Lavoro, cibo, casa, salute: la recente crisi economica e le misure attuate per fronteggiarla, non solo costituiscono una minaccia per la tutela di alcuni diritti fondamentali, ma hanno anche profondamente minato la fiducia dei cittadini più fragili nella propria capacità di usufruirne e, al tempo stesso, nei confronti delle istituzioni. A metterlo in evidenza una ricerca condotta ad Alba dalle cooperative sociali Alice e Il Ginepro, su un gruppo di 8 donne di età compresa tra i 25 e i 52 anni, con e senza figli a carico, caratterizzate da differenti vulnerabilità di tipo psico-sociale ...
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L’indagine è stata presentata nel capoluogo piemontese, durante la conferenza internazionale intermedia del progetto Re-InVEST - Come ricostruire un’Europa di valori, solidarietà e fiducia, attraverso l’investimento sociale. Finanziato dall’Unione Europea, nasce da un’iniziativa della rete Alliances to Fight Poverty, che coinvolge tredici paesi europei e nove partner tra istituzioni accademiche, Ong, sindacati, etc. e di cui fa parte il Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA), cui a loro volta appartengono le due cooperative albesi. Il progetto adotta un approccio partecipativo, che dà voce ai gruppi più vulnerabili in Europa e alla società civile.
Così è stato anche ad Alba, facendo riferimento ad alcune fasce della popolazione più svantaggiate, particolarmente sensibili alle tematiche in questione e bisognose di essere tutelate, e utilizzando una metodologia di ricerca partecipativa: non solo interviste individuali e focus group, ma anche le tecniche del foto-voice (l’intervistato deve scattare alcune foto significative e poi raccontarle) e dello snake-timeline exercise (una tecnica grafica di raccolta dati sulla storia di vita), per promuovere l’espressione di temi e concetti in modo alternativo, intuitivo e immediato e favorire l’empowerment dei partecipanti.
Tutte le storie raccolte raccontano la difficoltà a trovare un lavoro che permetta il sostentamento proprio e del proprio nucleo famigliare. Per quanto concerne il tema dell’abitare, 5 donne su 8 fanno affidamento su servizi di social housing o sono iscritte a programmi di riabilitazione residenziale; solo 3 su 8 partecipanti hanno una casa e sono in grado di pagare un affitto. A tutte le intervistate, pesano il costo crescente degli alimenti e la conseguente mancanza di varietà nel cibo che ci si può permettere così come il continuo procrastinare le proprie scelte in materia di salute e il prendersi cura di sé. A livello psicologico ed emotivo, tutto questo si traduce in stress, ansie, timori, ma anche rabbia, senso di impotenza e di incapacità a gestire le decisioni che riguardano se stesse, le proprie relazioni e il proprio futuro. In sintesi una erosione del proprio potenziale umano.
"Cercare di cogliere alcuni elementi positivi in un quadro del genere non è facile - spiega Alberto Rovere, referente dell’indagine della cooperativa Il Ginepro -, ma la riscoperta del valore dell’essenzialità viene individuato come un aspetto centrale di grande importanza in termini di resilienza, così come lo sviluppo di una elevata tolleranza alla frustrazione sembrerebbe emergere come strategia-chiave per affrontare le difficoltà. Al tempo stesso sul piano sociale, pur tra mille contraddizioni, sembrerebbero emergere indizi di una riscoperta delle forme alternative di solidarietà legate alle reti informali e ai cosiddetti legami deboli".
La ricerca in sintesi: il quadro della ricerca italiana e le testimonianza delle donne coinvolte
Obiettivi
Il lavoro si è posto due principali obiettivi. In primo luogo, ha inteso esplorare se e in quali ambiti della vita quotidiana delle persone la crisi economica iniziata nel 2008 e le successive politiche di austerità anti-crisi hanno eroso le human capabilities individuali e sociali al punto da rappresentare una minaccia per la tutela di alcuni diritti umani fondamentali (lavoro, salute, casa, cibo, ecc...). In secondo luogo, la ricerca ha voluto sondare un ipotetico declino della fiducia nell’UE, nei Governi, nelle Istituzioni e nei Servizi connessa alla crisi economica così come alle misure neo-liberiste implementate per fronteggiarla. Le risposte a tali interrogativi sono state ricercate facendo riferimento ad alcune fasce di popolazione, quelle più vulnerabili e svantaggiate, particolarmente sensibili alle tematiche in questione e bisognose di essere tutelate.
Metodo
La ricerca, di tipo qualitativo, si è svolta seguendo un approccio metodologico partecipativo, volto ad ottenere il coinvolgimento attivo dei partecipanti all’interno di focus-group e interviste individuali attraverso lo svolgimento di specifici compiti visivi e creativi. Nello specifico, accanto alle procedure classiche di raccolta dati attraverso interviste e focus group si è deciso— insieme ai partecipanti— di adottare le tecniche del foto-voice e dello snake-timeline exercise al fine di favorire una maggior partecipazione degli intervistati, per promuovere l’espressione di temi e concetti in modo alternativo, intuitivo e immediato e per favorire lo sviluppo di empowerment, consapevolezza critica e capacità dialogiche e comunicative.
Partecipanti
Viste alcune delle caratteristiche socio-demografiche relative alla situazione italiana, come emerge dalla letteratura disponibile (disoccupati, stranieri, donne, genitorialità, ecc.) per esplorare le questioni chiave abbiamo selezionato un gruppo di 8 donne di età compresa tra i 25 e i 52 anni con e senza figli a carico e caratterizzate da differenti vulnerabilità di tipo psico-sociale.
