Torna il treno tra Asti e Alba. Ma non è il treno dei desideri...

di Alessandro Mortarino.

Lunedì 11 settembre, anno di grazia 2023, il servizio ferroviario lungo la tratta Asti-Alba torna in attività. Una buona notizia per i tanti che in questi anni si sono spesi per il ripristino di una linea messa in sospensione nel 2010 quando il "parco" viaggiatori toccava le duemila persone al giorno, dunque non certamente un "ramo secco" come gran parte della politica regionale ha tentato a lungo di far credere. Ma la soddisfazione termina qui, perchè la riapertura risulta ben distante dalle richieste di amministrazioni comunali e associazioni del territorio, tanto da mettere in discussione la riuscita di un'operazione che rischia di incidere poco sulle reali esigenze della mobilità locale. E della "cura" all'emergenza perenne causata dall'inquinamento urbano e locale...

La riapertura del traffico sulla linea Asti-Alba vedrà, infatti, solo sei corse al giorno per ciascun senso di marcia, ovvero 12 viaggi in totale con un unico treno a motrice diesel a fare la spola. Nei soli giorni feriali.
Gli orari annunciati nei mesi scorsi hanno visto l'immediata reazione critica di pendolari e studenti e qualche opportuno ritocco è stato fatto, ma ancora poco convincente.

In tutti noi resta il dubbio su quanto questo primo assaggio di ripristino del servizio sia in grado di riportare lungo i binari chi si è ormai abituato ad utilizzare il proprio veicolo privato. Diciamo che sarebbe stato - a nostro avviso - il caso di credere nel mezzo ferroviario come autentico antidoto alla mobilità ormai insostenibile (in Asti in particolare): servizio cadenzato almeno ogni ora, restrizioni del traffico veicolare urbano, campagne di informazione, promozione del viaggio comodo e sicuro (ad Asti tra breve si avvieranno i lavori di manutenzione su due ponti e facilmente è prevedibile la formazione di code quotidiane).

Nulla di tutto ciò. Peccato. Il che conferma l'idea che la riapertura della tratta rappresenti non una precisa volontà strategica, ma semplicemente un'azione propedeutica a far diventare la nostra regione un "hub" nazionale dell'idrogeno, godendo dei relativi finanziamenti statali e comunitari.

Come sempre più della salute dei cittadini, prevale il dato economico, la crescita-sviluppo, l'aumento del PIL...

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