2 giugno: lettera alle autorità contro la guerra



a cura delle Donne in Nero Contro la Guerra, gruppo di Alba.

Desideriamo portare a conoscenza dei media locali una lettera che la rete nazionale delle "donne in nero contro la guerra" ha inviato alle Autorità del nostro paese e ai rappresentanti al parlamento Europeo.
Analoga iniziativa è stata presa da altre reti di donne in nero in altri paesi europei ...
Al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

Al Capo del Governo Matteo Renzi

Al Presidente del Senato Pietro Grasso
Alla Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini

Al Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni
Al Ministro dell’Interno Angelino Alfano

Al Presidente del Gruppo Area Popolare (NCD-UDC) del Senato, Renato Schifani
Al Presidente del Gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà del Senato, Paolo Romani
Al Presidente del Gruppo Movimento 5 Stelle del Senato, Stefano Lucidi
Al Presidente del Gruppo Partito Democratico del Senato, Luigi Zanda
Al Presidente del Gruppo Misto del Senato, Loredana De Petris

Al Presidente del Gruppo Area Popolare (NCD-UDC) della Camera dei Deputati, Maurizio Lupi
Al Presidente del Gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà della Camera dei Deputati, Renato Brunetta
Al Presidente del Gruppo Movimento 5 Stelle della Camera dei Deputati, Federico D’Incà
Al Presidente del Gruppo Partito democratico della Camera dei Deputati, Ettore Rosato
Al Presidente del Gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà della Camera dei Deputati, Arturo Scotto


Signori e Signore,

noi, Donne in Nero della rete in Italia, appartenenti alla Rete Internazionale delle Donne in Nero, osserviamo inorridite e con immenso dolore le politiche sull'immigrazione perseguite dal governo italiano e le misure politiche approvate dall’Unione Europea nei confronti delle persone rifugiate che arrivano nel nostro territorio.

L'atteggiamento e le risposte al dramma in corso hanno generato in noi prima stupore e poi rabbia, indignazione e dolore perché mai avremmo pensato che i nostri rappresentanti nei diversi Parlamenti potessero pensare a provvedimenti così indegni della condizione umana.

Vogliamo ricordare che

- ciò che spinge queste persone ad abbandonare le loro case sono le guerre e le loro conseguenze;

- le guerre degli ultimi 26 anni (Iraq, Somalia, ex Jugoslavia, Afghanistan, Iraq, Libia, Siria...) hanno visto la partecipazione, la responsabilità o il sostegno di molti paesi europei, fra cui l'Italia sempre “pronta a fare la sua parte”;

- l'Unione Europea continua a incrementare le esportazioni di armi e sistemi militari e il Consiglio UE non ne sta facendo il controllo democratico. Infatti nel 2014 la principale zona geopolitica di esportazione per la UE è stata il Medio Oriente (oltre 31,5 miliardi di licenze). Ciò significa che l'UE sta vendendo grandi quantità di armi nella zona del mondo col maggior numero di conflitti e regimi autoritari. L'Italia è al 4° posto fra i paesi esportatori e nel 2015 registra un clamoroso incremento del 186% rispetto al 2014[1].

Di fronte a questi fatti sono tante le domande di cui sentiamo l'urgenza:

● come definire il fatto che il 70% del denaro impiegato per i profughi è destinato a misure dissuasive e ai respingimenti e solo il restante 30% ad aiuti umanitari?

● come conciliare un'Europa regione ricca e civile nel mondo con un'Europa così avara al momento dell'accoglienza e della distribuzione dei profughi?

● come giustificare le decisioni vergognose, nazionali o europee, di chiusura delle frontiere, rimpatri forzati, classificazioni arbitrarie dei profughi, istituzione di Hot Spot (addirittura galleggianti, come proposto dal Ministro Alfano), accordo UE-Turchia, in violazione senza precedenti del diritto europeo alla protezione internazionale dei rifugiati e della Convenzione di Ginevra?

