Tre progetti per il reinserimento sociale dei detenuti a Fossano


Sono stati presentati nella sede del CNOS-FAP di Fossano i tre progetti, “Manuattenzioni”, “Pensolato” e “Museo social club”, ideati a favore di detenuti ed ex ristretti, che hanno lo stesso obiettivo: dare a chi ha sbagliato l’opportunità di tornare a vivere nella società impegnandosi per la collettività. Coinvolgono diversi enti e associazioni che insieme hanno creato forza rispondendo a diverse debolezze: quelle di chi si trova a vivere un momento delicato, come il fine pena, e quelle dei beni pubblici, come le scuole, sempre più degradati a causa della carenza di risorse per la manutenzione.

“Manuattenzioni” dà la possibilità a 12 detenuti di frequentare un corso di 120 ore di riqualificazione energetica e bioedilizia e di lavorare nel cantiere aperto nella palestra dei Salesiani a Fossano. “È sostenuto da un bando della Compagnia di San Paolo al quale il nostro centro di formazione professionale ha partecipato – ha spiegato Maurizio Giraudo, direttore provinciale del Cnos-Fap – e prevede il rivestimento esterno in sughero, la ritinteggiatura interna e la realizzazione di mosaici decorativi nella palestra che ha 25 anni. Dopo la formazione, i partecipanti otterranno un attestato spendibile nel mondo del lavoro. L’intervento è co-progettato da detenuti e utenti della palestra”. “Il contagio emotivo è straordinario- ha sottolineato Monica Mazzucco, presidente di ‘Culturadalbasso’ – . Si tratta di un progetto innovativo perché costruisce un ponte mettendo la persona al centro e generando valori economici, sociali e culturali”. “Una sinergia pubblico-privato – ha detto l’assessore di Fossano Simonetta Bogliotti – che ha fatto arrivare i finanziamenti”. Un’opportunità, quella del lavoro, che a Fossano, tra dentro e fuori le mura, hanno solo “52 detenuti su 133 (quelli che, ad oggi, si trovano nella struttura a custodia attenuata)” ha sottolineato la garante comunale, Rosanna Degiovanni.

«Pensolato» è il nome della cooperativa agricola sociale, nata il 2 maggio, che “fa uscire i detenuti dal carcere – ha spiegato Nino Mana, direttore Caritas Fossano – facendoli lavorare a contatto con la terra che li rigenera dentro. Ci credono: lo hanno dimostrato impegnandosi volontariamente per un mese, 8 ore al giorno, perché era tempo di seminare ma la cooperativa non era ancora stata costituita ufficialmente per poterli assumere”.

Infine “Museo social club”, sostenuto da Fondazione CRC, che porterà “incroci di storie – ha detto don Derio Olivero del Museo Diocesano -: i detenuti racconteranno ai visitatori i quadri, attraverso le storie dei personaggi, degli autori e le loro personali”.

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