Una piccola ma grave Terra dei Fuochi dalle nostre parti

Si interravano da anni veleni in campagna, in 40 ettari di terreni agricoli e/o incolti dei territori di Magliano, Pralormo, Govone e dell’astigiano, come è potuto succedere?

Sono quasi passati due mesi dalla conclusione delle indagini dei Carabinieri Forestali di Cuneo che con un eccellente lavoro investigativo hanno messo fine ai presunti illeciti della Olmo di Magliano Alfieri che, secondo gli inquirenti, duravano da molti anni...

È calato il silenzio da quando, circa due mesi fa, sono state emesse le prime misure cautelari e l’attività della Società Olmo Bruno srl, controllata al 100% dal Gruppo EGEA, è stata sospesa.

Siamo certi che l’Autorità Giudiziaria farà piena luce su questo grave scandalo.
Quello che non vogliamo è che si spengano troppo in fretta i riflettori sulla faccenda: troppa omertà ed indifferenza ci pare abbiano caratterizzato gli anni recenti, facendoci sospettare che molti sapessero ma hanno preferito girarsi dall’altra parte.
Come è noto, il Gruppo Egea opera nel settore Ambiente tramite le controllate Egea Ambiente (ex Stirano), Olmo Bruno, Sisea, Alse, Alpi Acque e Alma, ed esercita attività di direzione e coordinamento nei confronti delle stesse, come si ricava dalla lettura dell’ultimo Bilancio del Gruppo.

L’Organismo di Vigilanza procede costantemente alla verifica in merito all’attuazione del modello e dei protocolli aziendali, riporta sempre la relazione di Bilancio.
Il Bilancio Sociale Egea 2019, in particolare, segnala l’importante ruolo della Società Olmo Bruno, entrata a far parte del Gruppo a partire dal 2016.

Egea è stata tra le prime Società in Italia ad adottare una governance duale, sistema incentrato su un Consiglio di Sorveglianza, la cui presidenza è indicata dalla parte pubblica ed ha funzioni di indirizzo e controllo, e su un Consiglio di Gestione che ha competenze in fatto di sviluppo e operatività.
La composizione azionaria del Gruppo Egea vede la partecipazione pubblica complessiva attorno all’8% con circa 80 Comuni, oltre il 60% è saldamente in mano alla Famiglia Carini e circa il 30% in mano ad altri privati, tra cui molte banche locali.

Come è possibile che nonostante questo quadro organizzativo, apparentemente perfetto, siano contestati fatti della contestata gravità?

Non vogliamo entrare nel merito delle questioni oggetto di investigazione da parte della Procura, ma cerchiamo di ragionare sul perchè sia successo e, soprattutto,  che cosa tutti possiamo fare affinchè non accada più.
Risulta evidente che i modelli organizzativi e le procedure da sole non bastano se poi manca un effettivo ed efficace controllo delle applicazioni delle politiche del gruppo.

Il Gruppo Egea rappresenta una importante risorsa per il territorio e per i primari servizi pubblici ad esso dedicati, che vedono le proprie strategie definite largamente dai soggetti di controllo privato rispetto al lungo elenco di Comuni azionisti, detentori di minime percentuali pari allo “zero virgola” ciascuno; una situazione che, a nostro avviso, rende sempre difficoltoso coniugare gli interessi della collettività con gli obiettivi legati al profitto e alla crescita dei suoi soci industriali.

Si ricorda che nella primavera del 2016 Egea concretizzò  l’acquisizione delle quote pubbliche di Stirano, ora Egea Ambiente, in cambio di azioni della capogruppo:
«Già nel 2011 il sindaco di Magliano Luigi Carosso caldeggiava l’acquisto della Olmo da parte di Stirano, allora posseduta al 51% dai Comuni, ma i sindaci si opposero per evitare il rischio di impresa. Un passaggio solo rimandato e divenuto ora possibile con l’acquisizione da parte di Egea delle quote Stirano, in cambio di azioni del gruppo. “Non possiamo che essere contenti che un’attività potenzialmente a rischio sia stata ceduta a una società in parte pubblica come Egea”, commenta il primo cittadino maglianese Luigi Carosso», riporta il 4 Giugno 2016 Gazzetta d’Alba.

Sarebbe potuto succedere se i Comuni avessero ancora avuto il controllo di Stirano e quindi della Olmo?
Occorre fare chiarezza sui comportamenti della Olmo e sulla sua evidente sicurezza di poter superare ogni tipo di ispezione e controllo, se, come segnalato dal comunicato dei Carabinieri della Forestale, fin dal 2019 cittadini lamentavano odori molesti e che parte delle proteste erano pilotate dagli stessi indagati per escludere possibili concorrenti dal loro business.

Come ha potuto il Presidente del Comitato di Sorveglianza di Egea, Giuseppe Rossetto, dichiarare a La Stampa del 4 Marzo 2021:
«la totale estraneità della capogruppo a questa vicenda... si tratta di una delle quaranta società che fanno parte della multiutility e non ha alcuna partecipazione pubblica diretta, è di fatto una azienda privata con amministratori propri, che realizza un millesimo del valore della produzione di Egea... una spiacevole vicenda in cui ci sentiamo parte lesa...».

Dichiarazione questa difficilmente condivisibile, a nostro parere, se comparata oggi con le dichiarazioni del Sindaco di Magliano del 2016 citate precedentemente.

Può essere vero che la presenza di molteplici Comuni Soci in Egea potrebbe consentire di indirizzare un interesse comune indipendentemente dalla dimensione dell’azionista, se tutti facessero la propria parte.

Non ci è noto a che punto sia il campionamento di Arpa sui terreni sequestrati e sui cumuli di compost e quale sarà la dimensione degli inquinanti fuori legge.
Quello che ci pare certo è che dovrà seguire una seria opera di bonifica dei terreni inquinati.

Su questo tema interverrà la provincia di Cuneo, è suo compito: auspichiamo che le figure istituzionali che hanno responsabilità nella tutela della cosa pubblica si adoperino  affinchè il processo autorizzativo ed esecutivo delle operazioni di bonifica dei terreni contaminati, a tempo debito, vengano effettuate diligentemente e che  i costi delle stesse ricadano totalmente sui responsabili diretti ed indiretti dell’inquinamento e non sugli incolpevoli cittadini.

Le associazioni firmatarie della presente, costituite da donne e uomini senza alcun interesse di parte, difensori del bene comune e nella fattispecie disposti a collaborare per migliorare la gestione dei rifiuti favorendo la crescita dell’economia circolare, vigileranno affinchè fatti di questa gravità non debbano mai più ripetersi.     

Le Associazioni firmatarie:
Asfodelo,  Canale Ecologia, comuneroero,  Forum Salviamo Il Paesaggio – Comitati di Asti e Cuneo,  Consiglio Regionale Italia Nostra Piemonte, Osservatorio per la Tutela del Paesaggio di Langhe e Roero, Pro Natura.

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