a cura del Comitato Cuneese Acqua Bene Comune.
Anche il 2020 rischia di essere annoverato nel conteggio degli anni trascorsi senza che sia giunto a conclusione l’iter di recepimento del voto dei cittadini della provincia di Cuneo ai referendum del 2011. Infatti nella Conferenza d’Ambito dello scorso 27 luglio, pur tra numerose significative assenze (Bo, Barbero, Cornero, Tallone), è stato approvato il valore residuo (VR) da versare ai gestori uscenti da parte di Cogesi ma, su richiesta scritta del rappresentante del Roero, Cornero, è stata inserita una clausola che di fatto vincola ad atti successivi il decorso della tempistica...
Ancora, nella conferenza dello scorso 11 settembre è stata approvata, con il voto contrario dei rappresentanti del saviglianese Barbero e dell’Alta Langa Antoniotti, una delibera per il ricorso a fondi nazionali ed europei per gli acquedotti, nella quale a causa del persistere delle vecchie gestioni scadute non è stato possibile inserire gli interventi necessari per le aree già gestite da Alpi Acque, Alse, Tecnoedil e Mondoacqua.
Si aggiunga poi che in questi giorni il Tribunale Superiore delle Acque ha rinviato a metà dicembre la nuova seduta in merito ai ricorsi presentati dai sindaci contrari alla gestione pubblica e che non è affatto detto che in quella data pervenga ad un verdetto nonostante i diversi anni trascorsi dalla presentazione.
Un quadro davvero preoccupante che non fa certo onore alle amministrazioni della Granda. Se è infatti prassi comune, nel distorto assoggettamento del SII alle regole del libero mercato, che aziende cessanti ricorrano ai tribunali, è invece preoccupante che a farlo siano amministrazioni pubbliche che hanno avuto tutta la possibilità di discutere democraticamente i provvedimenti, ma che essendosi trovate in minoranza cercano di ribaltare l’esito delle votazioni.
Il presidente della Provincia Borgna, ha da sempre percorso la strada della ricerca del massimo consenso per le decisioni prese in Conferenza d’Ambito e ciò ha portato ad una importante dilazione dei tempi ma non è servito a convincere i contrari. Il nuovo presidente di Egato4 Calderoni, sindaco di Saluzzo, ha anch’esso intrapreso convintamente questa strada concedendo tempi ed argomenti ai ricorrenti. Ora con il mancato inserimento delle opere finanziabili per circa metà della provincia, i contrari hanno definitivamente cassato questa unità d’azione ed arrecato un notevole danno ai cittadini di quella parte della Granda che potrebbero vedere ritardate, ed a loro prevalente carico, opere essenziali per il futuro del servizio idrico integrato (SII). Infatti questo sciagurato comportamento comporterebbe salati rincari delle tariffe pagate dagli utenti di quei territori che nei prossimi anni si troveranno ricaricati in tariffa il 100% dei costi sostenuti per gli investimenti invece che il 30% residuo nel caso di contributo a fondo perduto da parte dello stato.
A nostro avviso, essendo ormai assodata la volontà dei ricorrenti di procrastinare più avanti possibile le gestioni facenti capo ad Aeta (Egea) nella vana speranza che la Regione (in special modo l’assessore Icardi) riesca a cambiare ad hoc la legge sul SII, occorre cambiare decisamente il timbro dell’azione nella Conferenza di Egato4, anche sollecitando Arera per una rapida approvazione del VR, condizione necessaria per completare il subentro di Cogesi.
Ai presidenti di Provincia ed Egato4 chiediamo di portare a termine celermente il processo di subentro del gestore pubblico Cogesi non permettendo più ad una minoranza di Sindaci di danneggiare l’intera comunità dell’utenza. In altri tempi abbiamo rivolto appelli e affrontato dibattiti pubblici con i dissenzienti ma non avendo trovato alcuna volontà di discutere costruttivamente, riteniamo che la misura sia colma e che non si possa tergiversare ulteriormente.
Invitiamo i cittadini del saviglianese, fossanese, albese, del Roero e dell’Alta Langa a pretendere spiegazioni e ravvedimenti da parte dei loro sindaci