la tipologia proposta nella precedente fase progettuale (ndr. tracciato all’aperto) sarebbero risultate estremamente invasive dal punto di vista territoriale.

  • -  Le problematiche di carattere geologico-geotecnico sono sintetizzate nei seguenti punti: 

    1. Il versante in oggetto è sede di una paleofrana;

    2. Su tutta l’area sono presenti con spessori di vari metri (spesso > 10 m) terreni rimaneggiati di origine colluviale, di accumulo di frana o derivanti dall’attività torrentizia dei corsi d’acqua minori; tale formazione presenta caratteristiche geomeccaniche estremamente scadenti ed è in condizioni di stabilità quiescente;

    3. La formazione Gessoso-solfifera posta sotto la coltre è sede di fenomeni carsici; ovvero si hanno a profondità compresa tra 10 e 40 m numerose cavità, anche di dimensioni ragguardevoli (dell’ordine di alcuni metri) derivanti dalla dissoluzione dei minerali gessosi ad opera delle acque di circolazione idrica sotterranea;

    4. L’andamento del versante è irregolare con presenza di vaste zone poste in contropendenza che favoriscono l’accumulo e l’infiltrazione delle acque nel sottosuolo;

    5. Nonostante la prevalente composizione marnosa-argillosa delle litologie presenti, vi è una circolazione idrica sotterranea non trascurabile estesa a scala dell’intero versante;

    6. La formazione di substrato effettivamente consistente e stabile è presente solo a profondità molto elevate e pari anche a -40 m rispetto al piano campagna in corrispondenza dell’attuale tracciato. 

    • Di fatto la bonifica dell’area di potenziale frana, effettuata con tecniche di regimazione delle acque di ruscellamento e l’intervento di drenaggio delle acque all’interno della coltre stabile, è risultata di notevole impatto. Le occupazioni territoriali e la profondità degli interventi risultavano di gran lunga superiori a quelli preliminarmente preventivati e l’efficacia della soluzione veniva subordinata ad una periodica manutenzione, mirata a mantenere in efficienza il sistema

      Le problematiche sopra descritte hanno imposto la ricerca di tracciati alternativi (ndr.: Il tracciato in galleria);

      L’analisi è stata effettuata valutando sia i vincoli territoriali esistenti sia gli aspetti tecnico economici delle nuove soluzioni proposte;

      La soluzione, oggetto della presente progettazione, rispetta i vincoli territoriali, quali l’esigenza di mascherare il tracciato dai punti di vista sensibili, quali la tenuta di “Pollenzo”, ed inoltre garantisce ottimali condizioni di sicurezza nell’attraversamento della zona instabile.”

      omissis...”

A questo Osservatorio non risulta che negli anni a seguire siano state condotte altre campagne di prospezione geologica-geotecnica che contraddicano le considerazioni sopra riportate o che le rendano del tutto irrilevanti. Considerazioni che paiono anzi confermate, in tutto e per tutto, dalle annose e dispendiose vicende legate alla realizzazione dell’Ospedale Alba/Bra a Verduno.

In tempi successivi alla Conferenza di Servizi citata, è intervenuta una ulteriore complicazione, ossia l’iscrizione tra i siti definiti dall’UNESCO “Patrimonio dell’Umanità” dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe Roero e Monferrato (Doha 22.6.2014). Di conseguenza tutto il lotto incompiuto 2.6 della A33 risulta compreso nella buffer zone del sito denominato “Langa del Barolo” che comporta l’adozione dei provvedimenti previsti sia dal PPR approvato nel 2017, sia dal RRF (Regolamento sul dispositivo per la ripresa e la resilienza) approvato dal Parlamento Europeo nel dicembre 2020.

L’Osservatorio ritiene pertanto che ci siano tutti gli elementi per indurre le istituzioni da Voi rappresentate a riconsiderare tutta la vicenda del completamento della A33, optando per la soluzione con il tracciato in galleria in alternativa a quella con il tracciato all’aperto, in perfetta assonanza con la recente indicazione della 

Commissione Europea, decisamente orientata a favorire una transizione ecologica del modello di sviluppo, applicando al RRP (Piano per la Ripresa e la Resilienza) il principio DNSH “non arrecare un danno significativo”, come previsto dal RRF sopracitato.

Nel malaugurato caso contrario, l’Osservatorio, in rappresentanza della società civile che intende rappresentare, avanza fin da subito la richiesta che tutte le Valutazioni (VIA, VAS, AIPO, PAI, Requisiti DNSH, Analisi del ciclo di vita, ecc.) da implementare per giungere alla fine del processo autorizzativo, siano eseguite raffrontando le due soluzioni in gioco, con approfonditi bilanci costi-benefici per ognuna di esse, tali da fugare ogni dubbio sulla bontà della soluzione adottata.

Noi dell’Osservatorio siamo convinti che siano stati troppi gli errori ed i ripensamenti su questa autostrada: un’opera sovradimensionata, concepita male e proseguita peggio, di cui però i cittadini hanno un estremo bisogno. Ma, almeno ora, facciamo in modo che non sia completata purchessia, o, peggio, con soluzioni dannose per il paesaggio e l’ambiente e noncuranti degli interessi dei cittadini del territorio.

Certi della Vostra personale disponibilità a valutare il problema con l’attenzione che merita, a disposizione per ogni chiarimento che riteniate necessario, restiamo in attesa di Vs. cortese cenno di risposta.

Vogliate gradire i nostri più cordiali saluti.

Per conto del Comitato Direttivo dell’Osservatorio per la tutela del paesaggio di Langhe e Roero

Il Presidente arch. Silvio Veglio / Alba 15 Marzo 2021

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