L’Oscar dell’esagerazione su turismo ed export? Farinetti

di Lorenzo Borga e Mariasole Lisciandro*.

Ex proprietario di Unieuro e fondatore di Eataly, Oscar Farinetti ha creato un colosso della distribuzione alimentare di eccellenza che, con i suoi 520 milioni di fatturato stimati per il 2017, serve non solo le tavole italiane, ma anche quelle di undici città nel mondo, comprese New York, Seul, Copenhagen e Instanbul. È oggi divenuto un simbolo dell’italianità nel mondo, come era Alitalia (in un tempo ormai passato, per fortuna) ...

{jcomments on}La sua storia lo rende quindi a tutti gli effetti una voce autorevole riguardo le strategie industriali per rilanciare il made in Italy nel mondo. Non a caso su La7, durante la puntata di “L’Aria che tira” di mercoledì 18 ottobre, ha spiegato come accrescere il reddito e i posti di lavoro in Italia (dal minuto 41:20):

L’Italia è il paese più bello del mondo; non è un’opinione, ci sono i numeri che lo dicono: 53 patrimoni Unesco, 70 per cento del patrimonio artistico del mondo, i numeri della biodiversità più alti al mondo (…). Questo paese può secondo me raccogliere il doppio dei turisti stranieri, sono 47,5 milioni invitando questi turisti a visitare la meraviglia della provincia italiana (…). L’altra cosa che deve fare questo paese è raddoppiare le vendite all’estero, quindi le esportazioni delle nostre vocazioni, delle eccellenze, del mio campo dell’agricoltura (…). Se noi riusciamo in questi due obiettivi, raddoppiare il numero dei turisti stranieri in Italia (…) e raddoppiare le vendite all’estero delle nostre eccellenze, è una roba parente di 200-300 mila miliardi che arrivano nuovi, freschi, e che creeranno una marea di posti di lavoro”.

Lasciamo subito da parte il lapsus: Farinetti probabilmente intendeva 200-300 miliardi e non “200-300 mila miliardi”. Non ci sarebbe infatti alcuna possibilità di incrementare le entrate di 200-300 mila miliardi: secondo l’International Trade Center il valore mondiale dell’export è stati pari a circa 17 mila miliardi e mezzo di euro nel 2016. Meno del 10 per cento di quanto proporrebbe Farinetti per la sola Italia.

Patrimonio artistico

Prima di passare alla fattibilità delle proposte su turismo e agroalimentare, è opportuno anche verificare qualche numero richiamato sul patrimonio artistico.

Come ha ricordato il fondatore di Eataly, l’Italia ospita 53 patrimoni Unesco. È tuttavia impossibile trovare riscontro di quel 70 per cento del patrimonio artistico mondiale che, a suo parere, si troverebbe nel Belpaese. Si tratta infatti di una leggenda metropolitana la cui origine si perde nel tempo. Affidandoci solo alla classificazione Unesco, come ha fatto Pagella Politica, con 53 patrimoni posseduti su un totale di 1.073 (anche se i siti singoli sarebbero 1.036, dato che 37 sono condivisi da più paesi e quindi conteggiati più volte), l’Italia ha il 4,9 per cento di quelli riconosciuti come patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Ovviamente, il patrimonio artistico italiano e mondiale non si esauriscono con i siti riconosciuti dall’Unesco, così come d’altra parte non tutti i luoghi indicati dall’Unesco hanno la stessa capacità di attrarre turisti e valore economico, ma la lista dell’organizzazione internazionale è la migliore approssimazione possibile.

Ma veniamo ora al cuore della dichiarazione, ossia l’idea per cui basterebbe raddoppiare il turismo internazionale e l’export alimentare per generare l’afflusso in Italia di 200-300 miliardi in più.

Raddoppio di turismo e export

Secondo l’Indagine sul turismo internazionale di Banca d’Italia, i visitatori stranieri giunti in Italia per motivi personali nel 2016 sono stati poco più di 70 milioni, un numero più alto dei 47,5 milioni indicati dal patron di Eataly. Per la loro permanenza nel nostro paese queste persone hanno speso 31,2 miliardi di euro (tavola 7 del rapporto Bankitalia). Possiamo ragionevolmente pensare che con il raddoppio dei turisti internazionali auspicato da Farinetti, aumenterebbe nella stessa misura anche la loro spesa. Supponiamo dunque che i proventi dal turismo internazionali aumentino del 100 per cento, per 31,2 miliardi di euro.

Il passo successivo è calcolare il valore delle esportazioni dei prodotti alimentari. Secondo Istat, nel 2016 le esportazioni di prodotti dell’agricoltura, silvicoltura e pesca, assieme ai prodotti alimentari, bevande e tabacco (cioè i prodotti che per prassi rientrano nel calcolo dell’export agroalimentare) hanno raggiunto il valore di 38,4 miliardi di euro (serie storiche, tavola 5). Supponiamo anche in questo caso un aumento del 100 per cento, come proposto da Farinetti.

In totale, dal raddoppio di turismo internazionale ed esportazioni agroalimentari il sistema economico italiano guadagnerebbe quasi 70 miliardi di euro (31,2+38,4). Una somma che non raggiunge nemmeno la metà di quanto affermato da Farinetti.

Il verdetto

Questa volta Oscar Farinetti ha esagerato nel suo proverbiale ottimismo e la sua dichiarazione è FALSA.

Un errore può capitare a tutti, ma ciò che fa riflettere è che un messaggio simile, chiaramente esagerato, non sia stato contraddetto dagli altri ospiti in studio né dalla conduttrice della trasmissione. Quando ci si lamenta della scarsa alfabetizzazione finanziaria ed economica degli italiani bisognerebbe ricordarsi che i numeri, o perlomeno gli ordini di grandezza, sono importanti.

 

*pubblicato su LaVoce.info. Il loro fact-checking passa al setaccio le dichiarazioni di politici, imprenditori e sindacalisti per stabilire, con numeri e fatti, se hanno detto il vero o il falso. Ecco come fanno il fact-checking.

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