di Luisa Rasero.
Nelson Mandela è stato rinchiuso in carcere per 27 anni. La sua colpa: aver lottato contro l’inumano e criminale regime dell’apartheid in Sudafrica, un regime razzista che deliberatamente trattava le persone con la pelle nera (peraltro gli originari abitanti del paese) come sotto uomini. Anzi, diciamolo in tedesco: ‘untermenschen’, appunto sotto uomini, come i nazisti definivano gli ebrei e le altre loro numerose vittime nei campi di sterminio. Del resto, il regime razzista del Sudafrica - di quel tempo - non ha mai nascosto le sue simpatie fasciste e naziste...
Nelson Mandela sarà scarcerato e alla fine diventerà il Presidente del nuovo Sudafrica democratico. Pur avendo patito prigionia, sofferenze e umiliazioni, pur avendo visto uccidere i suoi compagni e perseguitare e torturare la sua gente, mai ha avuto propositi di vendetta. Se la transizione verso la democrazia in Sudafrica non si è trasformata in una guerra civile, come tutti si aspettavano, ciò lo si deve in larga misura alla sua eccezionale carisma e alla sua eccezionale lungimiranza. Per chi non l’avesse visto, consiglio la visione del film “Invictus”: Mandela utilizzò anche un campionato mondiale di rugby per creare una nuova amicizia e solidarietà tra i neri e i bianchi sudafricani. La vittoria del Sudafrica in quel campionato divenne la vittoria dell’intero paese. Se fosse ancora vivo, bisognerebbe chiedergli di mediare nella guerra d’Ucraina, lui forse ce la farebbe.
Quindi, se c’è una figura a cui l’umanità deve rendere merito e prendere come esempio, questa è Nelson Mandela. Quindi, intitolare una via, una piazza, un palazzo a Nelson Mandela, vuol dire fare propri e riconoscersi nei suoi ideali di pace, giustizia, solidarietà, nonviolenza, umanità nel senso più altro e nobile della parola.
Pertanto sono rimasta sconcertata udendo che il Palazzo Comunale, già intitolato a Nelson Mandela, dovrebbe cambiare nome per decisione del Sindaco a favore di un nominativo astigiano. Se è così, a quando il cambiamento del nome per Via Garibaldi anzi prima ancora per Corso Matteotti???
Voglio precisare: se si trattasse di attribuire ex novo un nome al Palazzo Comunale, sarebbe normale e legittima la discussione. Così è stato fatto per il nostro ospedale, anche con un sondaggio. Ma qui il nome è già stato attribuito da anni e modificarlo risulta inequivocabilmente un atto preciso di presa di distanza. Presa di distanza da quello che il nome di Mandela evoca di fronte all’umanità.
Ricordo altresì che la città di Asti si è candidata quale Capitale Italiana della Cultura 2025. Capitale della Cultura Italiana, non monferrina. E con potenziale proiezione europea. Mi auguro che il gretto provincialismo dimostrato dall’Amministrazione in questa circostanza (se non è qualcosa di peggio del provincialismo) non giunga alle orecchie della Commissione giudicatrice, altrimenti ci scordiamo ogni speranza di vittoria. Nel Medio Evo Asti era un libero Comune, cosmopolita e tollerante. Non rende onore alla nostra storia questa dimostrazione di oscurantismo.
Ps: se non ricordo male, nel Palazzo Comunale era esposto un busto di Nelson Mandela, dono di un artista. Che fine ha fatto? E’ già stato rimosso per portarsi avanti col lavoro?