● come sopportare il cinismo dell'Europa che con la chiusura della rotta balcanica e la mancata modifica del Trattato di Dublino scarica il flusso dei migranti su Grecia e Italia?

● c’è qualche traccia di etica in qualcuna di queste misure?
Avete pensato in qualche momento come le vostre misure si ripercuoteranno su persone che cercano solo un luogo per vivere degnamente?

NON IN NOSTRO NOME!!!

Vogliamo anche denunciare la responsabilità di media e politici nel diffondere disinformazione, allarmismi ingiustificati su un'invasione che non c'è e sull'aumentato rischio di terrorismo. Secondo i rapporti delle Nazioni Unite i flussi migratori in Europa dal 2000 al 2010 sono stati di 1,2 milioni di persone per anno, 0,2% su 500 milioni di abitanti. Questa cifra si è poi drasticamente ridotta a 400.000 ingressi all'anno dal 2010 al 2015 a causa della recessione. Solo l'anno scorso c'è stato il picco di un milione di ingressi in Germania. In Italia il flusso degli arrivi nel 2016 è in linea con i dati del 2015. Si tratta quindi di flussi gestibili, ma che vengono amplificati e strumentalizzati da partiti xenofobi e “spacciatori” di paura, a fronte dell' incapacità della classe dirigente di trovare risposte adeguate.

Il dato che invece viene ignorato è l'aumento delle donne nel flusso migratorio, in particolare dalla Siria. Poiché guerre e conflitti continuano a imperversare in molte parti del mondo la situazione delle donne diventa più vulnerabile: oppressione patriarcale, violenza domestica, abusi sessuali e impoverimento sono in aumento. Spesso le donne rifugiate provengono da storie di violenza e abusi e durante il percorso sono costrette ad affrontare altre violenze, molestie, ricatti, sfruttamento economico da parte di altri rifugiati, trafficanti, polizia, senza possibilità di ricorrere alla giustizia e avere protezione. Gli stati europei, Italia compresa, non forniscono standard minimi di protezione: rifugi separati, interpreti femminili, informazioni sui loro diritti, assistenza sanitaria e psicologica.

Signore e Signori, noi Donne in Nero, chiediamo che:

Venga data priorità urgentemente a un'accoglienza degna ai rifugiati e alle rifugiate. Venga posta fine alla distinzione fra migranti economici e profughi, una forzatura insensata in quanto guerre, persecuzioni, crisi economica globale e disastri ambientali sono cause ormai collegate e tolgono la possibilità di sopravvivenza a intere popolazioni.

Venga estesa l'esperienza dei corridoi umanitari del progetto Mediterranean Hope che permette viaggi legali e sicuri e l'azzeramento dei traffico di esseri umani. Venga riconosciuto il diritto d'asilo a disertori, obiettori di coscienza alle guerre e a quanti fuggono dai reclutamenti forzati, in particolare ai minori.

Venga annullato l'accordo UE-Turchia e si rinunci ad accordi simili con paesi non sicuri come Libia e Egitto, violatori di diritti umani.

Venga ripristinato il rispetto delle norme internazionali sui Diritti Umani, compresa la Convenzione di Istanbul del 2011 sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne, per impedire l'impunità dei colpevoli e garantire i diritti delle donne.

Vengano coinvolte le organizzazioni femminili e le donne rifugiate nei tavoli di pace e negoziati. Vengano sviluppate politiche e azioni adeguate per contrastare il razzismo, la xenofobia, il sessismo, sfruttamento dei più deboli e i rinascenti nazionalismi.

Vengano archiviate risposte militariste e securitarie nei confronti dei flussi migratori ma anche del dissenso sociale nelle società impoverite dei paesi europei.

Venga finalmente perseguita la riduzione della produzione di armi e il loro commercio almeno nei paesi in conflitto.

Venga chiuso il sistema degli Hot Spot, veri luoghi di detenzione e produzione di illegalità, abusi e diritti negati, come dimostra il rapporto Oxfam presentato pochi giorni fa.

SÍ IN NOSTRO NOME!!!

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