di Maurizio Bongioanni
"C'è un Europa -purtroppo- che innalza muri, spara lacrimogeni e proiettili di gomma, anche sui bambini. C'è invece un'Europa, quella fatta da tutti noi e che meglio rispecchia l'idea originaria di chi decenni fa ebbe il geniale coraggio di pensare a un continente unito, che proprio in questi giorni, davanti ai miei occhi, ha risposto con il piccolo gesto di ciascuno".
Sono le parole di Francesco Rasero, cittadino di Cherasco, che negli scorsi giorni ha portato a Pesaro un furgoncino carico di vestiti, alimenti e medicinali raccolti tra Langhe e dintorni e diretti al campo profughi di Idomeni...
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A Pesaro, infatti, Francesco ha incontrato il suo amico Musli Alievski il quale, qualche settimana fa, aveva lanciato su Facebook una raccolta fondi per il campo profughi macedone al centro di scontri tra polizia e migranti.
Musli è un ragazzo macedone di 28 anni figlio di due profughi scappati dalla guerra di Jugoslavia quando aveva 1 anno. Stanco della finta indignazione che continuava a leggere su Facebook a proposito delle condizioni del campo di Idomeni, Musli ha deciso di attivarsi per fare qualcosa di concreto. Dopo aver pubblicato il suo appello sui social, Musli ha invitato chiunque lo leggesse a portargli o spedirgli materiale che lui avrebbe portato di persona al campo di Idomeni. A quell'appello, tra tanti altri, ha risposto Francesco: dopo averlo condiviso a sua volta su Facebook, ha organizzato un punto di raccolta presso il suo luogo di lavoro. Dopo una settimana ha caricato un mezzo (spazioso!) ed è partito alla volta di Pesaro per incontrare Musli.
Francesco non si aspettava una reazione del genere e così tanta roba da trasportare. Ma soprattutto non se l'aspettava Musli che ora sta valutando l'ipotesi di noleggiare un mezzo più grande del suo per poter portare tutto quello che amici e conoscenti hanno messo a disposizione. Sono tante infatti le reti informali che si sono attivate: Musli ha ricevuto contributi da tutta Italia ma anche dall'estero, dalla Danimarca al Ruanda, e da figure professionali diverse che vanno dal pensionato al parlamentare.
“Chi ha donato una borsa di scarpe o vestiti suoi o dei figli, chi ha messo insieme una scatola di alimenti della propria dispensa, chi è andato a comprare decine di omogeneizzati, chi si è fatto arrivare scatole di farmaci, chi ha organizzato amici e colleghi, chi ha donato 5 o 50 euro” racconta Francesco. “In tanti -amici e nuovi amici conosciuti proprio in quest'occasione- mi hanno chiesto se il loro gesto fosse troppo piccolo rispetto alle dimensioni apocalittiche di Idomeni: già solo aver stipato un furgone è il segno che tante piccole cose, messe insieme, fanno una cosa più grande!”
Ora Musli ha coinvolto pure la sua famiglia, i suoi amici e colleghi di Pesaro i quali stanno lavorando di sera e nei weekend per suddividere il materiale e inscatolarlo per facilitarne la distribuzione una volta arrivati al campo profughi.
p.s. ricordiamo che per tutta la settimana c'è ancora la possibilità di versare un contributo direttamente all’amico di Francesco, che userà i fondi raccolti per comprare generi di prima necessità -a partire da medicinali e omogeneizzati- direttamente in Macedonia. IBAN: IT08S0760105138257178057180, intestato ad Alievski Musli, causale "Aiuti per Idomeni". Serve (ancora) l'aiuto di tutt*
Grazie!