Nell'anno appena concluso, nonostante la crisi che attanaglia il potere d'acquisto delle famiglie italiane e il calo dei consumi alimentari convenzionali (-2,8% rispetto al 2011, secondo Federalimentare), il segmento “bio” prosegue la sua crescita.
Secondo la periodica rilevazione di Ismea Gfk-Eurisko, nel 2012 la spesa "bio" nei punti vendita della grande distribuzione organizzata è aumentata del 7,3%, dopo il + 9% rilevato l'anno precedente, con un forte incremento della spesa nei discount: + 25,5% rispetto al 2011. Gli acquisti in Iper e supermercati registrano un + 5,5%.
Cresce anche la vendita dei prodotti biologici attraverso il rapporto diretto tra produttori e consumatori: i dati dell’ultimo Rapporto Bio Bank, confermano incrementi percentuali anche a due cifre: + 22,9% per il segmento «biscotti, dolciumi e snack», + 16,5% per le «bevande analcoliche», + 8,9% per «pane, pasta e sostituti del pane», + 7,8% per frutta e ortaggi, + 4,5 % per i prodotti lattiero-caseari.
Dal 2008 al 2012, sono inoltre cresciuti dell’86% i GAS - Gruppi di Acquisto Solidale (dai 479 del 2008 agli 891 del 2012), del 60% i siti di e-commerce (da 81 a 130), del 51% sia i ristoranti (da 199 a 301) che le mense scolastiche (da 791 a 1.196), del 44% gli spacci aziendali (da 1.943 a 2.795), del 31% gli agriturismi (da 1.178 a 1.541) e del 13% i mercatini (da 208 a 234).
Il giro d'affari complessivo del comparto "bio", tra mercato interno ed estero, ammonta a circa 3 miliardi di euro e pone il nostro paese al quarto posto in Europa (alle spalle di Germania, Francia e Regno Unito) e al sesto nella graduatoria mondiale.