Caro Papa Francesco,
siamo i giornalisti della MISNA, quella piccola agenzia di stampa dei Missionari che da quasi vent’anni racconta le “periferie” della tua amata Africa, dell’Asia, dell’America Latina. A pochi giorni dal Natale, il prossimo 31 dicembre, questa ‘voce degli ultimi’ rischia di spegnersi. Con una decisione per noi drammatica e incomprensibile, un gesto che chiude simbolicamente la Porta Santa che tu hai voluto aprire a Bangui, le congregazioni missionarie proprietarie della Misna (Missionari Comboniani, Missionari della Consolata, Pontificio Istituto Missioni Estere, Missionari Saveriani) hanno deciso di sospendere le pubblicazioni.
Erano state loro, le stesse Congregazioni, animate da un missionario speciale, Giulio Albanese, a creare nel dicembre 1997 questa piccola, grande, realtà della comunicazione missionaria. Se diamo un satellitare a ogni missionario, nel più sperduto angolo della Terra - dal Congo alla “Fin del Mundo” - avremo un racconto del mondo davvero unico, libero e ispirato, questa era l’idea da cui siamo nati e che riteniamo oggi ancora e più che mai attuale e necessaria. Con amore e dedizione, da allora ci battiamo per cambiare, a modo nostro, la maniera di fare informazione.
Oggi, però, gli Istituti missionari proprietari della Misna si dicono “stanchi”, demotivati, così schiacciati dalle spese e “privi di energie” da ritenere inutile la sopravvivenza della loro stessa creatura. Sarebbe un errore grave: senza MISNA a pagare saranno le giovani Chiese, le periferie, la società civile che invoca una giustizia sociale senza cui non può esserci Pace. E l’idolo del denaro spegnerebbe la voce dei poveri.
In tutti i modi abbiamo pregato l’editore di sedersi attorno a un tavolo e trovare con noi una soluzione. Ci siamo offerti di continuare a lavorare tagliando i nostri stipendi, provando a fare di tutto, insieme – noi laici al fianco dei missionari - per far sì che la Misna vada avanti! Ma non siamo stati ascoltati.
Caro Francesco, ascoltaci tu.