Procedure
Sono stati condotti tre focus group e due interviste individuali, più un incontro di restituzione finale e commento del report. Il primo focus group ha inteso conoscere le partecipanti, stimolare la conoscenza reciproca, la costruzione di compliance con gli obiettivi del lavoro e di un buon clima di gruppo. Nel corso del secondo focus group le partecipanti sono state invitate a compilare il modello snake timeline exercise. Le schede sono poi state oggetto di un lavoro di condivisione, confronto e riflessione a proposito della propria e altrui situazione passata e attuale. Il terzo focus group ha visto le partecipanti condividere e discutere le fotografie raccolte nel corso delle settimane precedenti, rappresentative di situazioni, fatti, eventi del proprio quotidiano connessi con la crisi economica. Attraverso la tecnica del photo-voice le immagini hanno voluto raccogliere situazioni-temi-problematiche quotidiane così come percepite dagli occhi stessi delle partecipanti.
Analisi
Le audio registrazioni dei focus group sono state trascritte e il materiale testuale così ottenuto è stato trattato con un analisi del contenuto. Tale materiale risulta arricchito e corredato dalle immagini e dai commenti raccolte dalle partecipanti attraverso la tecnica del foto-voice. Le categorie analitiche di contenuto considerate fanno riferimento all’intersezione tra l’approccio teorico-metodologico delle human capabilities (Sen, 2001; Nussbaum, 2011) e a quello sui Diritti Umani (UDHR, 1948).
Risultati
Le difficoltà legate al mondo del lavoro emergono chiaramente da tutte le storie analizzate. In alcuni casi significano non trovare opportunità di lavoro in grado di garantire una vita dignitosa; in altri casi il disagio è associato a situazioni di sotto-occupazione. I partecipanti hanno espresso, in misura diversa, alcune difficoltà quotidiane nel soddisfare i propri bisogni alimentari e quelli delle loro famiglie. Un insieme di difficoltà in particolare è legato al costo crescente degli alimenti in generale a cui vanno ad aggiungersi questioni relative alla mancanza di varietà nel cibo che ci si può permettere. La maggior parte delle donne coinvolte (5 su 8) fa affidamento su servizi di social housing o è iscritta a programmi di riabilitazione residenziale. Solo 3 su 8 partecipanti hanno una casa e sono in grado di pagare un affitto ma, una volta ottenuta, la casa deve ancora essere conservata e mantenuta. Alcune difficoltà per quanto riguarda l'assistenza sanitaria e la cura di sé emergono come ulteriore nodo problematico. Le difficoltà economiche svolgono un ruolo fondamentale nel guidare i comportamenti e le scelte in materia di salute. Le scelte prese oscillano tra la posticipazione e il non-affrontare alcune problematiche di salute che, sempre più, appaiono regolate dalle leggi del mercato. Le donne coinvolte nello studio hanno riportato una crescita complessiva dei principali fattori di stress e di rischio a spese del loro benessere psico - fisico. Una crisi delle capacità immaginative e difficoltà di progettare e di programmare il proprio futuro emergono dai discorsi raccolti, in particolare con riferimento al tema del lavoro e del progetto di vita in generale. Emergono dubbi, ansie e timori associati a tale senso di incertezza. In termini di esperienze soggettive, il gruppo rivela una miscela di sentimenti ed emozioni che spaziano dalla rabbia, all’umiliazione, al senso di privazione e di impotenza e che generano un malessere collocato a metà strada tra il privato e il pubblico suscettibile di impattare sul modo in cui i partecipanti guardano a se stessi, al proprio futuro e alla società in generale. Tracce di disintegrazione - o almeno di frammentazione - dei legami socio-relazionali delle comunità possono essere trovati nelle parole raccolte. Alcuni aspetti socio-relazionali sono particolarmente critici e sembrano aggravati dalla scarsità delle risorse e dai criteri di allocazione di supporto. Ad esempio i rapporti tra diversi gruppi etnici, in cui possono essere sperimentate tensioni crescenti o rapporti segnati da atteggiamenti pregiudiziali o etnocentrici. In questo clima sociale la fiducia, in particolare nelle istituzioni e dei servizi pubblici, sembra essere fortemente messa in discussione. Cercando di cogliere alcuni elementi positivi in un quadro del genere non è facile, ma la riscoperta del valore dell’essenzialità viene individuato come un aspetto centrale di grande importanza in termini di resilienza, così come lo sviluppo di una elevata tolleranza alla frustrazione sembrerebbe emergere come strategia di coping per affrontare le difficoltà. Questa tendenza sembra avere anche alcuni effetti intergenerazionali, soprattutto sui giovani.
Conclusioni
Nel complesso le testimonianze raccolte ci paiono suggerire che la recente crisi economica e le misure attualmente adottate per fronteggiarla possono rappresentare ad oggi una minaccia per la tutela di alcuni dei diritti umani fondamentali (lavoro, cibo, casa e salute), così come possono costituire un momento di discontinuità e messa in crisi delle capacità umane dei cittadini più fragili di usufruire di tali diritti. Inoltre, sempre dai discorsi analizzati, pare che i livelli di fiducia nei confronti di alcuni attori del sistema sociale che ricoprono ruoli chiave nei processi di tutela e promozione dei bisogni e dei diritti delle persone vadano incontro a un processo di messa in discussione.