Per la prima volta, il Consiglio comunale di Barcellona ha deciso a grande maggioranza di porre fine alla gestione privata dell’acqua della città. Barcelona en Comú ritiene che l’acqua sia un diritto umano, un servizio fondamentale e un bene comune da porre sotto il controllo democratico pubblico ...
Venerdì 25 Novembre 2016, Barcelona En Comú ha presentato una Mozione per riprendere in mano pubblica la gestione del ciclo idrico, uno degli impegni più importanti del programma elettorale. Un obiettivo tra i più popolari tra i cittadini, come è risultato dal processo partecipativo con il quale si è definito il Piano d’Azione Municipale (il programma di governo della città).
A favore della Mozione hanno votato tutti i gruppi di sinistra del Consiglio comunale di Barcellona, il che significa che il governo cittadino può procedere con il programma di rimuncipalizzazione dei servizi idrici nell’area metropolitana. Essi sono attualmente in mano a società miste che controllano la distribuzione nelle 23 Municipalità dell’Area Metropolitana di Barcellona (AMB) e di cui Agbar (Suez) è l’azionista di maggioranza. Il Consiglio ha approvato anche una Mozione analoga presentata dalla CUP (Cadidadura Unidad Popular) di Barcellona.
Eloi Badia, Assessore alla presidenza, acqua e energia, ha dichiarato: “Oggi la maggioranza assoluta ha votato per una più grande trasparenza, una migliore qualità del servizio e per tariffe più basse. Quello di oggi è un momento storico perché la maggioranza del consiglio ha detto che le cose devono cambiare”.
Risparmi per la Città e per i cittadini.
Secondo i dati della Corte dei Conti, la gestione pubblica risulta del 18% più economica; le perdite sono del 23% inferiori e gli investimenti sono superiori del 18%. Un confronto sulle tariffe idriche nei Comuni catalani indica che la gestione privata è del 25% più costosa di quella pubblica.
I risparmi suddetti si tradurrebbero ovviamente in una riduzione delle tariffe. Badia ha dichiarato che le bollette dell’acqua potrebbero diminuire di almeno il 10% per un totale di 38,7 milioni di euro di cui 29 milioni dai profitti aziendali e 9,7 milioni da “knowledge levy”: “La miglior tariffa sociale è quella che non comprende le spese inutili – e ha aggiunto - Dobbiamo dare risposte agli utenti che non possono far fronte a bollette aumentate dell’85% negli ultimi 10 anni.”
Il processo in corso si basa sui precedenti di grandi città come Parigi, Berlino e Napoli che hanno dimostrato i vantaggi di avere un servizio al 100% a gestione pubblica, così come città catalane quali Arenys de Munt e Montornès del Vallès.
È solo l’inizio di un percorso che può essere lungo e complesso. Barcelona En Comú continuerà ad impegnarsi per i servizi pubblici e il bene comune di tutti i cittadini.