A cura dell'Osservatorio del Paesaggio di Langhe e Roero onlus.
Cari lettori, ne avrete le scatole piene di sentire parlare di Autostrada Asti/Cuneo, di tutta la propaganda politica fatta di annunci mai rispettati. Ora vi dicono che ci siamo, che entro le prossime elezioni regionali potremo scorrazzare sull’autostrada, che i viadotti (che chiamano impalcati) saranno poco impattanti e che la percorrenza in parte sarà gratuita. Purtroppo non sarà proprio così: proviamo a chiarire il perché...
1. Il progetto della tratta Verduno-moncone di Cherasco (2.6a) con il tracciato all’aperto deve ancora essere sottoposto a tutto il processo autorizzativo: dovrà essere giudicato positivamente alla VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) e alla VAS (Valutazione Ambientale Strategica) divenuta obbligatoria a seguito dell’approvazione del Piano Paesaggistico Regionale (PPR) nel 2017. Il PPR ricorda che il riconoscimento UNESCO non solo richiede politiche territoriali rivolte alla tutela del valore universale del sito (che considera già ferito dalla collocazione NON appropriata del nuovo Ospedale), ma colloca tutta l’area del lotto 2.6 nella cosiddetta buffer zone (ossia in zona di rispetto del sito vero e proprio dove dovrà essere verificato se il carico indotto dalla nuova opera sulle infrastrutture, sulle risorse ambientali esistenti e sul paesaggio sia sostenibile ambientalmente e territorialmente. Vedi foto allegata). Dovranno inoltre essere esperite le pratiche dell’IPCC/D.lgs.46/2014 sull’ambiente (Autorizzazione Integrata Ambientale), avere il nulla-osta dell’AIPO (Agenzia Interregionale f. PO) e la conformità con il PAI (Piano di Assetto Idrogeologico). Il tutto tenendo conto del fatto che il Ministero dell’Ambiente aveva a suo tempo bocciato la soluzione all’aperto.
2. Alcune amministrazioni locali sono sul piede di guerra e alcune, come il Comune di Verduno, hanno già deliberato contro i viadotti/impalcati.
3. Anche la tratta da Roddi a Verduno (2.6b) occorrerebbe verificare la congruenza tra la VIA elaborata nell’ormai lontano 2011, e successivamente rinnovata sino al Novembre 2021, inoltre va effettuata una variante di progetto per eliminare la discarica non più necessaria nell’ipotesi del tracciato esterno. Occorre poi non sottovalutare l’impatto della soluzione adottata per il transito dei mezzi di cantiere durante i lavori: è previsto che i mezzi meccanici e tutti i materiali entrino nell’area di cantiere dal casello (chiuso) di Cherasco e procedano fino al moncone. Di lì potranno scendere mediante un lungo rilevato provvisorio sino alla pista fiancheggiante il canale ENEL che attraverseranno con un ponte provvisorio, oltrepasseranno la SP7 con un sottopasso e procederanno verso il sito del casello di Roddi, attraversando una seconda volta il canale con un secondo ponte provvisorio.
La soluzione per fare tutto meglio e rapidamente c’è: si torna all’ipotesi del tunnel, si risparmia suolo riducendo la carreggiata al minimo previsto dalle norme, si contrattualizza la gratuità per la tratta da Castagnito a Cherasco (lotti 2.5, 2.6, 2.7parte) e si realizzano le opere complementari che servono.
Non fatevi incantare da alcuni politici che affermano che così si blocca il progetto e non si finisce più. L’accordo definito con la delibera CIPE di Maggio 2020, recentemente approvata da tutti gli enti competenti, prevede infatti che si possa modificare il PEF (Piano Economico Finanziario) per compensare eventuali minori ricavi causati dalla contrazione del traffico a causa del COVID o per le minori entrate dovute alla decisione politica di introdurre tratte di gratuità, oppure per realizzare alcune opere complementari. Non si capisce perché, con una analoga modifica del PEF, non si possa ripristinare la galleria a due fornici prevista dal progetto già approvato a suo tempo con l’accordo di tutti: basta pagare e si fa prima, senza far danni irreversibili al territorio.
Per quanto riguarda le opere complementari è assolutamente certo che l’accordo sancito dalla Delibera CIPE contempla solo l’adeguamento della tangenziale di Alba, incorporata nel lotto 2.5. Nessuna altra opera tra quelle richieste dalle amministrazioni locali è stata inclusa nella delibera, neppure quelle fondamentali per il miglioramento della viabilità locale in funzione dell’Ospedale, come l’S.P.7-tronco Roddi-Pollenzo e la Variante di Pollenzo (collegamento tra il Ponte sul Tanaro in Pollenzo e Via Nogaris nel Comune di Bra). Le altre sono francamente complesse, per problemi di realizzazione e di situazioni locali, come il “Terzo ponte” sul Tanaro con il collegamento tra via 25 Aprile e via Rio Misureto in Alba e come la bretella di scorrimento veloce Sud-Ovest di Asti per collegare la SR10 in prossimità del casello autostradale di Asti con la SS 231 in località Rocca Schiavino: il territorio dovrà fare da sé dopo una attenta valutazione sulla reale necessità ed opportunità.
In conclusione: l’accordo approvato e menzionato prima é fondamentale per completare il progetto e ha le flessibilità che consentono di correggere le decisioni prese. Se “basta pagare”, si utilizzino i fondi del NextGeEU che ieri non erano disponibili. Infatti la provincia di Cuneo ha richiesto 357ml per realizzare infrastrutture essenziali: di questi la metà sarebbero più che sufficienti per completare quest’opera non solo bene, ma in fretta e con l’accordo di tutti.