di Alessandro Mortarino.
Vi dice qualcosa il nome di Comunardo Niccolai? Era un roccioso difensore del Cagliari calcio, nel 1970 contribuì alla sorprendente conquista dello scudetto di quella "mitica" formazione guidata da Gigi Riva. Finì in nazionale, titolare fisso, disputando uno spezzone della prima partita della nostra nazionale ai mondiali del Messico, per infortunio dovette saltare i match successivi (compreso l'altrettanto "mitica" Italia-Germania 4 a 3). Nonostante questo palmares, Niccolai è diventato famoso per i suoi autogoal e non per i successi: ben 6 in serie A, un record. E il termine "autogoal" mi è venuto in mente approfondendo i dettagli di una querelle che sta infiammando il Roero, dopo la querelle (scusate: la querela) che gli organizzatori del "Magico Paese di Natale" hanno indirizzato a Paolo Ferruccio Cuniberti, intellettuale di origini govonesi, reo di avere ironizzato sulle presunte tradizioni contemplate dalla fortunata manifestazione...
Questa piccola storia nasce nel novembre del 2017 quando, sulla sua pagina facebook, Cuniberti - scrittore, appassionato di letteratura, cinema, grafica, teatro, semiotica, antropologia e cultore della storia e delle tradizioni piemontesi - pubblica alcune considerazioni personali sul "Magico Paese di Natale", evento che da qualche anno anima Govone e dintorni, per un mese abbondante, in prossimità del 25 dicembre, con concerti, giochi per i più piccini, casette natalizie che espongono l'eccellenza artigiana, manifatturiera ed enogastronomica, stand gastronomici e spettacoli pirotecnici. Un mercatino di Natale, come tanti ogni anno attivi in decine di comuni italiani.
Scrive Cuniberti: «sulle colline del mito, dopo aver conosciuto Topo Tip e l’elfo Gu, si vedrà Santa Claus partire con le sue renne. Si potrà visitare la bottega dei balocchi in cui effettuare un “percorso didattico per imparare il rispetto dell’ambiente e del territorio”. A fianco del castello reale, si potranno degustare i vini tipici piemontesi, in un altrettanto tipico “chalet”. Ringraziamo il presidente dell’Enoteca regionale del Roero per le brillanti idee che valorizzano le tradizioni, la storia e la cultura di Langhe e Roero, patrimonio dell’umanità».
Il presidente dell’Enoteca regionale del Roero è Pier Paolo Guelfo, anche presidente dell'Associazione Culturale Generazione, senza scopo di lucro, che della manifestazione è l'organizzatrice. E a cui le frasi ironiche di Cuniberti non piacciono, tanto da provocare l'immediata azione legale nei suoi confronti per diffamazione.
Eppure le considerazioni di Cuniberti non erano le prime nè le ultime e anche la stampa quotidiana non aveva mancato di muovere critiche anche più incisive (ad esempio Domenico Quirico su "La Stampa"). Ma in questo caso l'immagine andava difesa: colpirne uno per educarne cento?...
Ed ecco scattare la querela, che il 18 aprile verrà trattata non durante un dibattito pubblico (come sarebbe logico) ma dinanzi ai giudici del Tribunale di Asti.
Le reazioni non si sono fatte attendere: intellettuali, associazioni, società civile si sono immediatamente schierati a difesa di Cuniberti e hanno aperto un confronto sensato sul confine fra diritto di opinione e offesa lesiva.
Le parole usate da Cuniberti non contenevano, infatti, intenti "distruttivi" ma semplicemente rimarcare l'uso del concetto di "tradizione" spesso dispensato a piene mani dagli organizzatori di eventi "commerciali" ammantati di radici pseudo-storiche.
Chiunque abbia visitato il "Magico Paese di Natale" ha potuto constatare ciò che Cuniberti ha voluto sottolineare, cioè la distanza siderale tra un evento di massa (come è divenuto, bontà sua, quello di Govone) e un'azione di recupero delle tradizioni e di valorizzazione della genuinità del territorio.
E' lecito affermarlo?
Sì, pensiamo noi; senza demonizzare per distruggere. Esattamente come Cuniberti ha fatto.
La reazione spropositata degli organizzatori ha provocato altrettante reazioni "sane" nella comunità roerina: è un fatto molto positivo.
L'Associazione Culturale Generazione, senza scopo di lucro, avrebbe certamente potuto ignorare le parole di Cuniberti. Oppure avrebbe potuto rispondere con i numeri dell'affluenza di visitatori: abbiamo risposto a una esigenza delle persone, nel miglior modo possibile.
Invece resta l'autogoal, di Guelfo e dei suoi.
Ci auguriamo che il 18 aprile Guelfo-Niccolai voglia cancellare l'errore e farsi ricordare non per gli autogoal ma per i successi.
AGGIORNAMENTI:
Il 29 aprile, sulla sua pagina facebook, Paolo Ferruccio Cuniberti svela i motivi della querela: «Udite, udite! A quasi un anno da quando sono criminale a mia insaputa, si è finalmente scoperto l'arcano. Abbiamo le carte. Il commento infamante che mi inchioda non sono le mie ironie sul senso socio-culturale di un certo evento, bensì l'aver usato la parola "paccottiglia" a proposito della merce venduta nei mercatini natalizi. Un'intera associazione "culturale" se ne sarebbe oltremodo risentita. I solerti legulei di parte citano addirittura la Treccani virgolettando il seguente diffamatorio significato: "Merce scadente... e più comunemente insieme di oggetti dozzinali di scarso valore o di cattivo gusto". Ciò è lesivo del Dio del commercio. Ora, salvo smentite, non risulta che sulle bancarelle natalizie dell'universomondo si vendano opere d'arte e gioielli, forse la nocciola Piemonte e la salsiccia di Bra sono gli elementi di maggior pregio. Per il resto, la merce in vendita è normalmente destinata a regali per la zia e i nipoti, di quelli che alla prima occasione si riciclano o si seppelliscono in un cassetto. Vado comunque a testa alta verso il patibolo»...