A cura della Federazione Nazionale Pro Natura.
Con Ordinanza n. 2/2022 del 21 febbraio 2022, contingibile e urgente, il Sindaco di Sommariva Perno aveva approvato l’abbattimento di cinghiali selvatici nel territorio comunale, quale misura a tutela della pubblica incolumità, e incaricato i locali cacciatori della sua applicazione con interventi settimanali. La Federazione Nazionale Pro Natura, pur riconoscendo la gravità della situazione legata all’eccessiva proliferazione dei cinghiali e sulla necessità di interventi per arginare il fenomeno, ha presentato ricorso gerarchico al Prefetto di Cuneo contro questa Ordinanza, ravvisando plurime violazioni di legge ed eccesso di potere...
Per quanto riguarda il controllo delle specie selvatiche il Sindaco non ha competenze e il suo intervento può essere motivato solo dalla presenza di gravi pericoli, che, nel caso in esame, non sono stati assolutamente dimostrati. La mancanza di qualsiasi istruttoria ha portato l’Amministrazione di Sommariva Perno a motivare la decisione con affermazioni prive di valore scientifico e sulla base di ipotetici rischi e danni, ma senza supportare tali assunti con presupposti anche solo minimamente provati.
Stante la mancanza di specifiche conoscenze in merito all’espansione delle infezioni nei confronti degli altri animali e dell’uomo, singolare è la motivazione addotta nel provvedimento, secondo cui i cinghiali potrebbero veicolare malattie virali, batteriche e parassitarie pericolose.
L’utilizzo previsto di braccate con cani operate dalle squadre dei cinghialai confligge con i provvedimenti regionali di contrasto alla diffusione della PSA (Peste Suina Africana), che escludono tassativamente queste modalità di intervento le quali, oltre ad essere inutili per contrastare la diffusione della malattia, contribuiscono a disperdere gli animali e di conseguenza estendere ad altre aree la presenza del contagio.
La cessione degli animali abbattuti ai cacciatori quale rimborso per le attività svolte contrasta con le regole che sovrintendono l’alienazione del patrimonio dello stato, quale è la fauna selvatica, e incentivano il mercato clandestino della carne di cinghiale, alimentando quei rischi sanitari che la stessa ordinanza dice invece di voler prevenire.
Interventi così impattanti sull’ambiente naturale, oltretutto in periodo di nidificazione degli uccelli e, più in generale, di riproduzione di quasi tutte le specie selvatiche, possono determinare gravissime conseguenze sulla biodiversità degli ambienti coinvolti dagli interventi e sono causa anche di pericolo per le attività umane che in stagione primaverile si intensificano.