di Alessandro Mortarino.
Un anziano Partigiano mi disse un giorno: «sai qual è la differenza tra una persona di destra e una di sinistra? Il loro modo di rispettare gli “altri”. Per i primi, gli “altri” sono da rispettare solo se si comportano come vogliono loro. I secondi, invece, sanno rispettare le differenze, magari le criticano ma non le impediscono». L'anziano Partigiano ora non è più in vita e non mi è più possibile domandargli se, in fondo, la differenza non stia solo in un diseguale modo di gestire il sentimento. Peccato. Ma la sua frase mi è tornata in mente seguendo, con sgomento, la vicenda del post “sessista” attribuito al consigliere comunale di Asti Roberto Venturini...
La storia di questa querelle targata Facebook la trovate in queste parole, che condividiamo, dei componenti dell'Associazione Asti Pride e, successivamente, di molte altre associazioni, sindacati, personalità.
Centinaia sono i commenti che si sono susseguiti, sui social e sui media, al post del consigliere: c'è chi lo considera un'innocente uscita goliardico-ironica e chi una grave offesa per il genere femminile. Ne potremmo discutere all'infinito e difficilmente, temo, riusciremmo a mettere tutti d'accordo.
Ma a noi sembra che la reazione più deludente – e il termine è certamente riduttivo – sia stata proprio quella di Venturini che si è difeso dicendo «Il mio post inizia con diverse emoticons che ridono. Un elemento che deve far capire lo spirito in qualche modo goliardico con cui è stato pubblicato».
Venturini è un consigliere comunale in carica, un personaggio pubblico. Le sue parole e le sue azioni sono atti pubblici, esempi, suggerimenti. Avrebbe potuto dire: «Scusatemi, ho girato un post non mio, l'ho ritenuto ironico e non ho soppesato la possibilità che potesse offendere qualcuno, come l'on. Boldrini e le donne tutte. Mi scuso e ribadisco che si trattava solo di una innocente forma di ironia che ora mi auguro possa essere accettata solo come tale».
Invece, Venturini preferisce evitare le scuse e sbrigativamente invita a non perdere tempo in dietrologie: «Potremmo condividere battaglie importanti senza perdere tempo in queste situazioni pretestuose». Concetto prontamente confermato anche dall'On. Marcello Coppo: «Sto vedendo che persone avvezze a comunicati dai toni molto forti (usando un eufemismo) ora si disperano per una battuta pubblicata sulla pagina personale di Roberto. Accecate dalla loro ideologia piena di asterischi, neanche hanno capito il senso della battuta, il cui significato non ha nulla a che vedere con un insulto a una donna».
Coppo non è (più) un consigliere comunale. Ma è un onorevole in carica, membro della Camera, personaggio pubblico. Come Venturini appartiene alla destra politica. Come Venturini ritiene, evidentemente, di poter usare parole senza preoccuparsi di quanto e come possono fare male.
Parole come pietre. Parole come bisturi...