di Franco Foglino.
Dall’aprile del 2019 sono stato nominato presidente di S.I.S.I. (Società Intercomunale Servizi Idrici) che comprende 42 Comuni del nostro territorio, gestisce le condotte fognarie e gli acquedotti di alcuni Comuni e i depuratori consortili centralizzati di Govone e S. Stefano Belbo. Grazie alla rubrica “Bastian Cuntrari” che sul n° 39 di Gazzetta d'Alba chiede chiarezza sulla situazione dell’acqua pubblica e stimola "chi sa” ad intervenire, condivido quanto a mia conoscenza...
Svolgendo questo incarico mi sono trovato a lavorare per rendere operativa COGESI (Società consortile che raggruppa le aziende pubbliche operanti nel Ciclo Idrico provinciale) alla quale l’ATO (organo politico preposto al funzionamento del Ciclo Idrico) ha affidato, con delibera del 27 marzo 2019, la gestione del Servizio stesso su tutto il territorio provinciale fino al 2047 in coerenza con la delibera del 28 marzo 2018, approvata con maggioranza del 76,16%, con la quale l’Assemblea di tutti i Comuni della nostra Provincia ha scelto quale forma di gestione per l’affidamento del Servizio Idrico “…. una società interamente pubblica in house di tipo consortile, preferibilmente derivante da consolidamento delle società pubbliche esistenti.” (dal testo della delibera)
Avversi a questa decisione che li esclude dall’attività, i gestori privati si sono attivati presentando numerosi ricorsi che hanno prodotto dubbi e zizzanie nelle parti politiche.
Le decisioni giudiziarie non sono mai veloci e per chi, come SISI, si trova a gestire l’operatività quotidiana provocano disagi inevitabili.
Pur nelle difficoltà è andata avanti la valutazione del Valore Residuo (ammontare degli impianti e delle infrastrutture idriche realizzate dai gestori privati e non ancora ricuperati dalle tariffe), valore che COGESI dovrà rimborsare ai gestori privati e a fine luglio di quest’anno l’ATO cuneese ne ha trasmesso l’importo ad ARERA, Autorità nazionale preposta al controllo dell’attività del Servizio Idrico.. nazionale.
Passi puntuali del percorso verso l’assunzione da parte di COGESI della funzione di gestore unico del Servizio Idrico di tutta la Provincia. Passi sistematicamente approvati dall’ATO, ma con alcuni limiti che hanno consentito ai privati e ad una ristretta minoranza pubblica, che non condivide la scelta, di proseguire nella ricerca di altre soluzioni. È stata coinvolta la Regione che in materia ha competenze specifiche con la conseguenza, per il momento, di allungare i tempi.
I limiti più consistenti, a mio modo di vedere, sono due. Il primo sta nel fatto che COGESI non è rappresentativa della totalità dei Comuni della Provincia e non si è riusciti, nonostante si sia cercato di farlo, a costituire società pubbliche per i Comuni che ancora non sono soci della società consortile.
Il secondo limite è rappresentato dal fatto che COGESI, appena costituita, ha bisogno di un supporto politico forte, che in questo momento pare in costante discussione. Una nuova società deve investire su se stessa e per farlo deve sentirsi le spalle coperte.
Le società interamente pubbliche della provincia, tra cui SISI, sono i soci di COGESI ed hanno la responsabilità di gestire il Servizio Idrico per poco più del 70% della Provincia. Mi permetto di affermare che lo stanno facendo in modo ottimale, sia dal punto di vista economico che gestionale, riferendo del loro operato alle assemblee dei Comuni che le costituiscono.
Difficile, per queste società, lavorare in serenità con divergenze di vedute all’interno delle singole assemblee e con circa il 30% di Comuni non rappresentati e, all’apparenza, con poca voglia di prendere posizione.
Mi pare abbastanza inutile rifarsi al referendum del 2011 o al principio che l’acqua deve essere pubblica. Bisogna creare le condizioni affinché la gestione pubblica possa essere avviata ed è importante che i cittadini/elettori facciano sentire ai loro rappresentanti istituzionali come vogliono che sia gestito il Servizio Idrico, Bene Comune che interessa tutti.